L'America toglie il divieto dei viaggi a Cuba di Maurizio Molinari

L'America toglie il divieto dei viaggi a Cuba L'America toglie il divieto dei viaggi a Cuba Castro guida il più grande corteo antiamericano Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Fidel Castro sfida George Bush con la più grande manifestazione antiamericana mai avvenuta a Cuba. Nel 48esimo anniversario dell'assalto alla Moncada, che diede inizio alla rivoluzione castrista contro il regime di Fulgencio Batista, Fidel si è posto alla guida di un enorme corteo di oltre 1,2 milioni di persone, che hanno sfilato senza interruzione per tre ore sul boulevard Malecon, davanti all'unica sede diplomatica degh Usa ah'Avana. La manifestazione è stata organizzata capillarmente dall'apparato del partito comunista cubano. Centinaia di autobus sono arrivati sin dahe prime ore dell'alba nel centro deh'Avana, trasportando nei luoghi prescelti da ogni angolo della provincia sindacalisti, lavoratori, funzionari e famigliari. Sventolando drappi cubani e rossoneri - i colori della rivoluzione - i manifestanti hanno inveito senza sosta contro gh Stati Uniti, George Bush e l'embargo economico con cui da quaranta anni Washington tenta di fiaccare il regime castrista. Gh «eroi patriottici» della sfilata erano i cinque agenti cubani da alcune settimane in carcere a Miami dei quali l'Avana chiede la «giusta liberazione». Per i manifestanti il loro arresto è «l'ultimo dei crimini commesso con il terrorismo e la pohtica omicida in questi quattro decenni dagli yankee contro la nostra patria». Fidel Castro ha camminato alla testa del colossale corteo sventolando una piccola bandiera cubana affiancato da una delegazione di Teheran guidata da Hassan Khomeini, nipote dell'ayatohah iraniano che nel 1979 guidò la rivoluzione che fece cadere lo Scià di Persia. Lo scorso 23 giugno il «lìder maximo» ebbe un leggero svenimento durante uno dei suoi interminabili discorsi e fu costretto, per la prima volta da quando salì al potere nel 1953, a lasciare il podio per quindici minuti. Pochi giorni dopo indicò il fratello Raul come suo possibile successore. La grande manifestazione di forza data da 1,2 milioni in piazza oltre il dieci per cento di tutta la popolazione - ha voluto essere una risposta a chi ha dubitato della capacità di Fidel di continuare a guidare Cuba. In coincidenza con l'anniversario dell'assalto al palazzo della Moncada la Camera dei Rappresentati dei Stati Uniti ha deciso di abolire la proibizione per i cittadini americani di recarsi à Cuba. Finora per un americano era possibile recarsi all'Avana solo con un apposito permesso federale. Con una votazione - 240 contro 186 - la Camera, dominata dai repubblicani, ha fatto cadere le limitazioni esistenti facendo ] nroprie le ragioni dei democratici : avorevoh ad equiparare i rappor¬ ti con Cuba a quelli che gli Stati Uniti intrattengono con altri Paesi «difficili» come l'Iran, la Corea del Nord e la Repubblica Popolare Cinese. Anche lo scorso anno la Camera di Washington approvò un testo analogo, che venne però poi respinto dal Senato, chiamato ora a pronunciarsi per una seconda volta. La Casa Bianca ha respinto i segnali di apertura della Camera verso il regime di Fidel Castro. «Sono contrario ad ogni tipo di cambiamento teso ad indebolire le sanzioni contro il regime di Fidel Castro» ha dichiarato il presidente George Bush, facendo proprie le.posizioni della grande comunità degli esuli in Florida, ostili ad ogni apertura fino a quando continueranno a Cuba le violazioni dei diritti umani. La Camera ha comunque bocciato 227 voti contro 201 - un'altra proposta avanzata dai democratici per abrogare del tutto l'embargo contro l'Avana. Il ministro degli Esteri cubano, Felipe Perez Roque, ha salutato come una «vittoria» il voto della Camera che apre la strada alla libertà di viaggiare a Cuba. «E' un simbolo, la prova di quali sono i sentimenti della società americana - ha detto Perez Roque -. E' ora che Bush si accorga che sin da quando è diventato presidente ha scommesso sul cavallo sbagliato».