Parigi, l'ira degli anti-global

Parigi, l'ira degli anti-global DAI GIORNALI AGLI INTELLETTUALI DI SINISTRA. UN CORO Di CRITICHE Parigi, l'ira degli anti-global n duemila di fronte all'ambasciata italiana reportage Tullio Giannotti PARIGI CARLO! Carlo!», «Aiutate i nostri compagni»: il grido si leva alto a rue de Varenne, il centro elegante di Parigi, a cento metri dall'ambasciata d'Italia e a duecento da palazzo Matignon, la sede del governo francese. E' il popolo degli antiglobal reduce da Genova - oltre 2000 persone, con intellettuali, esponenti di partiti, sindacati - che chiede giustizia e contesta il vertice. «G8, assassins» è il sottofondo fisso di tutta la manifestazione. La protesta dura un'ora, esattamente quanto il nubifragio che si abbatte sulle tante maglie nere - in segno di lutto - e le tante tute bianche che alzano le mani nel loro segnale di non violenza. Partito da Montparnasse, il corteo - molte le bandiere rosse di comunisti ed estrema sinistra francese, molte le verdi dei pacifisti - si è bloccato sulle transenne predisposte dai celerini francesi. Due file di pobziotti in tenuta antisommossa hanno scoraggiato chi avesse avuto voglia di oltrepassare la «linea rossa» di rue de Varenne. Soltanto quando il coro inneggiante a Carlo Giuliani si è alzato più forte, a quattro tute bianche è stato concesso di avanzare sotto la pioggia fino al cortile dell'ambasciata. Tre ragazzi e i^na ragazza, con le mani in alto, hanno percorso i 100 metri blindati dalla polizia ed hanno consegna- to rotoli di carta con testimonianze e fotografie di quello che hanno definito il «massacro di Genova». Uno di loro, quello che ha preso la parola per consegnare i documenti ad una funzionarla dell'ambasciata, aveva due vistose ferite cucite con i punti, una in testa, l'altra sulla nuca. Ha detto di essere stato manganellato senza motivo a Bolzaneto e di aver trascorso una notte in un centro di detenzione. Tutti avevano un fiore rosso, molti avevano la foto di Carlo Giuliani. In testa al corteo, uno striscione bianco e nero: G8 assassini. José Bove, il sindacalista contadino leader della contestazione alla globalizzazione, ha promesso: «La nostra lotta non si ferma, cresce. Eravamo 200.000 a Genova, saremo mezzo mihone a Roma il 10 novembre», il nuovo appuntamento del popolo di Seattle per la riunione della Fao sull'alimentazione. Sempre in prima fila nelle contestazioni di questi giorni a Parigi, Annick Coupé, dell'Unione sindacale del G10 Solidaires, grida contro «la scandalosa escalation» di violenza nei vertici del GB. Un gruppo di italiani depone mazzi di fiori all'angolo della strada, gridando «GB, vergogna». Per i leader del mondo, «Bush, Putin, Chirac, Berlusconi, assassini» e «commissione d'inchiesta internazionale». Il collettivo che riunisce i gruppi antiglobal ha chiesto che un'inchiesta internazionale sui fatti di Genova sia affidata ad Amnesty International. Verso le 20, sotto la pioggia sempre battente, i manifestanti hanno abbandonato la rue de Varenne, che per la terza volta in pochi giorni è stata bloccata dalle transenne per le manifestazioni di protesta. Il clima a Parigi è di aspra critica, «Le Monde» ha lanciato oggi un appello alla mobilitazione, «Siamo tutti genovesi, tutti a manifestare». Bove e compagni, da parte loro, hanno scritto una lettera aperta sollecitando un intervento di Chirac e Jospin perché venga «fatta luce sulle responsabilità della polizia e del governo italiano». Il popolo di Seattle si è mobilitato in altre città francesi, da Tolosa a Marsiglia. Proprio quella marsigliese è stata la manifestazione più dura, quella dei «sopravvissuti di Genova», con tre poliziotti lievemente feriti da un lancio di sassi e una decina di fermi davanti al consolato d'Italia. La rue d'Alger, dove sorge il consolato, è stata ribattezzata dai manifestanti, con un cartello incollato sulla targa, «rue Carlo Giuliani». Manifestazioni anche a Tolosa e a Marsiglia, dove i «sopravvissuti» delle giornate genovesi si sono scontrati con la polizia. Tre agenti feriti, dieci fermi