L'euro e le Borse aspettano Duisenberg di Francesco Bullo
L'euro e le Borse aspettano Duisenberg L'euro e le Borse aspettano Duisenberg Gli analisti premono sul costo del denaro. Dow Jones al tappeto, perde M ,5407o Francesco Bullo Giornata convulsa, ieri, sia sul fronte valutario sia su quello borsistico, scandita dalle notizie che rimbalzavano fra le due sponde dell'Atlantico. La prima è fornita dalla Banca centrale centrale europea (Bce): la massa monetaria M3 è cresciuta in Eurolandia del 6,407o nel mese di luglio (6,I07o giugno), una misura superiore alle peggiori previsioni. L'euro di conseguenza scende a 90,34 cents, segnando il ribasso giornaliero più consistente nei confronti del dollaro da sei settimane a questa parte. Il fatto che la liquidità nell'area dell'euro non accenni a frenare può avere, infatti, ripercussioni inflazionistiche, e quindi incide sulle decisioni in materia di tassi che la Bce dovrà prendere domani. Quando però da New York vengono resi noti i dati relativi alla fiducia dei consumatori Usa ad agosto (scesi a sorpresa a quota 114,3, i minimi dallo scorso aprile, contro un'attesa degli analisti attorno a 117) la valuta unica ha una boccata d'ossigeno e recupera i 90,60 centesimi rispetto al dollaro. Il dato fomito dal Conference Board è un chiaro segnale di come le raffiche di licenziamenti, ormai quasi giornaliere, e il persistere del rallentamento economico si facciano sempre più sentire sulla psicologia dei consumatori. «Il deterioramento del mercato del lavoro pesa sullo spirito dei consumatori - ha detto Lynn Franco, direttore del Centro Ricerche del Conference Board - per questo bisognerà tenere sotto osservazione le cifre sulla disoccupazione, perché rischia¬ no di tradursi sempre di più in un peggioramento della fiducia». L'indice-fiducia è considerato un indicatore chiave perché le spese per i consumi costituiscono i due terzi dell'attività economica americana. Immediata e negativa la reazione delle Borse. Wall Strett, già debole dopo i primi scambi dall'apertura, ha decisamente imboccato la strada in discesa arrivando ben presto a sfondare la soglia del -l07o con entrambi gli indici, Dow Jones e Nasdaq. Un'accelerazione che ha contagiato tutte le principali piazze europee, trascinandole in basso dopo che avevano passato la mattinata in stallo, quasi indifferenti al dato sulla massa monetaria e all'incerta reazione del mercato tedesco ai risultati di Deutsche Telekom. Cosi Parigi è arretrata dell'l,807o, Zurigo dell'1,45%, Londra dello 0,88^0 e Milano dello 0,907o, mentre Francoforte, al momento della chiusura degli altri mercati del Vecchio Continente cedeva ri,9807o. Al termine delle contrattazioni il Dow Jones è andato al tappeto, lasgiando sul campo 160,32 punti (-l,5407o),aquota 10.222,03 punti. Ieri, intanto, la Banca Centrale canadese ha tagliato di 25 punti base i tassi di interesse: l'ovemight passa quindi al 407o dal precedente 4,2507o. La decisione segue di pochi giorni quella della Federai Reserve Usa e intende supportare così la domanda intema, considerando che la «crescita economica nel terzo e quarto trimestre sarà al di sotto del suo potenziale, come risultato di un minore livello di attività di quanto non ci si attendesse in un primo momento». La Banca del Canada ribadisce comunque che il Pil del Paese dovrebbe attestarsi al 307o, mentre il tasso di inflazione è previsto al 207o. Anche la giapponese Boj aveva già limato i tassili 14 agosto. Domani tutti attendono al varco la Banca Centrale europea. Che farà? I tempi sono maturi per un "ritocco" del costo del denaro, dice una parte (sicuramente maggioritaria) degli analisti, convinta che nemmeno la crescita oltre le stime della M3 potrà rinviare ancora tale decisione. Il recente rientro delle tensioni, si sostie¬ ne, ha infatti spostato l'attenzione della Bce sul problema del rallentamento del ciclo. Unico dubbio è l'entità del taglio: 25 o 50 punti. Ma proprio alla luce del dato fomito ieri c'è anche chi adesso incomincia ad andare controcorrente, ritenendo che, al contrario, la Bce farà slittare 0 ribasso dei tassi. Una corrente di pensiero che sta conquistando adepti. Certo è che la decisione di Duisenberg, qualunque sia, condizionerà i mercati. E l'euro in serata è tomato a toccare i 91 cents di dollaro. Il presidente della Bce, Wim Duisenberg. Tutti gli analisti premono per un taglio dei tassi
Persone citate: Duisenberg, Lynn Franco, Wim Duisenberg
Luoghi citati: Francoforte, Londra, Milano, New York, Parigi, Usa, Vecchio Continente
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