Un giorno di assalti all'Orient House Sharon: ci resteremo di Aldo Baquis
Un giorno di assalti all'Orient House Sharon: ci resteremo Un giorno di assalti all'Orient House Sharon: ci resteremo Arafat convoca i diplomatici: con gli accordi di Oslo lo Stato ebraico si impegnava a non intralciarne l'attività, è stato violato un impegno Aldo Baquis TEtAVIV «In quell'edificio i palestinesi svolgevano attività illegali. Non ce ne andremo mai più» : all'indomani dell'occupazione da parte della polizia israeliana della Orient House - quartier generale delle istituzioni nazionali palestinesi a Gerusalemme Est - il premier Ariel Sharon ha chiarito ieri al segretario di Stato Colin Powell e al premier tedesco Gerhard Schroeder che non si tratta affatto di un provvedimento di carattere provvisorio. . Ma da Ramallah il presidente palestinese Yasser Arafat ha subito ingaggiato battagUa. Convocati i consoli accreditati a Gerusalemme Est, ha ricordato loro che nel 1993, in occasione degli accordi di Oslo, il ministro degli Esteri Shimon Peres si era impegnato a non intralciare le attività delle istituzioni palestinesi a Gerusalemme Est e a non alterare lo status quo finché non fosse stato raggiunto un accordo definitivo. «Israele ha infranto un preciso impegno intemazionale», ha concluso Arafat. Mentre la direzione dell'Intifada proclamava per lunedì una giornata di sciopero generale a Gerusalemme Est, di fronte ai cancelli della Orient House si sono scontrati ieri per ore dimostranti palestinesi ed europei con reparti della polizia israeliana. Dodici i contusi, fra cui Abed Husseini, il figlio di Faisal Husseini, il leader carismatico che aveva fatto della Orient House il simbolo tangibile delle aspirazioni nazionali palestinesi nella Città Santa. Anche Hannan Ashrawi - nella sua funzione di portavoce della Lega Araba - era in prima fila fra i dimostranti ed è stata sul punto di essere tratta in arresto perché - ha spiegato il capo della polizia di Gerusalemme, Micky Levy - «non faceva che sobillare i dimostranti». Secondo Marwan Barghuti, l'uomo forte di al-Fatah in Cisgiordania, i palestinesi devono adesso far leva sull'occupazione dell'edificio «per portare l'Intifada nelle vie di Gerusalemme». Ma i militanti di al-Fatah sono divisi sulla tattica da seguire. Secondo Seri Nusseibeh, il successore di Faisal Husseini, è necessario moltiplicare le manifestazioni di piazza. Altri invece ritengono che gli israeliani vadano combattuti con le loro stesse armi: cioè mediante un appello alla loro Corte Suprema che dimostri l'illegittimità dell'occupazione dell'edificio. A Powell Sharon ha spiegato che per ottenere qualcosa da Arafat è necessario tenerlo sempre con la schiena al muro e mostrargli che la sua politica di confronto rischia di provocargli perdite dolorose, come que la degli uffici palestinesi a Gerusalemme Est e nel vicino rione di Abu Dis. Secondo informazioni di intelligence, stanno appunto dando i primi frutti le energiche pressioni esercitate dalla Cia su Arafat: un militante della Jihad islamica (dato erroneamente per morto nel ristorante, dove invece si era immolato un attivista di Hamas) è stato così catturato a Ramallah mentre aveva con sé l'ordigno destinato a esplodere nei prossimi giorni. Fonti di Gaza hanno detto che i servizi segreti palestinesi hanno anche neutrahzzato una cellula di Hamas, mentre fonti israeliane han no riferito ieri dell'arresto - su richiesta della Cia, assecondata da Arafat - di due militanti di al-Fatah (Abdallah e Billal Barghuti) ricercati da Israele per atti di terrorismo. Per Marwan Barghouti leader di Al Fatah in Cisgiordania, con questa iniziativa il premier «ha lanciato una bomba contro tutti i palestinesi» Primi effetti delle pressioni Usa: i servizi segreti dell'Anp arrestano tre sospetti terroristi te manifestazioni davanti alla Orient House: a terra, il figlio di Husseini
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