«Questa maggioranza ignora le donne» di Antonella Rampino

«Questa maggioranza ignora le donne» L'EX RESPONSABILE DELLE PARI OPPORTUNITÀ: SU QUESTA MATERIA NON CONOSCIAMO ANCORA IL PROGRAMMA Di PALAZZO CHIGI «Questa maggioranza ignora le donne» Turco contro Prestigiacomo: si limita a copiare progetti altrui intervista Antonella Rampino ROMA DA ex ministro a ministro in carica. Livia Turco, diessina già titolare della Solidarietà sociale, si dice «indignata» con l'attuale ministro per le Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo. «E' uno dei pochi ministri che ancora non ha presentato il suo programma di governo. Noi l'abbiamo chiamata in Commissione Affari sociali e lei non è venuta. Roberto Maroni sì, Sirchia pure. Lei no. E presenta in Consiglio dei ministri due disegni di legge che stanno già facendo il proprio iter in Parlamento? Semplicemente per poter dire che quei due disegni di legge sono farina del sacco del governo. E adesso si permette pure di dire che il centrosinistra non ha fatto nulla?». Prestigiacomo dice che il centrosinistra «ha prodotto parole, ma non atti». «Un bel segno di rispetto per il Parlamento, da parte di un ministro della Repubblica. Comunque, sulla modifica dell'articolo 51 della Costituzione nella scorsa legislatura ci fu un'iniziativa di Claudia Mancina e di altre parlamentari, molto importante per poter poi introdurre nelle leggi elettorali il meccanismo delle quote per le pari opportunità. In questa legislatura, su impulso della Commissione pari opportunità presieduta da Marina Piazza e per iniziativa politicamente trasversale di molte parlamentari, Laura Cima, Alessandra Mussolini, Elena Montecchi, Elena Cordoni e altre, è stato presentato già il primo giorno di apertura della legislatura il testo di legge di modifica dell'articolo 51 della Costituzione. Non solo. Una delegazione di parlamentari è andata da Pier Ferdinando Casini per sostenere la procedura d'urgenza, per chiedere la corsia preferenziale nel calendario dei lavori della Camera». Il testo di modifica costituzionale è lo stesso che Prestigiacomo ha presentato in Consiglio dei ministri? «Assolutamente lo stesso». E data la trasversalità politica che ha sostenuto questo progetto di riforma, che un ministro l'abbia fatto propria non è un vantaggio per tutti? «Io non contesto la legittimità. Contesto l'utilità, e la polemica con le donne del centrosinistra. E' singolare, per lo meno, che un governo faccia un disegno di legge quando ci sono già iniziative parlamentari. E', anche, un atto poco rispettoso dell'attività del Parlamento». Che cosa avrebbe dovuto fare, secondo lei, il mini- stro per le Pari opportunità? «In questi due mesi, invece di appropriarsi di due disegni di legge sui quali si è già avviato l'iter parlamentare, poteva fare provvedimenti sui problemi delle donne, che in questo Paese sono molto grossi, dal lavoro alla mancanza di servizi sociali. Nel Documento di programmazione economica e finanziaria avrebbe per esempio potuto far sì che sul tema della parità e delle politiche sociali non ci fossero solo poche righe assolutamente generiche, ma che ci fosse invece un'assunzione di impegni in termine di leggi e anche di risorse». Lei parla di due disegni di legge. Qual è l'altro? «Quello sul reato di riduzione in schiavitù, e cioè un reato che riguarda donne e bambini costretti a prostituirsi, ci fu il ddl del governo D'Alema, che fu approvato in Commissione Giustizia, e di cui è in corso il cammino parlamentare. Il testo è sostanzialmente identico a quello portato in Consiglio dei ministri da Prestigiacomo. Ma vorrei dire, mi scusi, che quello che contesto a Prestigiacomo è lo stile. Dovrebbe capire che le parlamentari, anche dell'opposizione, possono essere sue alleate, e aiutarla a fare quel lavoro ingrato che è il ministro di Pari opportunità. Noi siamo in attesa di sapere cosa vuole fare. Vuole impegnarsi sul tema del lavoro delle donne? E' una donna del Mezzogiorno, dovrebbe sapere quanto è importante. Sa benissimo che uno dei problemi più grossi è la conciliazione tra lavoro e vita familiare: il centrosinistra su questo ha fatto tanto, lei che intenzioni ha? Anche perché Maroni ci ha detto che lancerà un piano nazionale per gli asili nido, ma Maroni non è il ministro delle Pari Opportunità». «Sulla parità c'è già stata un'iniziativa trasversale Il centrodestra la imita per poter dire che è farina del suo sacco» «Noi vorremmo un impegno sul tema del lavoro femminile: lei nata nel Sud dovrebbe sapere quanto è importante» L'ex ministro per la Solidarietà Sociale Livia Turco (Ds)

Luoghi citati: Roma