Il fratellino: io brinderò il prossimo anno di Stefano Mancini

Il fratellino: io brinderò il prossimo anno Il fratellino: io brinderò il prossimo anno Ralf applaude il neo-campione, per gli italiani solamente delusioni Stefano Mancini inviato a BUDAPEST «Peccato che non sia io lo Schumacher campione», scherza Ralf, che sorride e pregusta una festa in famiglia a parti invertite già nel 2002. «Brinderò con lui, sono molto contento anche se non sono riuscito a salire sul podio. Capisco la sua gioia e la capirò ancora meglio il giorno che toccherà a me. Stupito della Ferrari? No, si è dimostrata la squadra più forte. Se non avesse chiuso il discorso qui in Ungheria lo avrebbe fatto tra due settimane a Spa, in Belgio». Tra le lente curve dell'Hungaroring, la Williams-Bmw ha dimostrato i limiti di quest'anno. E' finita con un quarto posto per Ralf e un ottavo per Juan Fabio Montoya. Tanto basta a tenere viva la lotta per la piazza d'onore nelle classifiche dei piloti e dei costruttori. «E' stata la gara più dura della stagione - si lamenta Schumi II -. Ho lottato tutto il tempo con problemi di sottosterzo e sovrasterzo. Con Hakkinen è stata una bella battaglia: ho faticato parecchio a difendere la posizione». Più drastico Montoya: «Il classico weekend in cui non te ne va dritta una, concluso con una gara da dimenticare. La macchina' è andata male dall'inizio alla fine, ma ero ben determinato ad arrivare in fondo per rispetto dei ragazzi del team, che hanno lavorato duro per me». Altrettanto delusi i due italiani. Jarno Trulli (Jordan): «Ho tenuto la quinta posizione fino al pit stop, quando un problema al rifornimento mi ha fatto scivolare al decimo posto. Sono uscito dalla zona punti, però ho continuato a spingere e a sperare in una rimonta, finché un problema idraulico non mi ha fermato». Giancarlo Fisichella (Benetton) è 15mo: «Siamo migliorati sul piano delle prestazioni, e questa è una bella cosa. Ma proprio per tale ragione, poi la delusione in gara è stata più grande. Il difetto principale ? La mancanza di aderenza». Completa il trionfo Ferrari il sesto posto di Nick Heidfeld sulla Sauber motorizzata da Maranello (propulsore versione 2000). «Ero preoccupato dopo aver toccato Trulli al via spiega il pilota tedesco -. Volevo portarmi all'interno, ma sono partito così veloce che mi sono dovuto spostare all'esterno per evitare tamponamenti. Così sono finito sulla parte sporca della pista e mi è andata bene che ho mantenuto la posizione. La macchina ha cominciato a sottosterzare un po', ma sono riuscito a conquistare lo stesso un punto prezioso». Tra i personaggi del giorno c'è Alain Prost, e non certo per le modeste prestazioni delle sue macchine (pure loro spinte da motori made in Maranello): il suo record, i 51 Gp vinti, è stato eguagliato da Schumacher. L'ex ferrarista la pren¬ de con filosofia: «Io ho smesso da tempo di correre, mentre lui è nel pieno della carriera. Vincerà uno o due titoli ancora e tante gare. La sua carriera è già eccezionale: 51, 60 o 70 vittorie non fanno più la differenza. Il fatto importante è che merita questa vittoria, così come tutta la squadra. La loro forza, da cinque anni a questa parte, è la stabilità». Quando il record vacillava, Prost aveva espresso un desiderio: provare la Ferrari. E' un sogno realizzabile? «Chissà. Era una cosa tra me e Montezemolo, un gioco. Ora penso a risolvere i miei problemi (economici, ndr) e a finire la stagione». 11 Prost dei tempi d'oro batterebbe lo Schumi di oggi? «Il bello dello sport e dell'automobilismo in particolare è che non si possono confrontare piloti e vetture di periodi diversi risponde saggio Prost -.Ne potremmo discutere per una notte intera e non arriveremmo mai a una risposta definitiva».

Luoghi citati: Belgio, Budapest, Maranello, Ungheria