Allarme bomba, paura all'aeroporto di Malaga di Gian Antonio Orighi

Allarme bomba, paura all'aeroporto di Malaga I GOVERNI TEDESCO E BRITANNICO AVVERTONO I LORO TURISTI: LA SPAGNA E' UN PAESE A RISCHIO Allarme bomba, paura all'aeroporto di Malaga L'Età aveva piazzato un'auto carica di esplosivo che la polizia ha disinnescato Gian Antonio Orighi MADRID Brusca accelerata degli indipendentisti dell'Età nella loro dirompente campagna contro gli interessi turistici spagnoli. A due giorni dalla morte di una terrorista a Torrevieja (costa di Alicante) mentre stava maneggiando una bomba di 10 chili di dinamite nel suo covo, ieri una potentissima autobomba è stata disattivata nel parcheggio dell'aeroporto di Malaga. Doveva essere un massacro. Di fronte alla minaccia, molto seria, di attentati indiscriminati, i governi di Germania ed Inghilterra hanno avvertito i lorc turisti che la Spagna è un Paese a rischio. Erano le 7 a San Sebastian. Una voce maschile ha chiamato la «Dya», la Croce Rossa basca: «Fate attenzione perchè non lo ripeterò - ha sibilato il terrorista -. Chiamo a nome dell'Età. Abbiamo piazzato un'autobomba nell'aeroporto di Malaga. É una Peugeot 405 bianca, targa M-6587-MV che esploderà alle 8. Stessa telefonata, un minuto più tardi, ai vigili del fuoco del capoluogo della Guipuzcoa. La minaccia dell'attentato (più di 100 le bombe anti-turismo piazzate dal 1979) è stata subito trasmessa alla prefettura della citta andalusa. Nell'aereoporto Pablo Picasso è scoppiato il caos. La polizia ha subito dato ordine di sgomberare il terminal più nuovo, quello che sta di fronte al parcheggio in cui sostava la Peugeot, rubata nei Paesi Baschi una settimana fa. I voli, per tre ore, sono stati sospesi anche nel terminal vecchio, parecchio lontano dalla zona a rischio. Sono arrivati subito cinque agenti di uno dei corpi che gli spagnoli amano di più: gli artificieri dei «Tedax». La macchina sospetta è stata individuata alle 7,45. Intanto i turisti, che stavano leggendo molto allarmati le notizie della morte della terrorista a Torrevieja, sono stati allontanati a qualche centinaio di metri. L'autobomba, imbottita con ben 70 chili di dinamite, viene chiamata nel gergo dell'anti-terrorismo «Grozni», dal nome della città cecena, a significare una vera e propria santabarbara. In questo caso la strage doveva colpire una delle zone turistiche più frequentate di Spagna: la Costa del Sol, meta ambita dei villeggianti stranieri (italiani compresi). I «Tedax», dopo avere constatato che l'esplosione non si era prodotta per un difetto del timer, hanno cercato di disinnescare la bomba. Il parking è sotterraneo e un piccolo sbaglio avrebbe prodotto una gigantesca esplosione, amplificata dalle decine di auto depositate nel parking. Fuori, mentre la notizia faceva il giro della Spagna e teneva con il cuore in gola in Paese, il traffico è impazzito. Code lunghe chilometri si sono formate sulla nazionale 340, quella che si snoda su tutta la costa, da Malaga a Marbella. Gli artificieri sono riusciti nel loro difficilissimo intento alle 15 disinnescando manualmente l'ordigno. I voli sono stati subito ripresi. Ma l'Età aveva centrato l'obiettivo: spargere panico in tutta Europa. «L'autobomba era opera di una Colonna Mobile», ha commentato il prefetto dell'Andalusia. E l'Età, di colonne operative e intatte, ne ha ancora sei.

Persone citate: Alicante, Pablo Picasso