Genova, scarcerati anche gli ultimi cinque attori di Paolo Lingua
Genova, scarcerati anche gli ultimi cinque attori IL GIP: MANCANZA DI GRAVI INDIZI. IN LIBERTÀ UN AUSTRALIANO, UNO SLOVACCO E TRE AUSTRIACI Genova, scarcerati anche gli ultimi cinque attori Vertice in Procura per decidere i capi d'accusa per i poliziotti, magistrati divisi Paolo Lingua GENOVA Il Diritto e, in qualche misura, la Politica sono i protagonisti più o meno palesi dell'aingorgone» che ha messo da ieri sera una pausa di riflessione nella complessa indagine della magistratura sui fatti del G8 di Genova. Infatti, per il «secondo balzo», ovvero un'accelerazione delle inchieste che riguardano il comportamento delle forze dell'ordine (segnatamente la polizia) e i suoi presunti eccessi di repressione, era stato convocalo per ieri pomeriggio un vertice dì inquirenti a Palazzo di Giustizia. In collegamento vivavoce con il procuratore capo Francesco Meloni, che resterà in Sardegna sino ai primi di settembre, i procuratori aggiunti Francesco Lalla e Michele Pellegrino, poco dopo le 16 avevano convocato i pm; Zucca, Pinto, Gardena, Miniati e Parentini. Poco prima delle 20, dopo quat¬ tro ore di accesa discussione, i pm sono usciti alla spicciolata, senza rilasciare dichiarazioni. Solo Francesco Lalla, dopo aver precisalo che oggi informerà più dettagliatamente il procuratore capo Meloni, ha detto che «la discussione non è finita» e ha ammesso che «le valutazioni non sono univoche». Ha precisato che «la materia è complessa», ma che, nel frattempo, l'attività inquisitoria non si fermerà. E' chiaro che si tende a guadagnare tempo per giungere a un equilibrato compromesso che è quello che vuole soprattutto Meloni, il quale sin dall'inizio della tormentata vicenda ha lasciato intendere di non voler dare vita a processi politici o comunque politicamente strumentalizzabili. Anche se le bocche dei magistrali sono sigillale, i termini dei contrasti in seno alla procura di Genova sono noti. C'è una lesi, sostanzialmente legalista, sostenuta soprattutto da Meloni e dallo stesso Lalla che parte dalla considerazione basilare del nostro ordinamento giuridico, secondo la quale «la responsabilità penale è personale». Quindi, dei presunti eccessi o delle violenze avvenute nelle scuole Diaz e Pertini o nel carcere di Bolzaneto si vogliono individuare i responsabili materiali, persona per persona, sia gli agenti, sia i funzionari. Gran parte dei pm invece vorrebbero tentare di imporre una linea d'azione giudiziaria che evidenzi una sorla di responsabilità generalizzala (con l'emissione di altrettanti atti d'accusa specifici nei confronti di tutti coloro che nei due episodi erano in servizio, sia che abbiano compiuto brutalità e violenze, sia che ne siano stati soltanto testimoni). Vista dall'esterno, la «querelle» vedrebbe la prima tesi come tutto sommato più giustificativa, la seconda invece incline a una colpevolizzazione dell'intero comportamento delle forze dell'ordine. Ma questa ultime, consideralo che ieri pomeriggio il gip Vincenzo Papille ha disposto la scarcerazione degli ultimi cinque «teatranti di strada» (uno slovacco, un australiano e tre austriaci) con la motivazione della «mancanza di gravi indizi» con cui erano slati liberali gli altri 19 attori, rischiano di restare le uniche sul banco degli accusati. Ieri mattina i magistrati inquirenti hanno raccolto una ulteriore pesante testimonianza da parte di Michael Gieser, 36 anni, lussemburghese residente in Belgio, che nella notte di sabato 21, si trovava nella scuola Pascoli, uno dei plessi collegati alla DiazPertini: malmenato dagli agenti mentre era disteso a terra, con l'orologio fracassato alle 12,10 (ora dell'irruzione), era riuscito a fuggire nella confusione generale, presentandosi poi la mattina successiva per sporgere querela di parte per lesioni personali e violenza privata. Francesco Lalla, procuratore aggiunto di Genova
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