Il capo dell'uck: è l'ora della pace

Il capo dell'uck: è l'ora della pace Il capo dell'uck: è l'ora della pace In tv fa le condoglianze per i soldati uccisi e chiede un'amnistia inviato a SKOPJE «Questo disarmo funzionerà, le prossime elezioni saranno le prime consultazioni libere che la Macedonia abbia mai avuto. Dopo l'esperienza di questi sei mesi di guerra tutti, albanesi e macedoni, dobbiamo trovare il coraggio di superare il passato...». Alla vigilia dell'«operazione disarmo» Ali Ahmeti, leader dell'Uck, appare in tv per lanciare un appello alla pace. Lo fa a tarda sera attraverso «Telma», ima delle tre tv private del paese, che l'ha raggiunto in una casa di Lipkovo, villaggio di montagna. È un'apparizione inattesa: per anni Ahmeti aveva evitato perfino di farsi fotografare, pochi macedoni conoscevano la sua faccia. Adesso il misterioso generale si mostra senza reticenze. È un uomo robusto sulla quarantina, bruno, l'aria del duro. Indossa una maglietta a colori mimetici, parla in albanese («ho dimenticato la lingua macedone...») eppure sembra spedire messaggi rassicuranti. Unica stranezza, sembra già parlare come un leader politico e dimentica il linguaggio militare. Forse il vero candidato alla leadership dei partiti albanesi ufficiali è lui. Pochi giorni fa dal Kosovo parte dell'Uck affermava di averlo esautorato e lui in effetti, dopo qualche tergiversazione, sembra annunciare un ingresso in politica. Al momento però il messaggio che lancia punta soprattutto a pacificare gU animi. «Dopo tanti anni di esilio ho dimenticato la lingua macedone. Fui costretto a fuggire 18 anni fa, ho dovuto lottare a lungo... adesso però è ora di dire basta, non è più il momento di fare differenze fra macedoni e albanesi. Anche per l'Uck è venuto il momento di cedere le armi: non servono più, nulla deve più essere fuori controllo». La giornalista chiede: Fra 1 guerriglieri ci siano settori che resistono all'idea della consegna. «Resistenze? Non ce ne sono. Ho trascorso una parte importante della mia vita cercando di impedire che la situazione finisse fuori controllo, e credo di esserci riuscito». Ma c'era bisogno di cominciare una guerra, di provocare tanti morti per giungere a questi risultati? Nel governo non c'erano già politici albanesi? «Ogni tentativo di giungere ad un accordo per via parlamentare - risponde Ahmeti - si è rivelato mutile. Per tutti questi anni la discriminazione e le violenze contro gli albanesi sono continuate». Lei però, Ahmeti, viene considerato un terrorista: anche il presidente Bush l'ha inserito nella lista degli uomini da arrestare... «A trasformarmi in terrorista non bastano una divisa ed una piattaforma politica. Al contrario, penso che presto il governo macedone varerà un'amnistia». Ma è stato lei, signor Ahmeti, ad ordinare l'uccisione di tanti giovani macedoni con la divisa addosso? «Io no ho mai impartito ordini simih. Anzi, approfitto del fatto di parlare a una tv macedone per fare le condoglianze alle famiglie delle vittime». Sulle vostre fonti di finanziamento è fiorita ogni tipo di voce. Forse adesso può finalmente rivelarlo: chi dai soldi all'Uck? Attimo di incertezza, poi la risposta: «Aspettiamo che tutto sia finito, poi mi impegno a rendere pubbliche le nostre fonti di finanziamento». lg. z.] Il comandante della task force Nato In Macedonia, generale Gunnar Lange

Persone citate: Ahmeti, Ali Ahmeti, Bush, Gunnar Lange

Luoghi citati: Kosovo, Macedonia, Skopje