Braccio dì ferro alla Corte Suprema di Maurizio Molinari

Braccio dì ferro alla Corte Suprema L'OPINIONE PUBBLICA SEMPRE PIÙ' INQUIETA PER IL RISCHIO DI ERRORI GIUDIZIARI Braccio dì ferro alla Corte Suprema La guerra tra due magistrati sulle esecuzioni dei minori fUMWIHlMDffinmwyiliilllIIIIW retroscena Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK DIETRO la decisione della Corte d'appello criminale del Texas sulla sorte di Napoleon Beazley c'è il braccio di ferro in corso a Washington, dentro la Corte Suprema degli Stati Uniti, sulle esecuzioni dei minorenni, e la sospensione conferma che le procedure di anolicazione della oena caoita- applicazione della pena capita le attraversano una fase di revisione da parte del sistema giudiziario americano. Due terzi dei cittadini degli Stati Uniti restano a favore della pena capitale, reìntrodotta dalla Corte Suprema nel 1976 ed applicata da allora 700 volte. Sebbene la percentuale è in calo rispetto al '89 per cento del 1994, sì tratta comunque di un blocco compatto che prescinde da ceto, gruppo etnico, luogo di residenza, fede politica o religiosa di chi lo compo¬ ne. I sondaggi descrivono inve- ne. I sondaggi descrìvono invece un'opinione pubblica inquieta per il rischio che vengano commessi errori nel procedimento penale ovvero che venga ucciso a norma di legge un non colpevole. Sebbene non sia stata finora dimostrata l'innocenza di nessuno dei giustiziati dal 1976, il numero dì condannati a morte che si vedono modificare la pena in appello è aumentato vertiginosamente, fino a toccare i due terzi del totale: il sette per cento dì questi è stato dichiarato del tutto innoce) dichiarato del tutto innocente e liberato, mentre a oltre il 75 per cento è stata commutata la pena. Tante correzioni di giudizio indicano per gli americani l'esistenza del rischio di un'applicazione errata della nonna. L'effetto sulla politica non ha tardato a farsi sentire. Il governatore repubblicano deirillinoìs, George Ryan, applica la moratoria sulle esecuzioni dal gennaio 2000 dopo aver visto dichiarare del tutto innocenti tredici condannati a morte. Maryland, Nebraska ed Indiana stanno seguendo l'esempio, mentre il governatore repubblicano della Florida e fratello del presidente, Jeb Bush, guida il fronte di chi si oppone all'esecuzione di minorati mentali. Fra le tante spìnte a favore di modifiche e revisioni della legge nei 38 Stati su 50 che applicano la pena capitale la battaglia in seno alla Corte Suprema Usa si sta sviluppando su un terreno particolare, quello dei reati capitali commessi da minorenni come nel caso di Napoleon Beazley. Quando il giudice Sandra O'Connor a inìzio estate si disse contraria a giustiziare i minorenni non era una vaga dichiarazione di principi: l'obiettivo era una sentenza del 1989 su un caso nel Kentucky redatta dal giudice Antonin Scalia, che stabilì l'applicabilità della pena di morte nei confronti dei cittadini di 16 e 17 anni di età. Da allora la sentenza Scalia ha comportato l'esecuzione di 14 minorenni maschi, la metà dei quali in Texas: sono 19 gli Stati americani dove può essere condannato un sedicenne e 5 quelli in cui il limite fissato sono i 17 anni, in tutti gli altri è di 18 anni. Il braccio di ferro fra O'Connor e Scalia oppone due conservatori doc, entrambi favorevoli alla pena capitale, ma è la prova generale della possibilità di riformare le leggi vigenti, diminuendo il numero dei candidati potenziali all'esecuzione. Da qui l'importanza del caso di Napoleon Beazley. La linea O'Connor in questa occasione ha prevalso anche perché Scalia - legato da rapporti personali e professionali a un parente della vittima - non ha potuto che rimanere alla finestra. Ma ciò che più conta per Sandra O'Connor - sostenuta dai grandi media del Paese ed anche da Patrick Leahy, presidente democratico della Commissione Giustizia del Senato è l'aver trovato consensi in diversi livelli del sistema giudiziario del Texas, primo Stato degli Usa per numero di minorenni giustiziati. Ad alzare il velo sui mutamenti di opinione in corso nella magistratura è stata in particolare la lettera scritta dal giudice Cynthia Kent, responsabile del caso Beazley, e inviata al governatore del Texas, Rick Perry, per chiedere che la pena venisse modificata «in ragione dell'età» che il condannato aveva quando commise il delitto. Nelle prime reazioni a caldo alla sospensione dell'esecuzione i promotori della campagna americana per Beazley - l'Associazione nazionale degli avvocati e Amnesty International hanno sottolineato proprio l'importanza del precedente che si è venuto a creare sulle condanne a morte dei minorenni. Gli avvocati americani hanno dato vita ad un gruppo di lavoro ad hoc per sostenere, a debita distanza, il braccio di ferro di Sandra O'Connor contro Scalia che, tuttavia, è solamente all'inizio.