Bolzaneto, s'allunga la lista delle violenze
Bolzaneto, s'allunga la lista delle violenze Bolzaneto, s'allunga la lista delle violenze Nuovi racconti ai pm: «Alcuni agenti possiamo riconoscerli» Brunella Giovara inviata a GENOVA «Era vestito in un modo strano». Una specie di marziano, che lo pestava a manganellate. Saprebbe riconoscerlo? «Come no? Era uno della Finanza, la foto è poi uscita su tutti i giornali». Zona Foce, 21 luglio. Uno scatto immortala il «marziano», che da subito diventa uno dei simboli dell'aggressività delle forze dell'ordine. Tutta colpa di quella divisa antisommossa decisamente fuori ordinanza, in seguito spiegata dal comandante generale del corpo, il generale Zignani: «Que l'uomo si trovava in palestra, è stato richiamato in servizio d'urgenza, ha avuto il tempo di indossare solo le protezioni personali ed è subito andato in piazza». Ieri un altro fotografo - il romano Alfonso De Munno ha identificato «Robocop» come uno dei suoi aggressori, il primo. Il racconto, fatto davanti al sostituto procuratore Enrico Zucca, alla presenza del suo difensore Raffaella Multedo, porterà ad una necessaria iscrizione nel registro degli indagati. De Munno ha spiegato di essere andato a Genova subito dopo aver «visto in televisione e immagini dei Black Bloc». Di essere stato arrestato mentre faceva foto («e i rullini mi sono stati portati via proprio allora»), da uno «alto, con le spalle larghe, il casco in testa, maschera antigas». Dopo, un altro esponente delle forze dell'ordine gli avrebbe pestato un piede, provocandogli la frattura dell'alluce. Dopo ancora, «sono stato portato alla cittadella della pò izia, in Fiera, e sono rimasto mezz'ora seduto con le spalle al muro, ricevendo sputi e calci». E ancora: «In seguito mi hanno portato a Bolzaneto, dove passavi nei corridoi e tutti ti picchiavano, gente in divisa e in borghese. Avevano l'aria di chi si sentiva legittimata a pestare. Una violenza globale sotto gli occhi di tutti». Ma non finì a Bolzaneto, per De Munno. «Sono stato portato al carcere ad Alessan¬ dria, e qui ho saputo di cosa ero accusato: devastazione e saccheggio. In carcere i Gom ci hanno fatto stare con la faccia al muro, appoggiati sulle dita alla parete. E se provavi a muovere le dita, erano botte». La paura, innanzitutto. «Avevo così paura che non ho nemmeno mai chiesto di andare in bagno. Ne avevo già subite abbastanza, non volevo rischiare oltre». Altre sevizie, altri insulti, altre botte. Dopo De Munno, ieri in procura sono sfilati altri testimoni delle violenze di Bolzaneto e di altri punti di raccolta dei fermati per il G8. Come questo Evandro Fornasier, impiegato di banca torinese, fermato il 21 luglio in un garage in cui si era rifugiato assieme alla sua ragazza («fuori c'erano degli scontri tra polizia e Black Bloc»), trasferito alla caserma di Bolzaneto, quindi portato in carcere ad Alessandria, e poi rilasciato. E «a Bolzaneto ci era vietato di fare qualunque cosa. Mangiare, bere, dormire. Umiliazioni sì, tante. Quelle non le dimentico». L'inchiesta sugli abusi compiuti dalle forze dell'ordine si arricchisce di nuovi racconti, la macchina giudiziaria si è anche se faticosamente - messa davvero in moto. Qggi verranno sentiti quattro ufficiali dei carabinieri, la notte del blit^ alla scuola Diaz facevano cordone all'esterno. «Io non ero alla Diaz, ma nella scuola di fronte, dove c'era il centro stampa del Genoa Social Forum», racconta al magistrato Enrico Fletzer, direttore di Radio Kappa, Bologna. «Ho sentito dei rumori, mi sono affacciato per vedere còsa stesse succedendo. Ma in quel momento sono arrivati dei poliziotti, e hanno cominciato a manganellarmi di santa ragione. Io gli ho mostrato il pass da giornalista, e loro mi hanno tirato addosso una panca. Quando mi sono un po' ripreso, mi hanno menato di nuovo, e per la seconda volta mi hanno tirato addosso la panca». Saprebbe riconoscerli? «Uno sì, aveva la visiera del casco alzata, la faccia si vedeva bene». Anche un fotografo romano identifica Robocop E aggiunge: ho mostrato il pass da giornalista e loro mi hanno tirato addosso una panca L'inchiesta continua anche oggi: in giornata verranno sentiti quattro ufficiali dei carabinieri che la notte del blitz alla scuola Diaz facevano cordone all'esterno
Luoghi citati: Alessandria, Bologna, Genova
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