Endesa, quando l'efficienza diventa energia di Paolo Baroni

Endesa, quando l'efficienza diventa energia STRATEGIE E PUNTI DI FORZA DEL GRUPPO SPAGNOLO CHE SI E'ASSICURATO IL PRIMO BLOCCO DI CENTRALI DELL'ENEL Endesa, quando l'efficienza diventa energia la storia Paolo Baroni FORTE come sono forti le aziende di Stato, aggressiva come un gruppo privato che da tempo si misura con il mercato, la Borsa e la concorrenza intemazionale. Con una marcia in più H'enerigia nucleare) e un mito: l'efficienza. Questa è Endesa, la vecchia Empresa Nacional de Electricidad nata da una costola dell'Istituto nazionale di industria e dal '99 completamente privatizzata. - Dalla scorsa settimana il gruppo guidato dall'amministratore delegato Rafael Miranda Robredo, quotato sia a Madrid che a New York, è uno dei nuovi protagonisti dell'economia italiana che la scorsa settimana è riuscito a conquistare uno spazio di tutto rispetto nella grande battaglia per la liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica che in questi ultimi mesi ha visto scendere in campo pesi massimi del settore, grandi gruppi industriali e colossi stranieri. Gettando sul piatto assieme all'Asm di Brescia e al Banco Santander Central Hispano 7.100 miliardi Endesa ha infatu conquistato Interpower, la prima delle tre «Genco» messe in vendita dall'Enel. «Un prezzo folle», hanno commentato alcuni degli esclusi dalla gara. «Il giusto prezzo per entrare subito e con forza nel mercato italiano», commenta invece uno dei protagonisti dell'altra battaglia di questi giorni, quella che ha visto passare Montedison sotto l'ala di Fiat e di Electricité de France. Miranda, dal canto suo, è convinto di aver fatto un buon investimento e definisce il prezzo fissato per Elettrogen «ragionevole»: «pagare troppo o troppo poco è relativo», spiega facendo poi notare che fra le tre migliori offerte per questa «Genco» esisteva una differenza che al massimo arriva al 7-80Zo. Come dire: quelle centrali facevano gola a tanti. La ragione? «Esiste un tremendo interesse» verso il settore elettrico italiano. «Quale altro mercato risulta più interessante?», risponde Miranda ribattendo alle critiche. E poi passa subito a scodellare piani, progetti e strategie. «Investiremo 900 milioni di euro per il repowering degli impianti. Siamo una azienda molto efficiente, in questo campo siamo ai vertici mondiali, e credo che l'efficienza sia un fattore cruciale della concorrenza». Risorse finanziarie robuste, capacità di aggredire nuovi mercati e nuovi settori di business: queste le caratteristiche della società spagnola con lo Stato ha mantenuto solo un «piccolo» cordone ombelicale che presto andrà reciso per volere della Uè, la golden share. Con l'acquisto di Elettrogen En¬ desa si è aggiudicata 5.400 megawatt di capacità produttiva (il T^ del mercato italiano, destinati sabre a 7 mila grazie ai nuovi investimenti) riuscendo così ad aprirsi un grosso varco in Europa. A partire da questa importante «piattaforma» appena acquisita gli spagnoli contano infatti di sviluppare non solo la produzione di energia ma anche attività commerciali e di trading. Il pensiero corre subito all'energia nucleare prodotta a buon prezzo e pronta per essere esportata, ma al quartier generale frenano: non è così facile, prima ci sono problemi tecnici da risolvere. Leggi: disponibilità di linee elettriche tra la Spagna e il nostro paese. Endesa ha stanziato 5 miliardi di euro (quasi 1 Ornila miliardi di lire) per l'espansione continentale, dove punta a rastrellate 8.000 megawatt di poten- za e 5 milioni di clienti in 5 anni. Con l'operazione conclusa in Italia (che oggi verrà formalizzata con il versamento di un primo acconto, mentre il closing è atteso per settembre) ha già soddisfatto buona parte del progetto. Una vittoria, quella del gruppo spagnolo, che in parte riscatta il fallito acquisto della rivale Iberdrola bocciato dall'Antitrust. Non tutti i mali però vengono per nuocere. L'impossibilità di crescere all'interno dei confini nazionali, dove il mercato elettrico ha già raggiunto un buon grado di apertura, hanno costretto Endesa ha guardarsi attomo e a varare una nuova strategia di crescita. «Creare valore ben oltre la frontiera elettrica» è lo slogan della società. Endesa, è infatti la principale azienda elettrica spagnola, con 36.994 Mw di potenza installata (il 300Zo è nucleare), 153.264 Gwh di energia distribuita, 15,2 miliardi di euro di fatturato (e 1,4 di utile netto) e oltre 22 milioni di clienti (10,5 in casa propria) in 12 paesi del mondo, Europa, America Latina e Marocco. In Spagna, Cile, Argentina, Perù e Colombia è leader. A livello mondiale occupa la quarta posizione assoluta tra i gruppi privati, mentre in Europa è al terzo posto sia per numero di utenze (preceduta solo da Enel ed Edfl che per potenza installata: 45mila megawatt, contro i I36mila di Edf, i 64mila di Aes e i 35.300 della nostra Enel. Forte anche la presenza in altri settori come le tic, Internet e i servizi energetici (gas, acqua, cogenerazione e energie rinnovabili). Di fatto è un «operatore globale», una multiutility. La storia passata del gruppo ricalca per grandi Ènee quello di tanti altri giganti statali dell'energia. Nata nel novembre del 1944 nel Nord-ovest della Castiglia, Endesa costruisce la sua prima centrale termica a Ponfeirada, consolidando negli anni successivi la sua posizione nella regione e proiettandosi verso la Galizia a partire dal '72, data della sua fusione con Hidrogalicia, e successivamente verso l'Aragona, l'Andalusia e l'enclave spagnola di Melilla. Nel 1983, con l'acquisto di Enjer, Cesa, Unelco e Encasur, che erano proprietà dell'Istituto Nazionale di Industria (Ini) spagnolo prende vita il Grappo Endesa. Cinque anni più tardi il primo approccio con la Borsa. Gli anni Novanta sono gli anni della crescita e dello sviluppo smo alla conquista della leadership tra le società elettriche spagnole e i primi passi fuori dai confini di casa (Argentina). Inizia anche la diversificazione nel settore delle tic del 7,207o del secondo operatore spagnolo di telefonia mobile, Airtel. Questa partecipazione porterà nel '97 all'aggiudicazione del secondo operatore di telefonia fissa in Spagna a Retevision, gruppo capeggiato da Endesa. Oggi le attività raccolte nella holding Anna, secondo operatore spagnolo di tic di cui Endesa è il primo azionista col 2807o (Telecom Italia ha un altro 2707o), possono contare su oltre 8 milioni di utenti, su un canale tv (Quiera) e un ricco bouquet di tv via cavo. Negli dtimi anni, Endesa ha recuperato efficienza ^300Zo tra il 96 ed il 2000), aumentato utili e dividenti (-l-ll,50Zo) trovando forze e risorse per moltiplicare le sue attività intemazionali, soprattutto in America Latina e sul mercato europeo. Dopo aver scommesso in un primo momento su una possibile fusione con Iberdrola (secondo operatore spagnolo nel settore) negli ultimi mesi ha fatto rotta su Francia e Italia. I piani di investimento 2001-2005 prevedono stanziamenti per 20,5 miliardi di euro. Oltre ad Elettrogen Miranda ha così messo le mani sul 300Zo di Snet (altri 2600 megawatt di potenza). A finanziare il tutto risorse inteme e disinvestimenti. Compreso qualche grosso sacrificio come la cessione già programmata di Viesgo che andrà all'asta entro fine anno e che fa gola ad almeno 6 gruppi, Enel compresa. Miranda considera praticamente conclusa la missione che si era dato: abbiamo raggiunto il 900Zo dei nostri obiettivi - ha dichiarato esultante a gara vinta - ora ci concentreremo sul consolidamento della nostra posizione». Spagnoli all'attacco Venti miliardi di euro da investire nel Vecchio Continente Miranda: «Elettrogen non è troppo cara Quale altro mercato vale quanto l'Italia?» Una centrale elettrica dell'Enel

Persone citate: Cesa, Genco, Rafael Miranda Robredo