Con l'autunno, arrivano i «black books» di Mirella Appiotti

Con l'autunno, arrivano i «black books» CHE COSA LEGGEREMO: LE NOVITÀ' DELLA RENTREE PER LA NARRATIVA STRANIERA Con l'autunno, arrivano i «black books» DICE Joseph McEIroy: «Quando ho scritto "Plus", mi interessava capire quali conseguenze psicologiche potesse avere il potere di manipolazione del corpo oggi acquisito dall'ingegneria genetica. Così ho raccontato le reazioni di un cervello estratto da un organismo e lanciato in orbita su un satellite». Lo scrittore di culto newyorchese è, con Pynchon, il postmodemo per eccellenza (cyberpunk per comodità dei media) e il suo «Plus», uno dei titoli di punta autunnali di fiction della Bollati Boringhieri, sembra riassumere, con infinite variabili, quel filone dark, talvolta mascherato, che predominerà nella narrativa straniera di questa fine 2001. Se è vero che già Calvino, ricorda Filippo La Porta, «sembra dare più peso alla costruzione delle mappe del mondo che alla coscienza», proprio questo fanno, o tentano di fare, i «black-books» in arrivo: da Stephen King con «L'acchiappasogni» (Sperling) al John Ridley di «Cose che capitano a Los Angeles» (Garzanti), dall'Akunin di «La morte di Achille» (Frassinelli) al «1974» di David Peace, «Il nuovo Ellroy» di Meridianozero, mentre un altro «Ellroy britannico» sarebbe il Jake Amott de «L'irresistibile ascesa di Harry Starks» (Saggiatore); nero cupo anche Domenic Stansberry con «Morte annunciata per Jim Thompson» (e/o), e maledettissimi i 4 di Einaudi-Stile Libero noir: Edward Bunker di «Come bestie feroci» (ex galeotto, il crimine duro e puro), Martin Bedford di «Black cat» (la paura, una bestia, l'ossessione); Mian Mian, la voce più dark della Cina, di «Nove oggetti del desiderio»; George Saunders di «Pastoralia» (una sorta di antiglobal). In diversa misura neri l'annuale Clancy, questa volta gli «Atti di guerra» (Rizzoli); il McBain de «L'ultimo ballo», cinquantesimo della serie dell'S?" Distretto, e il Ken Follett di «Le gazze ladre», entrambi Mondadori. «Politicamente» buio oltreché tempista (lo scandalo delle case farmaceutiche), «Il giardiniere tenace» di Le Carré (Mondadori); tragica e straziata la Edimburgo del detective John Rebus, protagonista di «Cerchi e croci», il secondo romanzo dello scozzese lan Rankin, accla¬ mato fin da ((Anime morte»: lo propone Guanda, offrendoci contemporaneamente una sorta di rovescio della medaglia: il nuovo Nick Homby che da ((Alta fedeltà» e «Febbre a 90» passa a «Come diventare buoni», alla fin fine niente di tranquillo, grandi choc familiari in uno stile apparentemente piano, un'ossessione, appunto la bontà, il cui sapore sa disperatamente di amaro. Tra i titoli in uscita, nel gruppo di quelli che possono essere tranquillamente considerati di primo piano, fuori di ogni schema, si impone un quintetto adelphiano. A partire dai «Quaderni 1957-72», oltre mille pagine di Emile Cioran, iute- RASSMiApp ramente «squadernato il cantiere» dello scrittore-filosofo francese, a cura di Simone Boué, la sua compagna scomparsa nel '97, e inediti in Italia. Attesissimo il Sandor Marai de «1 ribelli»; scritto nel '29, autobiografica storia di adolescenti durante la prima guerra mondiale in una cittadina dell'alta Ungheria. Altrettanto in presa diretta, ad opera di Soma Morgenstem (1890-1976), memorialista amato da Musil, «Fuga e fine di Joseph Roth», testimonianza pressoché unica sul grande autore austriaco. Degli altri due, l'uno è il Tim Parks di «Destino», la GNA la otti tragedia di un uomo il cui figlio si suicida coinvolgendo tutto il suo mondo, «un libro bemhardiano»; l'altro è il libro «evento» immancabile nel programma di Galasso, l'esordiente meno che trentenne texano Michael Kimball: «due voci infantili che non si fanno dimenticare» in «E allora siamo andati via», il viaggio, il deserto, una litania di morte «on the road». Tra i romanzi che segneranno la rentrée 2001 c'è anche il nuovo Pelevin di «Il mignolo di Budda» per Mondadori: grottesco, epico, una scrittura parossistica per una satira feroce della Russia di ieri e di oggi, salutato come un risorto Bui- gakov. Mentre da Feltrinelli si riparte con «Ritratto in seppia» dell'Allende, ricca è la proposta dello Strozzo: Javier Marias nei dodici racconti, bugiardi, assassini, impiccioni di «Quando ero mortale»; autobiografia e storia di un paese, il Sud Africa, nell'«Infanzia - Storie di vita e di provincia» di J. M. Coetzee; il libro più politico di Saramago «L'anno Mille993», poemi in prosa che, a differenza del titolo, il Nobel cominciò a scrivere nel '74 ancora durante la dittatura in Portogallo; Haruki Murakami, stravolgente scatenata forza fantastica nel romanzo «L'amante dello Sputnik», tre vite che si intrecciano tra Giappone e Europa per poi smarrirsi (come avviene per i protagonisti di «L'elefante scomparso», 17 racconti dello scrittore nipponico in uscita da Baldini S- Castoldi che propone anche Tom Robbins, «0 più pericoloso scrittore vivente», secondo la Pivano, in «Feroci invalidi di ritorno da climi caldi»). Occhio, poi, ai giovani americani catturati da minimum fax; dal miglior romanzo dell'hemingwaianocarveriano Thom Jones, «Il pugile a riposo», all'esordio della dark A. M. Homes con i racconti «La sicurezza degli oggetti». E un posto speciale merita l'Ancora del Mediterraneo che, per festeggiare il suo ingresso nella narrativa, riprende (insieme all'opera di Gustave Herling) un grande libro, «L'Astragalo», di quella grande maledetta scrittrice che fu Albertine Sarrazin, morta a 29 anni, droga, carcere, miseria, poesia. Sellerio insiste con il quinto romanzo (e ce ne sono altri tre) di Penelope Fitzgerald, «Il bambino d'oro», tradotto ancora da Masolino d'Amico. Bompiani annuncia Paulo Coehlo con il primo e programmatico (umiltà, amore, ascesi, saggezza della follia) dei suoi romanzi, «Il cammino di Santiago»; agli antipodi un Michel Houellebecq sempre più stralunato, sessualità degradata, amore e turismo in «Piattaforma», mentre di Michael Cunningham ripesca «Una casa alla fine del mondo», triangolo un po' alla Jules et Jim, e di uno dei suoi beniamini, Hanìf Kureishi, ci dà un dolente «Goodbay Mother». Tengono, e bene, i classici. Da Marsilio un'autentica perla: il «1805» di Tolstoj, prima redazione di «Guerra e pace», prima traduzione italiana a cura di Cesare Bori. Da Rizzoli due titoli per Gao Xingjian, il cinese Nobel 2000: i racconti «Una canna da pesca per mio nonno», primo volume delle opere complete, e «Dipinti», visto che Gao è pittore e farà una mostra in Europa. Da Bompiani le «Opere 1930-'57» di Evelyn Waugh, una delle ultime curatele di Guido Almansi; «Opere Saggi e memorie» della Yourcenar; infine Dickens e il suo «Giallo inconcluso», «il mistero di Edwin Drood», completato da Leon Garfield, operazione già compiuta anche da Frutterò e Lucentini. I «Meridiani» Mondadori ricominciano dai «Romanzi e racconti» di Ivo Andric, il grande autore di «Il ponte sulla Drina», accompagnati da un saggio di Matvejevic; poi le «Liriche» di Hòlderlin a cura di Luigi Reitanie, davvero un avvenimento, i «Romanzi» di Jack Kerouac ad opera dell'americanista Mario Corona (mentre di Barry Gifford con Laurence Lee esce da Fandango «Jack's Book - Una biografia narrata di Jack Kerouac»). Classico ormai Robbe-Grillet: del teorico del «nouveau roman» Testo&Immagine (dopo «Un regicidio» e il fondamentale «Progetto per una rivoluzione a New York») pubblicherà «La ripresa», rinnovata versione cinquant'anni dopo, di «Le gomme». Da Casagrande «Max Frisch - Friedrich Dùrremnàtt», un carteggio che fa scintille, appassionato e litigioso. Da Guanda due assi nella manica: i reportages di Octavio Paz «In India-1951-'67» e soprattutto le «Memorie di un antisemita», introduzione di Magris, di Gregor von Rezzorì, la Finis Austriae dell'autore di «Un ermellino a Cernopol» (l'editrice di Brioschi pro¬ getta il rilancio dell'intera opera). Per la serie «Sesso, amori, dolori», batte tutti la Catherine Millet, stimatissima intellettuale e esperta d'arte con la sua a dir poco scandalosa e autobiografica «Vita sessuale di Catherine M.», per Mondadori. Mentre più delicata, per Einaudi, ma «entusiasmante, ridente, postfemminista» la Camille Laurens di «Tra le braccia sue», una vita con gli uomini e per gli uomini tra gioco e ironia. L'amore, il dovere sono come sempre i veri protagonisti dei romanzi di David Grossman che ci dà adesso «Qualcuno con cui correre» (Mondadori). Il dolore della memoria percorre «La strada gialla», la Vienna straziata dai nazisti, di Veza Canetti (Marsilio). Dolce piacere è «La scoperta del cioccolato» (Garzanti) ascritta da un regista, James Runcie, mentre dal mondo del cinema arrivano due new entry, due famosi attori: Gene Hackman, autore con Daniel Lenihan de «Il risveglio della Perdido Star», romanzo d'azione marinaresco per Le Vespe, e Steve Martin con «Shopgirl» per Einaudi. E per finire in gloria bisognerà leggere «Lire 29600» (Feltrinelli), una esilarante e perfidia carica di dinamite sotto il bamum della pubblicità: autore il critico francese Frédéric Beigbeder, ex pubblicitario da Young&Rubicam: naturalmente licenziato. E felice. Il «noir» è il genere dominante fra i romanzi in uscita. Gli incubi di King le spie di Le Carré e Follett, i detectives di Ridley e Rankin. La terribile biogenetica di McEIroy e gli amori scandalo di Mian Mian, Catherine Millet e Houellebecq Ma anche un nuovo Maral, una vita di Roth, il carteggio Frisch-Dùrrenmatt Stephen King, in libreria dal 28/8 PS^S ., .. -::': * .'S % *&"''$: ;|?rv | - Wj/t Da sinistra, in sensoorario: John Le Carre, una spy story sulle Industrie deifarmaci; ilfrancese Houellebecq; Sander Marai, I'ungherese riscopertoda Adelphi RASSEGNA Mirella Appiotti