«Abbiamo arruolato altri prelati» di Giacomo Galeazzi

«Abbiamo arruolato altri prelati» «Abbiamo arruolato altri prelati» Un collaboratore di Moon: i loro nomi sono tenuti segreti intervista Giacomo Galeazzi ROMA I L matrimonio non è stato per Milingo un colpo di scena né un gesto improvviso. Ho seguito personalmente ogni fase del suo percorso di avvicinamento. Come numerosi prelati cattolici, è in stretto contatto con la Chiesa dell'Unificazione dall'inizio del '94. L'unica differenza è che lui ha reso pubblica la sua adesione, gli altri sono rimasti segreti». Franco Pasqualini, ex portavoce in Italia e per anni stretto collaboratore del reverendo Moon, riscrive totalmente la storia del «caso Milingo». La vicenda è esplosa due mesi e mezzo fa, ma il legame fra il presule africano e gli unificazionisti e saldo da otto anni e coinvolge decine di uomini di Chiesa, soprattutto statunitensi, entrati nell'organizzazione interconfessionale del miliardario coreano. In che modo avete avvicinato Milingo? «Sette anni fa a Zocco, in provincia di Brescia, l'arcivescovo stava celebrando un rito collettivo di guarigione in un capannone. C'era una folla sterminata e tanti cercavano di avvicinarsi a lui dopo la messa. Abbiamo consegnato al suo segretario un bigliettino in cui gli illustravamo il nostro interessamento per la sua attività pastorale. Monsignor Milingo si mostrò interessato al carattere universalistico del movimento. Era stato centrato il primo obiettivo». Perché proprio lui? «Moon ha individuato in ogni religione dei leader carismatici che possono affiancarlo nella Chiesa dell'Unificazione. Per noi Milingo è un personaggio carismatico di fama mondiale, un uomo di Dio che parla alle moltitudini e riesce a coinvolgerle. Nei progetti del nostro fondatore l'arcivescovo africano è la personalità più adatta per dialogare con la Chiesa, un preziosissimo referente nel mondo cattolico. Così come lo è Louis Farrakan, il capo degli islamici, statunitensi. Una parte fondamentale della strategia di Moon». Nel vostro gruppo dirigenziale sono rappresentate tutte le religioni? «Sì, per la Chiesa dell'Unificazione è più facile penetrare nelle confessioni protestanti. Hanno aderito al movimento molti battisti, episcopaliani (come George Bush senior) e metodisti. Ma sulla difesa della vita e la promozione della famiglia abbiamo trovato argomenti comuni con i cattolici e i musulmani. Milingo aveva già partecipato negli Anni '90 a matrimoni collettivi e meeting della nostra organizzazione. Lui ha reso pubblica questa sua vicinanza a Moon, altri personaggi della Chiesa cattolica non sono usciti allo scoperto. E adesso che è scoppiato il caso stanno attenti a non esporsi». Esiste una lista di uomini di Chiesa avvicinati da Moon? «Certo, i nomi dei prelati sono custoditi gelosamente nella sede centrale del movimento. Nell'elenco ci sono personaggi di primo piano del mondo cattolico, teologi e monsignori che condividono le nostre battaglie per la moralizzazione del mondo e non fanno mancare il loro sostegno. Nei piani del reverendo Moon, Milingo dove¬ va essere, nel massimo riserbo, il loro coordinatore, ma poi le vicende hanno preso una diversa piega e si è deciso di far conoscere al mondo il feeling tra il reverendo e il vescovo guaritore, un rapporto maturato negli anni e alimentato dalla reciproca stima. Tra la Chiesa dell'Unificazione e il Vaticano non esistono relazioni ufficiali. Ritenevamo che Milingo potesse aprirci le porte del dialogo con Roma». Come si è arrivati a questa sorta «doppia appartenenza»? «Il primo faccia a faccia tra Moon e il celebre esorcista è stato determinante. Kwack, il braccio destro del reverendo, aveva preparato tutto nei minimi dettagli e l'arcivescovo mise in chiaro la sua intenzione di restare nella Chiesa cattolica. Nessun problema, replicò il nostro fondatore. D'altronde gli unificazionisti non mirano a strappare le persone alla loro religione, ma a far confluire i loro carismi nella «Si tratta di teologi e monsignori che condividono le nostre battaglie per la moralizzazione del mondo» «Il nostro rapporto con l'arcivescovo africano dura ormai da sette anni Lo avvicinammo durante un rito di guarigione e si mostrò interessato»

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