«Vigneti di Moscato da tagliare al 15%»

«Vigneti di Moscato da tagliare al 15%» BERNARDINO BOSIO LANCIA LA SFIDA: RESE FLESSIBILI O SUBITO UNA CORAGGIOSA RISTRUTTURAZIONE «Vigneti di Moscato da tagliare al 15%» Nella vertenza sul prezzo proposta choc del sindaco di Acqui Filippo Largane CANELLI A meno di un mese dalla vendemmia cresce l'attesa per l'accordo interprofessionale su prezzi e rese per ettaro delle uve moscato. La trattativa agricoltori-industriali si è bloccata proprio alla definizione dei costi al miriagrammo e sulla destinazione degli esuberi non Docg. Una vertenza difficile per un comparto che coinvolge oltre 7 mila aziende agricole sparse nei 52 Comuni della zona di produzione tra Astigiano, Alessandrino e Cuneese. Sul tavolo decisioni determinanti per il futuro dell'Asti spumante, prodotto con uve moscato in circa 70 milioni di bottiglie l'anno, che nel 2000 avrebbe accusato cali di vendite del 200Zo, e il Moscato d'Asti «tappo raso», 5 milioni di pezzi con volumi stabili. Assomoscato, 4 mila viticoltori associati, presidente Giovanni Satragno, chiede 1000 lire in più al miriagrammo rispetto alle 16.700 dello scorso anno; garanzie sulle eccedenze non Docg spesso utilizzate per prodotti con nomi di fantasia che l'associazione ritiene" concorrenti dell'Asti; quote Docg a 70 quintali-ettaro (83 lo scorso anno) con superi non Docg del 200Zo. La delegazione industriale, guidata dall'imprenditore vinicolo cuneese Emilio Barbero, conferma il prezzo medio dell'uva a 16.700 lire; e rese-ettaro fino a 120 quintali, con 70 quintali di Docg. Proposte giudicate inaccettabili da Assomoscato. Un avvicinamento si è tentato con la mediazione dell'assessore regionale all'Agricoltura Ugo Cavaliere che, dopo vari incontri, ha invitato le parti a trovare un accordo entro agosto. E infatti le trattative dovrebbero riprendere proprio in questi giomi. Gli spiragli per una convergenza non mancano, Satragno e Barbero si dichiarano ottimisti. Intanto nella vicenda si leva la voce del sindaco di Acqui Terme, zona dei moscato: Bernardino Sosio, enologo e produttore di uve. Bósio conferma le preoccupazioni «di sindaci e operatori» per la crisi in cui si trova il moscato e, con una lettera aperta annuncia i risultati di un'analisi realizzata «raccogliendo i dati di esperti e viticoltori». Il primo cittadino di acqui rileva «dati allarmanti», la produzione 2001 del moscato si attesterebbe «ben oltre i 100 quintali di grappoli per ettaro. Con uve di granchssima qualità». Tuttavia avverte che «l'effetto sarà disastroso. Produrremo ettolitri di mosti eccezionali, ma sempre eccedenti rispetto ai consumi di mercato». Già nel '99 si ebbero eccedenze invendute pari a 120 mila ettolitri che poi, con il via libera e gli aiuti da Uè e Governo (si spesero più di 30 miliardi), furono avviate alla distillazione. E a proposito di superproduzione Bosio indica mah pregressi e solu. zioni. Tra i primi, «anni di disattenzione nel settore vitivinicolo che hanno permesso, con responsabilità a vari livelli, impianti di moscato in zone non idonee» e stima attorno al 1507o la percentuale di vigneti di moscato «che non dovrebbero esistere». Il sindaco di acqui considera «immorale» l'abbassamento delle rese per ettaro «a pochi giorni dalla vendemmia», «tardive, anche se in buona fede» le iniziative prò moscato di enti o sindaci, e consiglia azioni «difficili, ma urgenti» tra cui, rese fissate per 5 anni, ma flessibili secondo le condizioni di mercato, «o, in alternativa, un'immediata e coraggiosa ristutturazione del parco vigneti, che comunque va affrontata in futuro». Bosio, infine, auspica la «cancellazione de;li esuberi del 200Zo ammessi per egge» e «serie strategie promozionali». Bernardino Bosio, sindaco di Acqui

Persone citate: Alessandrino, Barbero, Bernardino Bosio, Bernardino Sosio, Emilio Barbero, Filippo Largane, Giovanni Satragno, Satragno, Ugo Cavaliere

Luoghi citati: Acqui, Acqui Terme, Canelli