«Colpiremo ancora i registi del terrore» di Aldo Baquis

«Colpiremo ancora i registi del terrore» «Colpiremo ancora i registi del terrore» Israele continuerà gli «attacchi selettivi». Peres: ma non siamo killer Aldo Baquis TEL AVIV Le operazioni militari israeliane contro gli ispiratori della rivolta nei Territori e contro i confezionatori di ordigni proseguiranno. Lo ha stabilito ieri il premier Ariel Sharon al termine di una consultazione al vertice con i ministri a lui più vicini, mentre a Nablus (Cisgiordania) 150 mila palestinesi davano l'addio a otto connazionali rimasti uccisi il giorno prima nel bombardamento, da parte di Israele, degli uffici locali di Hamas. Fra le vittime, due esponenti islamici - gli sceicchi Jamal Mansur e Jamal Salim, quarantenni - e anche due bambini di chea dieci anni, che attendevano l'autobus su un marciapiede vicino. «Se avessimo notato la presenza dei bambini, avremmo rinviato l'attacco», ha detto ieri il capo di stato maggiore, generale Shaul Mofaz. Ma in Unea di principio, questo metodo di lotta resta inalterato. Ieri il ministro degli Esteri Shimon Peres ha dovuto alzare la voce quando una giornalista della televisione israeliana l'ha definito «una politica di eliminazioni fisiche». «Lei non sa quel che dice - le ha risposto lo statista -. La nostra è soltanto una tattica difensiva. Ci limitiamo a intercettare terroristi pronti a entrare in azione. Non siamo dei killer, certamente non colpiamo esponenti politici palestinesi». Eppure a Nablus gli sceicchi uccisi erano noti per la loro attività politica, culturale e sociale. Ieri Israele li ha accusati di essere i mandanti dell'attentato di giugno nella discoteca di Tel Aviv, dove 20 giovani trovarono la morte: ma i mezzi di comunicazione palestinesi negano. In occasione dei funerali, tre milioni di palestinesi hanno osservato una giornata di lutto e di sciopero generale. Fin dalla prima mattinata automobili e torpedoni sono confluiti verso Nablus dove le vittime del bombardamento israeliano hanno ricevuto funerali di Stato, organizzati congiuntamente da al-Fatah e da Hamas. Al passaggio dei feretri, uomini col volto coperto hanno sparato in aria lunghe raffiche di arma automatica e hanno promesso che presto il sangue dei due sceicchi sarà vendicato. «Gh israeliani bruceranno nelle fiamme dell'inferno da loro stessi creato», minaccia da Gaza il dirigente islamico Mahmud a-Zahar. E da Tunisi Faruk Kaddumi, il cosiddetto ministro degli Esteri dell'Olp, dice: «Gli interessi occidentali in Medio Oriente possono subire ingenti danni, in seguito alle continue aggressioni israeliane contro i palestinesi. Se restassero immobili di fronte a tali aggressioni, i Paesi occidentali se ne renderebbero complici». Per questo ritiene necessario che l'invio immediato nei Territori di truppe intemazionali, a prote¬ zione del popolo palestinese. Le minacce espresse da Hamas e il linguaggio aggressivo adottato da ierianche dall'agenzia di stampa ufficiale palestinese Wafa lasciano temere che anche dirigenti politici israeliani possano diventare oggetto di attentati. In questa situazione incandescente, gli sforzi diplomatici segnano forzatamente il passo. Un invito dell'ambasciatore degli Stati Uniti, Dan Kertzer, ai responsabili della sicurezza israeliani e palestinesi affinché si incontrassero ieri nella sua residenza è stato respinto. Con l'attacco di Nablus, affermano i dirigenti palestinesi. Israele ha di fatto «sepolto» il Piano Mitchell per un graduale ritomo alla calma nei Territori e la successiva ripresa di colloqui. Peres, da parte sua, ha assicurato che Israele tornerebbe volentieri al tavolo di negoziati «se solo nei Territori ci fosse una settimana di calma: senza attentati, senza ambulanze, senza funerali». Ancora adesso, per Peres, Arafat resta l'unico interlocutore palestinese possibile di Israele. Ma i vertici militari israeliani vedono nel presidente palestinese un «direttore di orchestra» che coordina la grande offensiva terroristica contro lo Stato ebraico. In centocinquantamila ai funerali delle otto vittime di Nablus. Timore di attentati ai leader dello Stato ebraico Il corteo funebre che a Nablus ha accompagnato alla tomba gli attivisti islamici morti nell'attacco israeliano contro gli uffici di Hamas