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Nelle celle del convento e tele grezze di Griffa CARAGLIO Nelle celle del convento e tele grezze di Griffa Ampie e calligrafiche pennellate danno ritmo al neoastrattismo dell'artista torinese Guido Curto DA ormai sei anni l'ex Convento dei Cappuccini di Caraglio è diventato un inconsueto, affascinante Centro sperimentale per le arti contemporanee. Il merito d'aver attuato questa «riconversione funzionale» va al presidente dell'Associazione Marcovaldo, il trentasettenne Fabrizio Pellegrino che, senza traumi architettonici, ha saputo trasformare un luogo chiuso e appartato di preghiera in uno spazio aperto e vivace. Dopo varie rassegne dedicate agli artisti emergenti sulla scena internazionale e l'istituzione del premio «Meno Trenta», riservato ai giovani con meno di trent'anni, è ora in atto un cambiamento di rotta sul fronte delle scelte curatorali. Prova ne sia la mostra in corso: un omaggio al sessantacinquenne pittore torinese Giorgio Griffa. Nelle venti celle dell' antico convento e nel loggiato al primo piano del chiostro interno. Griffa ha collocato le sue tipiche tele grezze, prive di cornice, dipinte con pennellate ampie e calligrafiche utilizzando tempere acriliche dai vividi colori - turchese, rosso carminio, giallo, viola, verde - in modo da configurare opere neoastratte piene di ritmo e musicalità. La mostra, curata dal direttore artistico del Centro Andrea Busto e dalla critica d'arte Tiziana Conti, fa parte di una più vasta strategia espositiva tesa a «invadere» il circostante territorio cuneese. Non a caso, nello stesso periodo, l'Associazione Marcovaldo, sempre grazie ai finanziamenti della Regione Piemonte, ha organizzato nell'adiacente cittadina di Dronero, presso il museo Luigi Malie, una mostra di opere su carta e disegni di Mario Sironi, a cura di Claudia Gian Ferrari e Andrea Sironi. «Tela numero 36» di Giorgio Griffa Giorgio Griffa Caraglio (CN) ex Convento dei Cappuccini Orari: venerdì, sabato, domenica 15 - 20,f ino al 30 settembre