Il premier: «Abbiamo già dato»? Solo una battuta di Ugo Magri

Il premier: «Abbiamo già dato»? Solo una battuta RITORNO A PALAZZO CHIGI DALLA SARDEGNA. IL PROGETTO: DISINNESCARE IL PERICOLO, «MINIMIZZARE» I DUE EVENTI Il premier: «Abbiamo già dato»? Solo una battuta ;Con Lady Jhatcher prepara una «Carta universale» per il prossimo G8 retroscena Ugo Magri ROMA LI ALFA color argento di Sili vio Berlusconi scivola nel portone di via del Plebiscito alle cinque del pomeriggio. Si arresta sulla ghiaia del cortile, e il premier ne discende nella cosiddetta tenuta operaia (pantaloni e camicia blu, sulle spalle un golfettino in tinta). Arriva da Porto Rotondo, è passato da casa solo per cambiarsi d'abito. Questione di minuti, infatti, ed eccolo risalire in auto nell'altra divisa d'ordinanza (abito blu notte, cravatta a pois) diretto alla sede del govemo per ricevere i ministri degli Esteri e della Difesa. L'Alfa ripassa il portóne, Berlusconi fa ciao con la mano ai militi dell'Arma che lì davanti si sciolgono dal caldo, e rivolto al cronista pone l'indice sulle labbra come per dire: inutile farmi la posta, tanto non parlo. Non si confida coi giornalisti, il presidente del Consiglio, ma coi collaboratori più stretti ha già messo in tavola le carte del prossimo autunno. Delle ultime quarantott'ore, ne ha trascorse parecchie al telefono con Gianni Letta, rimasto a Roma per presidiare la guamìgione semideserta, e col portavoce Paolo Bonaiuti, in navigazione nel Mediterraneo ma sempre a tiro di telefonino. S'è sentito con Beppe Pisanu, e a qualche ministro della cerchia più intima ha anticipato gli schemi di gioco. Prima mossa, la più urgente: disinnescare la mina dei vertici internazionali, che rischiano di trasformarsi nel bis di Genova. Se dipendesse da lui, Berlusconi rinuncerebbe tanto a quello di Roma (Fao) che all'altro di Napoli (Nato). Però sa bene che non è facile. Per cui oggi minimizza la battuta di due settimane fa («abbiamo già dato») sfoderando con gli amici l'immancabile barzelletta: «Un gruppo di genovesi fa una gita in montagna e viene colto dalla tormenta. Trovano riparo in un rifugio finché dopo due giorni le squadre di soccorso bussano alla porta. "Chi è?", domandano da dentro. "La Croce rossa", rispondono i soccorritori. E i genovesi, d'istinto: "Grazie, abbiamo già dato". Ecco, io intendevo T'abbiamo già dato" proprio alla genovese, come ima battuta d'istinto...». Barzellette a parte, Berlusconi resta determinatissimo a sminuire i due eventi, a «nasconderli» fin quasi a farli scomparire agli occhi degli italiani. Seconda decisione strategica: «Sul referendum federalista lasceremo libertà di voto. Il 7 ottobre ognuno si regoli come meglio crede, tanto poi seguirà il nostro disegno di legge sulla devolution per rimettere le cose a posto». Libertà di voto significa che Bossi, se inviterà i suoi a disertare le urne, non provocherà «strappi» nella maggioranza. Poi c'è la carta delle pensioni. Il premier la tiene in serbo per l'autunno, quando ribollirà la piazza. «Rispetteremo l'impegno di aumentare quelle minime», conferma in queste ore nei suoi colloqui privati. L'unico dubbio riguarda i primi a beneficiarne. «Devo ancora decidere», ammette Berlusconi, «se dare il milione promesso ai soli pensionati più anziani e in seguito agli altri, oppure aumentare tutte le minime di centomila lire all'anno, fino a quando verrà raggiunto il milione». Dipenderà da come viene colmato il «buco» nel conti, che il capo del governo quantifica in 25.500 miliardi. L'ultimo asso che il Cavaliere si prepara a calare è stato messo a punto nel buen retiro delle Bermude, e si chiama riforma della pubblica amministrazione. Berlusconi ne ha ragionato a tu per tu con Margaret Thatcher, che a cavallo di Ferragosto è andata segretamente a trovarlo nella villa «Blue Horizon» (la Lady di ferro verrà presto anche in Italia). Poi il premier ne ha discusso con alcuni esperti intemazionali convocati aggiù. E poiché ama le «cose in grande, la riforma dello Stato è un verbo che Berlusconi si propone di diffondere addirittura su scala planetaria. Invece di darsi un po' di tregua, infatti, Berlusconi si sta applicando alla «Carta universale di organizzazione statuale» che intende presentare al G8 dell'anno prossimo in Canada. I paesi del Terzo Mondo che vorranno adottarla si troveranno non solo con un'organizzazione pubblica più efficiente ma pure, è la tesi berlusconiana, banche internazionali e Stati esteri più disposti a dare finanziamenti. Prepara progetti a medio e lungo termine, il premier, perché «sono stato democraticamente eletto e ho cinque anni di tempo per realizzare i miei programmi. Quelli che dovevo attuare nei primi cento giorni», calcola Berlusconi, «li ho approntati in soli quarantotto. Per cui mia moglie Veronica adesso sostiene che meriterei cinquantadue giorni di vacanza». Altri progetti per l'autunno «Sul referendum federalista lasceremo libertà di voto il 7 ottobre ognuno si regoli come meglio crede» «Rispetteremo l'impegno di aumentare le pensioni minime. Unico dubbio: chi ne beneficerà per primo» - L'ex premier britannico Margaret Thatcher A destra: il ministro degli Esteri Renato Ruggiero

Luoghi citati: Canada, Fao, Genova, Italia, Napoli, Roma, Sardegna