«Per ia Coppa ora sono un forzato della vela»

«Per ia Coppa ora sono un forzato della vela» —, . , , .—, . — . . . .— - : : : —.~—. 'ARMATORE NAPOLETANO SARÀ IN LIZZA IN NUOVA ZELANDA CON «MASCALZONE LATINO», UN VELIERO INTERAMENTE REALIZZATO IN ITALIA «Per ia Coppa ora sono un forzato della vela» Onorato: nel team siamo tutti amici, lavoriamo da quattro anni per quella sfida la storia Fabio Pozzo P0RT0FERRAI0 PEB poter fare le regate sono quattro anni che non faccio ferie e che, ovunque vada, mi segue la mia segretaria, così da poter approfittare d'ogni pausa per lavorare. Napoletano, 44 anni, armatore della flotta Moby Lines, Vincenzo Onorato è un forzato della vela. Quest'anno ha vinto il campionato italiano della classe Mumm 30 e la Coppa del Be, uno dei trofei più prestigiosi del Mediterraneo, consegnatogli da re Juan Carlos di Borbone, uno dei velisti battuti nelle acque di Palma di Maiorca. Una febbre, quella per randa e spinnaker, che rischia di fargli saltare le vacanze almeno per altri due anni: Onorato sta infatti inseguendo il sogno più grande d'ogni velista, la Coppa Ame- rica. La sfida è già stata lanciata. E non soltanto ai neozelandesi di BL, detentori del trofeo, ma anche a Luna Possa di Patrizio Bertelli e Francesco de Angelis. Un derby tutto italiano che si giocherà nell'ottobre 2002 ad Auckland, nella Louis Vuitton Cup, la prima fase di regate per la selezione del team che dal 15 febbraio scenderà in acqua contro i kiwi. Onorato ha scelto un nome di battaglia che sa di Mediterraneo: Mascalzone Latino. «E' il titolo di un ed di Pino Daniele che mi piace, molto», spiega l'armatore, che nel nome del cantautore partenopeo ha battezzato già una dozzina di sue barche e battezzerà, era scontato, anche lo scafo col quale andrà all'assalto della Coppa America. Lo scafo o gli scafi? «Stiamo ancora valutando se costruire una o due barche. Il tempo a disposizione non è molto, decideremo al più presto. Sarà comunque - assicura l'armatore, che si è affidato al progettista Giovanni Ceccarelii - una barca pensata e costruita in Italia». Il made in Italy è uno dei suoi pallini. Gli fa gioco, per altro, nel derby con Lima Bossa, una multinazionale della vela con mezzo team straniero, che non ha ancora deciso a chi affiderà il timone, se allo skipper napoletano Francesco de Angelis oppure agli anglofoni Bod Davis o Gavin Brady. «Il nostro sarà un equipaggio tutto italiano che userà una barca e vele italiane», assicura Onorato. L'armatore partenopeo sceglie la rotta della diplomazia. «Il team di Bertelli ha lavorato bene. Può contare su De Angehs che è bravissimo. Sarebbe bello se la finale della Louis Vuitton Cup fosse disputata da due team italiani». Prada Challenge ha ingaggiato autentici mostri sacri della vela mondiale, gli facciamo notare. L'armatore-vehsta, incalzato, si lascia trasportare dal clima del derby. «Non basta prendere i migliori velisti del mondo - dice - per vincere la Coppa America. Noi partiamo da presupposti diversi. Prada Challenge nasce per la Coppa, noi siamo invece un. gruppo vero, unito, che si è costruito negli anni, regata su regata. Ecco, sotto questo aspetto mi sono ispirato al team di Black Magic». I velisti di Mascalzone Latino, quando non regalano altrove, si allenano su Bravo Espana (scafo che ha già provato le acque neozelandesi) all'isola dell'Elba, davanti a Portofeiraio, dove il team fa base; gli ultimi acquisti dell'equipaggio per Auckland sono il timoniere Pao¬ lo Clan (ex Prada) e il tattico triestino Vasco Vascotto. Il budget? «Sono in sospeso alcune scelte operative, questione di giorni. Le cifre comunque sono quelle già dette», risponde Onorato. Si parla di una forbice tra 70 e 110 miliardi, da dividere con gli sponsor (Tim su tutti). Neil'inseguire il sogno ecco una nota di rammarico. «Ho vinto i campionati mondiaU Ims e Mumm 30, l'anno scorso, stando al timone delle mie barche, adesso sto realizzando il sogno più grande per ogni velista, la Coppa America, ma mi devo fare da parte. Devo garantire al team il migliore timoniere in circolazione, il migliore nei match-race, e per me è Paolo Gian». Così Onorato non sarà al timone di Mascalzone Latino: a bordo salirà come skipper e forse anche come «grinder», uno dei ruoli più faticosi, che costringe a stare nel pozzetto a mulinare le braccia sulle manovelle dei verricelli. Che cosà fa fare la passione... La barca battezzata con un curioso nome di battaglia: «E'il titolo di un ed di Pino Daniele che mi piace molto» La base dell'equipaggio è all'isola d'Elba La rivalità con Luna Rossa: «Non basta prendere i migliori per vincere» L'armatore napoletano Vincenzo Onorato è in lizza per la Coppa America 2002 con Mascalzone Latino

Luoghi citati: America, Auckland, Italia, Lima, Maiorca, Nuova Zelanda