Evviva il «gollonzo», sale del pallone di Roberto Condio

Evviva il «gollonzo», sale del pallone CHEVANTON E ODDO HANNO SUBITO APERTO LA LISTA STAGIONALE DELLE RETI FRUTTO DI ASTUZIE O GAFFE, IN BARBA A SCHEMI E TATTICHE Evviva il «gollonzo», sale del pallone Roberto Condio ROMA, Lazio e Milan, «grandi» subito in affanno, non saranno d'accordo, ma, caldo atroce a parte, è stato proprio un gran bell'inizio di campionato. Innanzi tutto, stadi e ultra tranquilli. Poi, i gol: ventisei, parecchi, in una giornata senza 0-0. Nessun capolavoro, intediamoci, ma due chicche nel loro genere che, collocate in apertura di stagione, fanno sperare in un'annata all'insegna del divertimento, di un calcio meno robotizzato e più umano, dove prodezze, errori e colpi di genio mandino all'aria schemi e strategie. Grazie alla Gialappa's Band, da qualche anno, li chiamiamo «gollonzi». Comici sberleffi, clamorose gaffe e imprese involontarie che però muovono il punteggio e gonfiano il sacco tanto quanto autentiche opere d'arte come, ad esempio, il diagonale al volo di Marco Van Basten in Olanda-Urss, finale europea del 1988, lo slalom tra i birilli inglesi con tocco vellutato in rete da apoteosi di Diego Armando Maradona nel Mondiale messicano del 1986, o ancora il «coast to coast» inventato da George Weah in un Milan-Verona. I «gollonzi», essenzialmente, si dividono in due grandi categorie: cercati (dall'attaccante astuto o dal portiere avventato) e casuali. Domenica pomeriggio ne abbiamo visto uno per tipo. L'uruguaiano Enrique Javier Chevanton, al debutto ufficiale in Italia, si è guadagnato le seicento bottiglie di vino riservate al realizzatore del primo gol del campionato imitando 36 anni dopo lo scherzetto che Joaquim Peirò giocò al portiere Lawrence in una semifinale di Coppa dei Campioni Inter-Liverpool. Pallone portato via da tergo al rivale distratto e rete nella porta sguarnita. Il massimo della libidine per un cannoniere di razza, il massimo della rabbia per il portiere buggerato. Con, nel caso particolare, un supplemento di applausi per il leccese, lesto a soffiare con la scapola la sfera appena mollata dalle mani di Frey e bravissimo nel recapitarla in porta con una girata non sempheissima. Senza dubbio da iscrivere nella lunghissima lista dei gol per caso è invece il cross da destra del veronese Massimo Oddo che, sfiorato dal piede di Candela, ha saltato Pelizzoli togliendo (legittimamente) due punti all'esordio della Roma campione. Niente di strano, comunque: di traversoni finiti involontariamente in rete è piena la storia del calcio. L'aneddotica dei gol «casual» offre pert) episodi indimenticabili. Il sigillo del rossonero Albertino Bigon, ad esempio, sul derby milanese del 28 novembre 1971: colpo di stinco su rinvio di Tarcisio Burgnich per il definitivo 3-2 a pochissimo dalla fine. Gli interisti ancora si disperano. E, in tempi ben più recenti, come non incorniciare la carambola che il 14 marzo 1999 in Venezia-Fiorentina 4-1 ha fruttato il primo e unico gol in serie A a Salvatore Miceli? Colpo di testa sulla traversa, rimbalzo sul corpo, poi paDone rinviato da un difensore viola sul giocatore neroverde che di petto, senza poterne nulla, insacca. Mica male, no? Da antologia anche, nella settima giornata dello scorso torneo, lo «schema» vincente del Lecce contro il Bari: tira Conticchio; Lucarelli, disteso a terra davanti alla porta, devia inavvertitamente il siluro del compagno con il fondoschiena mettendo fuori causa il portiere rivale. Gol che uccidono. Come quello, da supervincita al Superenalotto, che il 10 maggio 1995, a Parigi, riuscì al 119' della finale di Coppa delle Coppe a Nayim, centrocampista del Saragozza: tiro della disperazione da metà campo; Seaman, portiere dell'Arsenal, sorpreso al limite dell'area che cerca di rientrare precipitosamente ma che non ci arriva proprio. Un goffo tuffo all'indietro; il pallone che atterra in rete sancendo il 2-1 che evita i rigori; una partita, una stagione decisa al'ultimo respiro da una pernacchia. Il massimo per un «gollonzo». RepUche cercansi. Aspettiamo e speriamo: se il buongiorno si vede dal mattino, quest'anno ci sarà da divertirsi. Bigon (nella foto con Benetti) nel 1971 segnò di stinco, su rinvio di Burgnich, il gol che regalò un derby al Milan A fianco, il portiere del Parma Frey, beffato a Lecce da Chevanton

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