Una brusca frenata per l'economia europea

Una brusca frenata per l'economia europea Una brusca frenata per l'economia europea In Germania 100 mila disoccupati in più a luglio e produzione in calo corrispondente da BERUNO Aumenta la disoccupazione, in Germania, e le previsioni di crescita non lasciano intravedere, nel medio termine, un mutamento consistente di direzione nell'andamento dell'economia tedesca. Nel mese di luglio, scoOi.'1'-; dati presentati dall'Ufficio federale del Lavoro di Norimberga, ci sono 104.300 disoccupati in più rispetto a giugno, per un totale di 3.798.700. Il tetto dei 3 milioni e mezzo che il cancelliere Gerhard Schroeder aveva promesso di non sforare entro la fine dell'anno, sembra dunque una meta sempre più difficile da raggiungere. «Il mercato del lavoro pone il governo sotto pressione» titola oggi in apertura di prima pagina la Sueddeutsche Zeitung, secondo la quale le ultime cifre renderanno «più aspro il dibattito sulle misure da adottare per creare più posti di lavoro». «Bentornato al lavoro, signor Cancelliere», commenta ironicamente da parte sua la Bild sul numero in edicola sempre oggi. E poi aggiunge: «Signor Cancelliere, ha passato delle belle ferie? Si è riposato bene? Perfetto. Poiché c'ètanto da fare». «Non siamo alla fine dell'anno, è presto per trarre conclusioni», direbbe ancora una volta da parte sua Schroeder. I critici potrebbero obiettargli che non è questione di tempi, ma di numeri. E che un tasso di disoccupazione che arriva al 9,20Zo è difficile da recuperare in pochi mesi. «Colpa della cattiva congiuntura, che ha avuto ripercussioni negative so¬ prattutto nella parte occu^ntale del paese», ha detto il presidente dell'Ufficio federale del Lavoro Bernhard Jagoda nell'annunciare i dati. Jagoda ha inoltre precisato che nei Laender occidentali i disoccupati sono risultati a luglio 2.445.200, ovvero 65 mila in più rispetto a giugno, ma 21 mila in meno rispetto al luglio 2000. Non è migliore la situazione nei Laender orientali, dove si contano 1.353.500 senza lavoro, 39.400 in più rispetto a giugno e 16.100 in più rispetto a luglio 2000. Il .tasso di disoccupazione ha toccato, all'ovest, il tetto del 7,30Zo, e all'est quello del 17,3. Non sono confortanti neanche i dati sulla produzione industriale, che secondo un rapporto diffuso ieri dal ministero delle Finanze è calata dello 0,40Zo rispetto al mese scorso (ma è aumentata dell'1% rispetto a giugno 2000, confermando così le previsioni degli esperti, che avevano parlato di una flessione dello 0,6Vo su scala mensile e di un incremento dello 0,50Zo su scala annua). In questo caso i Laender più interessati al calo produttivo sono quelli orientali, dove la percentuale è dell'1,2%, mentre in quelli occidentali è dello 0,3. Il settore più colpito è stato quello energetico (-3,00Zo), a cui seguono l'industria mineraria (-2,20,i,) e l'industria edilizia (-2,00Zo). Dalla Lufthansa, proprio ieri, un dato che sembra confermare la flessione produttiva: a causa della cattiva congiuntura - ha spiegato un portavoce della compagnia aerea «La Lufthansa si vede costretta a ridurre il numero di tratte e l'impegno delle proprie aeromobili». Da settembre, verrà chiuso il volo che collega Francoforte e Rio de Janeiro e dal 2002 i collegamenti con Bogota e Taschkent. Alcune tratte transoceaniche, come quella Francoforte- New York, verranno ridotte e probabilmente non saranno attuati gli ampliamenti previsti per l'aeroporto di Berlino. Secondo un'indagine condotta dal quotidiano economico Handelsbìatt non ci sarà un mutamento di direzione per quest'anno, la congiuntura negativa non migliorerà e la situazione produttiva, la peggiore negli ultimi cinque anni, segnerà un'ulteriore flessione soprattutto nei Laender orientali. «Un repentino mutamento del trend negativo - si legge nel quotidiano - è altamente improbabile, e anche le previsioni sull'export per i prossimi tre mesi vengono espresse dagli analisti in modo molto pessimistico. Nuovi impulsi all'economia, che si attendono ormai da mesi, non sono visibili nel breve termine». John Lipsky, capo economista della banca americana di investimenti JP Morgan 0- Co. invita tuttavia, proprio sulle colonne di Handelsbìatt, a leggere il fenomeno come non limitato al dato tedesco: «I tedeschi sono particolarmente attenti a produrre dati di mese in mese, ma la situazione va letta alla luce della crisi americana, che ha ripercussioni inevitabili sulle economie europee, non solo su quella tedesca. Il problema è che quando la crescita riprenderà, le economie europee, a differenza di quella americana, impiegheranno piii tempo per apprezzarne gli effetti. E comunque - ha aggiunto - non vedo un miglioramento almeno per i prossimi due semestri». [f. s.l I SENZA LAVORO IN GERMANIA (cifre in milioni) 4,35 4,13 3,71 3,91 3,59 4,03 3,8 3,8 m m 1 1999 2000 2001 1994 1995 1996 1997 1998

Persone citate: Bernhard Jagoda, Gerhard Schroeder, Jagoda, John Lipsky, Schroeder

Luoghi citati: Berlino, Francoforte, Germania, New York, Norimberga