Texas, Beazley salvo quattro ore prima dell'iniezione letale

Texas, Beazley salvo quattro ore prima dell'iniezione letale Texas, Beazley salvo quattro ore prima dell'iniezione letale Condannato per un omicidio commesso quando aveva diciassette anni: la corte d'appello decide la sospensione dopo che il legale ammette di aver svolto male il suo lavoro e di non aver insistito sull'età corrispondente da NEW YORK Napoleon Beazley stava finendo di scrivere la sua ultima lettera nel carcere di Huntsville, in Texas. La famiglia, raccolta in preghiera, aspettava l'esecuzione rinchiusa in casa, salvo il padre, uscito per andare a concordare il trasporto della salma con un'impresa di pompe funebri. Ma a quattro ore dall'esecuzione il conto alla rovescia si è bloccato. Un agente di custodia è entrato nella cella ed ha comunicato a Beazley, 25 anni, che la Corte d'appello criminale del Texas aveva deliberato la sospensione della condanna a morte. «Datemi un attimo, ho bisogno di comprendere questa cosa», ha risporto il giovano afroamericano posando la penna e chiedendo cinque minuti per riprendersi dall'arrivo dell'imprevista notizia. Il colpo di scena da thriller, avvenuto il giorno di ferragosto, segna la prima sospensione dell'esecuzione di ima pena óapitale da quando il repubblicano Rick Perry è diventato governatore del Texas. Negli undici precedenti casi le differenti istanze della giustizia dello Stato avevano sempre respinto ogni appello. La Corte d'Appello, con 6 voti contro 3, ha accettato all'ultimo unico un ricorso di 136 pagine redatto dall'avvocato di Beazley, Walter Long, nel quale si sollevavano dieci differenti obiezioni. Quella che ha convinto i giudici è inerente all'imperfetta conduzione della difesa da parte deU'avvocato del processo d'appello, Robin Norris, che ha ammesso con una dichiarazione fumata di aver svolto il suo compito in «maniera superficiale perché oberato di lavoro» e alla prese con altri quattro appelli per evitare esecuzioni capitali. La tesi di Walter Long che ha convinto la Corte è che fra gli errori commessi da Robin Norris vi fu quello di non sollevare con sufficiente efficacia la questione dell'età dell'imputato, che quando commise il delitto aveva solo 17 anni ed era dunque minorenne. La decisione dei giudici texani riflette l'andamento del dibattito sulla pena di morte fra i più alti responsabili della giustizia: giovane età e carenze difensive sono le due questioni che il giudice della Corte Suprema, Sandra O'Connor, e il presidente democratico della Commissione Giustizia del Senato, Patrick Leahy, hanno recentemente sollevato in merito all'imperfetta applicazione della pena capitale in numerosi Stati. Il caso di Beazley aveva fatto notizia nelle ultime settimane per la decisione di tre giudici della Corte Suprema - Clarence Thomas, Antonin Scalia e David Souter - di astenersi nella decisione sull'appello perché legati da rapporti di conoscenza personale e collaborazione professionale con Michael Lutting, il cui padre John venne ucciso con due colpi alla testa da Beazley mentre tentava di rubargli la sua Mercedes. I restanti sei giudici della Corte Suprema si divisero a metà e dunque l'appello venne respinto. L'episodio dì sangue avvenne nell'aprile del 1994, quando l'automobile di John Lutting, 63 anni, venne fermata ed assaltata da Beazley e da due suoi amici, Cedric e Donald Coleman. Ma l'assalto - tipico esempio di «carjacking» - non riuscì e John Lutting difese energicamente il volante della sua auto. Beazley lo freddò commettendo il suo primo atto criminale. Fino ad allora Napoleon aveva condotto una vita da ragazzo tranquillo, bravo negli studi e nello sport, fedina penale impeccabile. Durante il processo i fratelli Coleman puntarono l'indi¬ ce contro Beazley, raccontando di averlo sentito esprimere più volte «il desiderio di ammazzare qualcuno». Ma dopo essere stati condannati all'ergastolo - evitando la pena di morte - i due ragazzi hanno cambiato versione dei fatti, dicendo di aver mentito nel tentativo di rimanere comunque vivi. L'avvocato difensore Long si è dichiarato «molto contento per quello che è successo a seguito della decisione della Corte d'Appello», ma ha avvertito che «la guerra non è finita» perché adesso tenterà di andare oltre la sospensione e ottenere l'annullamento della condanna a morte. Contro l'esecuzione di Napoleon sì erano appellati al governatore del Texas l'Àssociazione degli avvocati americani, l'Unione Europea e Amnesty International. «Speriamo adesso che ì giudici sì rendano conto che la possibilità di giustiziare questo ragazzo non sarebbe mai dovuta esistere», ha commentato Sue GunawardenaVaugh, coordinatrice del programma di Amnesty contro la pena di morte. [m. me] Il detenuto stava scrivendo l'ultima lettera alla famiglia Quando gli hanno dato la notizia ha detto: «Datemi un attimo, ho bisogno di capire». Per lui avevano rivolto appelli al governatore l'Associazione degli avvocati, l'Unione europea e Amnesty International Tre giudici erano legati da rapporti personali e professionali con il figlio della vittima assassinato per rapina Due complici dell'imputato che avevano detto di averlo sentito ripetere: «Ho voglia di ammazzare qualcuno» hanno ritrattato Nella foto grande, il condannato a morte Napoleon Beazley Qui accanto i parenti esultano alla notizia del rinvio dell'esecuzione

Luoghi citati: New York, Texas