Milingo diventa un caso diplomatico di Giacomo Galeazzi

Milingo diventa un caso diplomatico Milingo diventa un caso diplomatico La Corea del Sud media tra Moon e il Vaticano Giacomo Galeazzi ROMA «Difendiamo il diritto di Emmanuel di avere la moghe e nello stesso tempo di rimanere arcivescovo. Se nel suo cuore si è avuto un cambiamento, la cosa migliore è quella di lasciare che i coniugi si spieghino e risolvano assieme la questione». Nelle parole del portavoce di Moon è sintetizzata la «fase due» della clamorosa vicenda. Dallo scontro frontale alla guerriglia, il caso Milingo come un giallo internazionale con inattesi risvolti diplomatici per la mediazione dell'ambasciatore sudcoreano. La potente setta orientale cambia strategia nel suo assalto mediatico al Vaticano e sceghe la linea morbida. I continui colpi di scena lasciano il campo ai tempi lunghi di una battagha logorante. Alle minacce perentorie, come quella di denunciare la Santa Sede per sequestro di persona, e ai gesti di aperta ostilità (le porte chiuse in faccia agli emissari del Papa e il rifiuto di accettare la lettera dell'esorcista) si sostituiscono toni solo apparentemente concilianti. Ostentano pacatezza, i seguaci di Moon, ma stanno in realtà alzando il tuo, pronti a portare il digiuno di Maria Sung fino alle estreme conseguenze. Puntano l'indice contro il celibato ecclesiastico e si proclamano paladini dei diritti umani perché sanno di creare imbarazzo oltre Tevere. Se il Vaticano, per salvare la vita alla dottoressa coreana, accetterà il confronto, la loro vittoria risulterà evidente agli occhi del mondo. Accreditarsi come interlocutori del Pontefice equivale a mandare un messaggio senza precedenti a milioni di potenziali adepti nel mondo cattolico. Mostrando il loro volto rassicurante, gh unificazionisti inseguono negli spot a piazza San Pietro una legittimazione pericolosa per Roma. «Nutriamo un rispetto profondo nei confronti della fede cattolica e apprezziamo il ruolo della Chiesa nel mondo - afferma il reverendo Shanker - comprendiamo ciò che una situazione simile ha creato per il Vaticano e ci dispiace, ma questa non vuole essere una guerra tra religioni poiché ammiriamo il Santo Padre, il suo impegno verso la famiglia e l'appoggio che fornisce al dialogo interreligioso. Voghamo soltanto che Maria Sung ritrovi il marito, chiederemo anche l'aiuto della polizia italiana». Eppure appena un paio di giorni fa la setta, mostrando una lettera del 2 agosto in cui Milingo annunciava di voler «coordinare i 120 mila preti cattohci sposati nel mondo», aveva definito «degno del Medioevo e dell'Inquisizione» il fatto che la Santa Sede avesse reso nota la dichiarazione di intenti del presule al Pontefice. La dottoressa coreana continuerà a oltranza lo sciopero della fame fino a quando non vedrà faccia a faccia il suo sposo. Non terrà altre conferenze stampa e non accetterà alcuna condizione che il Vaticano voglia imporle. Anche ieri la moglie abbandonata dell'arcivescovo africano, giunta per protesta al sesto giorno di digiuno, si è recata a pregare davanti alla basilica di San Pietro. A tentare la strada della diplomazia è l'ambasciatore di Seul presso la Santa Sede, Yang II Bac, che ha incontrato la sua connazionale, prospettando uno spiraglio por un possibile incontro chiarificatore a breve termme tra i coniugi. «Il Vaticano - evidenzia 0 diplomatico - sta considerando la possibilità di pennettere a Milingo di vedere Maria entro pochi giorni». L'ambasciatore ieri ha pure avuto un colloquio con il vice di Ratzinger, Tarcisio Bertone. A chiedere l'intervento del diplomatico è slato il Valicano, che nei giorni scorsi aveva tentalo inutilmente di stabilire un contatto con Maria Sung. «La signora mi è apparsa stanca, debilitata - racconta - beve solo acqua minerale». Anche lui ha tentalo di consegnarle la lettera d'addio scritta dal marito, ma lady Milingo l'ha rifiutata per l'ennesima volta: vuole parlargli guardandolo negli occhi. L'ambasciatore di Seul incontra Maria Sung e il vice di Ratzinger «Possibile un colloquio tra l'arcivescovo e la moglie» La dottoressa è decisa a continuare lo sciopero della fame e non vuole accettare condizioni Maria Sung la moglie coreana dell'arcivescovo Milingo anche Ieri mattina si è recata a pregare In piazza San Pietro

Luoghi citati: Corea Del Sud, Roma