Summit sulla clonazione Antinori contro tutti

Summit sulla clonazione Antinori contro tutti Summit sulla clonazione Antinori contro tutti Sul palco dell'Accademia delle Scienze di Washington in un clima da stadio battaglia senza esclusione di colpi tra favorevoli e contrari Il ginecologo italiano: sono oltre 200 le coppie pronte a farsi clonare inviato a WASHINGTON Oltre dieci ore di braccio di ferro nella sede dell'Accademia delle Scienze di Washington fra 31 accademici di fama hanno alzato il velo sulle prospettive della duplicazione degli esseri umani: le coppie pronte a farsi clonare per poter avere un figlio sono assai più di duecento ed un pugno di specialisti conduce in gran segreto le ricerche per poterli assistere nonostante le soverchianti obiezioni tecniche, morali e legali che accomunano la grande maggioranza degli scienziati impegnati nelle ricerche sugli embrioni e sulle cellule staminali. Nella grande sala dell'Accademia i 31 scienziati si sono presentati puntuali e una volta saliti su un grande palco - di fronte ad un pubblico di centinaia di esperti, giornalisti e curiosi - si sono dati battaglia schierandosi su due fronti contrapposti. Tre i difensori della clonazione umana umana, sempre seduti vicino ed in perenne consultazione fra loro: l'italiano Severino Antinori, il grecoamericano Panayotis Zavos dell'Istituto di Andriologia del Kentucky e l'avvenente Brigitte Boisselier, direttrice scientifica di Clonaid e «vescovo» della setta dei Raeliani, che si ritengono discendenti .degli extraterrestri. Sul fronte opposto i maggiori luminari viventi nel campo della ricerca su cellule staminali ed embrioni guidati da lan Wilmut, creatore di «Dolly», Rudolf Jaenisch, biologo del Mit, e Ryuzo Yanagimachi dell'Università delle Hawaii, «padre» del primo topo clonato. Il moderatore-arbitro dell'Accademia, Irving Weissman, non ha neanche fatto in tempo ad invitare i presenti ad «evitare i toni accessi» che il match è iniziato ed il palco si è trasformato in un vero ring. Jaenisch inizia colpendo duro con la proiezione delle foto dei giganteschi topi deformi frutto degli «errori» della clonazione per avvertire sui rischi che si corrono con i bambini. Antinori si alza dalla sedia: «E' uno studio insufficiente, incompleto». Zavos deride i riferimenti scientifici, la Boisselier - ben attenta a mostrare la scollatura alle tv sorride, ricordandogli che «le diagnosi agli embrioni non si fanno». Jaenisch - collega ed amico di Wilmut - non esita a definire i tre «scienziati strambi», sostenuto da dichiarazioni a raffica di illustri colleghi che, studi alla mano, ribadiscono come «clonare un uomo significhi aborti prematuri, figli morti» in percentuali da capogiro. Per circa due ore Antinori, Zavos e Boisselier incassano colpi duri per la loro credibilità scientifica e personale. Il pubblico rumoreggia spesso, irride Severino Antinori per suoi modi affatto anglosassoni e la sua mancanza di rispetto dell'ordine dei lavori. Poi i tre favorevoli alla clonazione umana scendono in campo. Weissman gli ha dà la parola a turno e loro, passo dopo passo, spiegano ad un pubblico prima rumoroso ed ilare, poi sorpreso ed infine taciturno che la clonazione umana la faranno davvero. Antinori è l'uomo dell'annuncio: «Ho visitato 300 coppie, il 70 per cento è pronta per la clonazione, gli uomini sono più disponibili delle donne, non c'è ancora la data ma avverrà e rispetteremo dei criteri, niente donne single, niente coppie anziane, niente coppie che hanno perso un bambino». Ouasi un manifesto. I presenti se ne accorgono, gli errori di inglese di Antinori passano in secondo piano. «Sono vent'anni che mi occupo di vita questi che mi criticano sono dei veterinari da fattoria di campagna» aggiunge l'italiano, annunciando la querela per il ministro della Sanità Sirchia reo di «istigare contro di me l'Ordine dei Medici». Poi tocca a Zavos, che tira fuori le sue cifre: «Nelle fertilizzazione artificiale un terzo degli embrioni vanno perduti, nella riproduzione sessuale molti, molti di più, la clonazione darà garanzie assai maggiori, in Cina è riuscito un esperimento su mammiferi con una percentuale record, 80 su 100». Alla Bosselier tocca il ruolo della difesa dei valori della duplicazione: «C'è la richiesta della gente, c'è la possibilità tecnologica, c'è il diritto dell'individuo di riprodursi come desidera, non possiamo remare contro la Storia». I tre parlano continuamente interrotti dagli altri 28 scienziati, gli accademici incal¬ zano soprattutto la Bosselier, temono le sue «ricerche avanzate» assai più di quelle di Antinori e Zavos. Ma lei non cede: «Segreto professionale, saprete tutto dopo ma, state certi, il clone umano sarà perfetto». Solo alcuni mitigano i toni ma in diversi frangenti il dibattito assomiglia ad un vero processo, volano gli insulti personali. La zampata finale è ancora di Jaenisch che prende Zavos di petto: «A proposito di quello studio cinese che cita, sa che la metà di quell'BO per cento di animali clonati nati sani morì dopo pochi giorni? E' questo quello che promettete alle persone». Zavos incassa il colpo, Wilmut fino ad allora silenzioso si alza, sale in cattedra. Tocca a lui, il «padre» di Dolly, si rivolge ai tre: «Voi, ascoltatemi bene, non fatelo». [m. mo.] Da sinistra il ginecologo italiano Severino Antinori, il greco americano Panayotis Zavos e Brigitte Boisselier

Luoghi citati: Cina, Kentucky, Washington