Scajola: «Si invertono le parti, è assurdo» di Renato Rizzo

Scajola: «Si invertono le parti, è assurdo» IMMAGINE ORA LA LIGURIA TEME IL KG DEL TURISMO Scajola: «Si invertono le parti, è assurdo» Ieri a Genova: non sapevo del blitz, è normale Renato Rizzo inviato a GENOVA «Assistiamo ad un'inspiegabile inversione delle parti: come se sul banco d'accusa ci fossero le forze dell'ordine e non i violenti». Il ministro dell'Interno, Claudio Scuola, guarda ai giomi dell' «intifada» genovese e alle polemiche che hanno trascinato con sé. Una certezza su tutte: carabinieri e polizia non si toccano e non si discutono perché «è indegno d'un paese civile attribuire alle forze dell'ordine tutte le cose negative che si sono verificate». E' un intenso giovedì di politica quello in cui il responsabile del Viminale arriva a Genova: l'ha preceduto in mattinata una delegazione di parlamentari Ds che ha incontrato Gsf, avvocati dei manifestanti, istituzioni cittadine. Ma, soprattutto, l'ha seguito, nel tardo pomeriggio, Francesco Rutelli che parlando al popolo dell'Ulivo va all'arrembaggio: «Siamo stati zitti per molto tempo perché nelle strade c'erano, da una parte, carabinieri e pohzia che meritano comunque tutela nei momenti difficih, e manifestanti dall'altra. Ma adesso è il tempo dei bilanci». La contabilità dei giomi dell'ira e degli scontri, secondo il leader dell'opposizione è questa: troppo a lungo si è traccheggiato «non fermando alle frontiere i delinquenti, mentre si sono attaccate persone innocenti. Noi siamo dalla parte delle forze dell'ordine, ma quando si verificano comportamenti sbaghati occorre accertare ed intervenire. E, poi, pensiamo alla pessima immagine che questo govemo sta dando in Europa rimandando nei vari paesi ragazzi feriti e pieni di paura». Si spinge a parlare di «falh- mento», Rutelli, ma Scajola gli contrappone l'orgoglio per l'impegno che il govemo ha profuso. Anche se ammette: «Sulla prevenzione dei disordini, a Genova, si è fatto il possibile ma il risultato non è stato il massimo». Guarda agli altri Grandi Vertici che hanno attratto la rabbia ddgli antiglobalizzatorì: «Il nostro risultato non sarà stato "pieno", ma negh ultimi tre anni è il primo summit che si conclude in modo regolare senza che le delegazioni abbiano dovu- to fuggire come a Seattle, Nizza e Goteborg». E le critiche dell'opposizione? Il ministro punta il dito contro il suo comportamento ondivago: «Quando abbiamo sospeso gli accordi di Schengen si è levata da più parti la ribelhone. E quando, a due giomi dal Vertice, sono stati fermati ad Ancona alcuni manifestanti greci, abbiamo avuto difficoltà ad allontanarli perché il centrosinistra voleva impedircelo. E, poi, ci si dimentica che i fatti più gravi sono avvenu¬ ti il 20, cioè/durante una manifestazione non autorizzata». No, nessuna demonizzazione delle forze dell'ordine che hanno svolto il loro compito «in momenti davvero difficih» e alle quali «il govemo esprime completa solidarietà», ma anche ima grande attenzione a qualsiasi eccesso di comportamento: se l'indagine del capo della polizia avviata in queste ore dovesse mettere in evidenza «errori di valutazione o eccessi dei singoli, non li tollereremo». Si parla del blitz di quella notte di porte infrante, di sirene e di urla nella scuola Pascoh. Lei era stato avvertito? Claudio Scajola risponde di no. Poi spazza ogni perplessità spiegando: «E' una situazione assolutamente normale. Le operazioni di polizia giudiziaria e quelle di ordine pubblico vengono gestite dagli uomini che operano sul territorio». Non lo dice pubblicamente, ma sembra che, rivolgendosi ai suoi collaboratori più stretti, abbia chiosato: «Vivremmo davvero in uno Stato preoccu¬ pante se il ministro dell'Interno arrivasse ad ordinare le operazioni di pohzia». Gh sguardi rivolti a ieri s'intrecciano con quelli che scrutano il domani di Genova: la «guerra» non ha lasciato solo ferite morali da guarire, ma anche guasti concreti, segni evidenti di devastazione. Claudio Scajola ha consegnato alla città un «portafoglio» di 15 miliardi prelevati dal fondo di riserva del ministero dell'Interno, con provvedimento «di cassa urgente». Saranno pronti sin da stamani dando precedenza assoluta alle esigenze dei privati e dei piccoli esercenti, mentre quelle di infrastrutture pubbhche e banche verranno esaminate in seguito. A gestire il fiume di denaro, Comune e Regione. Da Paolo Odone, presidente dei commercianti, una richiesta per risanare l'immagine d'una città che ha mostrato al mondo, in queste settimane, un volto avvilito. Costo previsto per un «lifting» planetario, 20 miliardi all'anno per tre anni. Pare che il ministro abbia anticipato che «di soldi ce ne sono pochi». Forse, almeno in questo momento, vorrebbe dar ragióne a Rutelli che parla d'una Genova, nonostante tutto, «già in eccellenti condizioni, serena e bellissima». Il ministro dell'interno Claudio Scajola