Le vecchiette, passione e affari

Le vecchiette, passione e affari A STOCCARDA UN GRANDE MUSEO E UN ATTREZZATO CENTRO DI RESTAURO CON UN ARCHIVIO UNICO IN CAMPO MONDIALE Le vecchiette, passione e affari Mercedes, come alimentare una bella leggenda la storia Alberto Bellucci STOCCARDA Festa grande in Mercedes-Benz (la marca di lusso, la tacchina grassa del potente Gruppo DaimlerChrysler) per celebrare comme il faut un centenario che - si badi bene - è il semplice compleanno di un nome di battesimo. Un nomo, quello di Mercedes, scelto e imposto dal maggiore concessionario-importatore dell'epoca alla spettabile Daimler Motoren Gesellschaft (DMG), che da almeno 15 anni produceva eccellenti motori nonché affidabili veicoli. Ma che con quel nomo cosi duramente teutonico non poteva sperare di esportare con successo su nuovi mercati - almeno nelle intenzioni dell'intraprendente concessionario Emil Jellinek - come, per esempio, quello francese o quello ricco e allettante dogli Usa. Cosi Jellinek pretese, per un un primo lotto di 36 auto, il nome di sua figlia Mercedes, che diverrà poi il nuovo marchio di fabbrica a partire dal 1901. In pratica, un'operazione di marketing antelitteram che, comunque, ha portato alla Daimler-Benz, oggi DaimlerChrysler molta fortuna. Anzi, moltissima. Con un passato antico di 115 anni - nessun altro costruttore al mondo vanta natali cosi remoti - il grande Gruppo ha per la propria storia e per i propri avi un rispetto, meglio, una venerazione, a dir poco ammirevole. E in ogni sito produttivo, e non solo nello splendido Museo 0 nell'attrezzatissimo Classic Center di cui ora parleremo, non mancano inai ritratti, busti o targhe dei due padri fondatori - Gottlieb Daimler (1834-1900) e Cari Benz (1844-1929) - le cui aziende, dopo lunga concorrenza, finiranno per unirsi in matrimonio nel 1920 (mentre la fusione con la Chrysler avverrà soltanto 72 anni dopo). E anche se il Museo è a dir poco splendido con le sue 80 auto come nuove - oltre a essere sempre aperto al pubblico che lo può visitare gratis utilizzando cuffie in tedesco, inglese. francese e spagnolo - è il Classic Center il vero fiore all'occhiello, la perla rara di casa Mercedes-Benz. Inaugurato 8 anni fa a Fellbach, alla periferia di Stoccarda, utilizzando attrezzatissimi capannoni, completati da una fornita biblioteca, dove sono anche disponibili molti oggetti promozionali, il Classic Center svolge una lunga serie di attività senza per questo pesare sui bilanci della casa madre. Sicuramente remunerativa è infatti la più importante di queste attività, quella del restauro di auto, motori e altri veicoli dei quattro inarchi: Daimler, Benz, Mercedes e Mercedes-Benz. Un restauro scrupolosissimo eseguito sia per conto di privati che della stessa casa che da 48 tra meccanici e carrozzieri. Veri maestri del mestiere (non a caso sono tutti «maturi»), non solo riportano a nudo qualsiasi auto a loro affidata ma sono anche in grado - qualora un pezzo non sia disponibile - di ricostruire con la massima fedeltà ogni parte danneggiata o mancante. E per far questo si affidano ai disegni originali del più grande archivio automobili- stico al mondo, quello, per l'appunto della DaimlerChrysler: centinaia e centinaia di scaffalature con disegni, libri, documentazioni di ogni genere. E non solo sulle marche del Gruppo. «Da noi nulla è segreto - dice Ute Baumann del marketing Classic - e la nostra documentazione è a disposizione di chiunque ce la richieda...». Per gli appassionati, inoltre, la biblioteca fornisce a prezzi modici perfette riproduzioni di cataloghi e libretti di uso. C'è anche un'ampia scelta di antichi manuali rigorosamente originali, ma qui i prezzi non sono affatto ridotti: per un raro catalogo di 70 anni fa della sportiva SSK occorrono quasi due milioni di lire. E ancora meno modici sono, naturalmente i prezzi delle auto antiche restaurate dal Classic Center. Addirittura proibitive le quotazioni del modelli d'anteguerra: per una 370K Cabriolet del 1931 occorrono 370 mila marchi (poco meno di 370 milioni di lire) mentre per una relativamente popolare 170 W Roadster del 1938 di marchi ne occorrono 295 mila. Ma anche per le auto più recenti i prezzi sono a volte mozzafiato: 120 mila marchi, ad esempio, per una 220 Coupé del '59 o nientemeno che 650 mila marchi per una mitica 300SL ad ali di gabbiano del'55. Ma la ciliegina sulla torta il Classic Center l'ha messa quest'anno organizzando per il centenario la prova su appuntamento di 10 tra le più interessanti Mercedes del passato: dalla Simplex dell'inizio del secolo alla 300SL appena citata, passando per la 500K Cabriolet del '35 o per la prima Diesel del mondo, naturalmente una Mercedes, la 260D del 1936. La sportiva SSK del 1928: solo il manualedi bordo costa due milioni di lire

Persone citate: Alberto Bellucci, Emil Jellinek, Jellinek, Mercedes-benz, Ute Baumann

Luoghi citati: Stoccarda, Usa