«Un ruolo decisivo per l'Ue»

«Un ruolo decisivo per l'Ue» «Un ruolo decisivo per l'Ue» Parla Léotard, rappresentante europeo a Skopje intervista BRUXELLES MENTRE parte l'azione militare della Nato per la raccolta delle armi albanesi, Frangèis Léotard, rappresentante speciale dell'Unione Europea in Macedonia, non nasconde la sua soddisfazione per aver contribuito alla difficile fase negoziale. Dopo 45 giorni passati a Skopje a far dialogare le due parti albanese e macedone, il successo dell'azione politica sarà ora intrinsecamente legato al buon svolgimento della missione militare. E per la prima volta la cooperazione Unione Europea-Nato sta dando dei frutti tangibili. Monsieur Léotard, sembra che le riunioni a cui ha partecipato a Bruxelles, al Consiglio Uè e alla Nato negli ultimi giorni, siano andate molto bene. Come funziona la nuova cooperazione Nato-Ue? Si è ormai instaurato un fitto scambio di informazioni tra le due organizzazioni e questo agevola il lavolo nei due campi, politico e militare. D'altronde, non sarebbe stato possibile lanciare la missione di raccolta delle armi, se nel frattempo i negoziati politici non avessero preparato il terreno. In più, al momento della firma dell'accordo di pace, il 13 agosto scorso, si è fatto attenzione a vincolare l'attuazione delle riforme amministrative, che vanno nel senso di offrire maggiori diritti agli albanesi. alla buona riuscita dell'azione Nato. In che senso? Già la settimana prossima ci sarà la prima prova. Il 31 agosto il Parlamento macedone deve votare la riforma della costituzione, che darà più spazio alle autorità locali. Ebbene il voto si terrà solo se nel frattempo sarà stato raccolto almeno un terzo delle armi. Per questo la Nato sta cercando di accelerare l'operazione. Rimandare il voto sarebbe un segno di debolezza insopportabile. Le riforme amministrative in cui si sono impegnati i macedoni sono comunque molto più ampie. Di che si tratta? Una serie di leggi devono essere modificate da qui al 2002, altre cambieranno nei prossimi anni. Ma l'impegno assunto dal presidente Boris Traikovski è molto ambizioso per un Paese che negli ultimi mesi viveva nel caos generale. Comunque tra le prime leggi bisogna riformare la polizia, permettendo a molti più albanesi di parteciparvi. Inoltre ci saranno dei programmi finanziati dall'Ue, per la formazione dei poliziotti, per il ritorno dei rifugiati e per la ricostruzione. Già, anche qui s'intravede un'altra condizione. Perché parta il cordone umanitario degli aiuti alla ricostruzione l'azione militare deve essere terminata? Certamente speriamo che la Nato aiuti a riportare stabilità nel Paese dopo sette mesi di guerriglia. E una volta ristabilito l'ordine si potrà pensare a ricostruire il Paese. L'Unione Europea ha già previsto ingenti aiuti nel Patto di Stabilità per i Balcani. E a fine ottobre potrebbe già essere organizzata a Bruxelles una conferenza dei donatori per la Macedonia. Naturalmente, se nel frattempo l'azione militare sarà terminata, [m. m.l

Persone citate: Boris Traikovski

Luoghi citati: Bruxelles, Macedonia, Skopje