«Ecco i resti di Ugolino»

«Ecco i resti di Ugolino» «Ecco i resti di Ugolino» A Pisa teschi e ossa del conte e dei figli Francesco Matteini PISA «La bocca sollevò dal fiero pasto»: chi non conosce l'attacco del canto XXXIII dell'Inferno dedicato da Dante al conte Ugolino? E' uno di quei passi della Divina Commedia che chiunque è in grado di citare. Eppoi la vicenda: il conte accusato di tradimento rinchiuso in una torre e lasciato a morire di fame, che si ciba con i cadaveri dei figli. Horror e poesia, verità e leggenda che si fondono nel sublime testo dantesco. Ma è andata proprio così? Davvero il conte Ugolino della Gherardesca può essere considerato il cannibale più famoso della storia? La risposta forse è a portata di mano. Il professor Francesco Mallegni, antropologo dell'Università di Pisa, che ha già studiato resti eccellenti come quelli di San Ranieri, patrono della città della torre pendente, e di Giotto, si è messo a caccia deUe spoglie del conte presunto antropofago e dei suoi sfortunati parenti e ieri, scavando nella chiesa di San Francesco a Pisa, ha messo a segno un ritrovamento che potrebbe rivelarsi di grandissima importanza. In un sepolcro, scoperto scavando sotto una lapide in marmo sul pavimento della chiesa dove stava scritto «Tumba comitis Ugolini», sono stati trovati cinque teschi e diverse ossa: do vret^^attMsd^Qmìkì. itei resti del conte Ugolino, dèi due figli Gaddo e Uguccione e dei nipoti Anselmuccio e Nino, detto il Brigata. All'interno dell'ossario c'era anche un tubo di piombo che conteneva una per- gamena con un lungo scritto. Il documento sarà affidato ad un esperto calligrafico per essere completamente decifrato. Due date sono comunque apparse subito leggibili: «12 giugno 1902», il giorno in cui le ossa furono trasferite all'interno della chiesa, e «1928», anno in cui fu rifatta la pavimentazione. A questo punto le ricerche storiche dovranno passare . la mano a quelle scientifiche. Teschi e ossa saranno portati nei laboratori del dipartunento di Scienze archeologiche dell' Università di Pisa, per essere sottoposte a esami e anahsi. Particolare attenziphe verrà posta al test die! Dna, che, servirà ad accertare, confrontato con quello dei discendenti del conte che vivono a Firenze, rattribuzione delle ossa, e so¬ prattutto alle anahsi per verificare di cosa si è cibatoUgolino nei suoi ultimi giorni di vita. L'esperto di paleonuiirigiohe:', FulvijxBartoli sostiené^jfe dallo ^tuìjio delle ossa è possi] li risalire alla dieta pratrai'ta da una persona in un -periodo molto prossimo alla morte. Inaomma dalle ansisi di laboratorio si attende la sentenza definitiva: il conte Ugolino, vinto dalla fame, mangiò o no i corpi dei suoi cari? E Dante, che nel suo «Inferno» come pena per questa ignominia lo ha condannato a rosicchiare il cranio dell'arcivescovo Ruggieri che 16 aveva accusato di tradimento, è stato ' ingiusto nei confronti del nobile pisano? Ugolino di Guelfo della Gherardesca, conte di.Dpnoratico, nacque nella prima metà del Duecento. Sebbene di famigha tradizionalmente- ghibellina, nel ! ccordò Colrgeìiero Giov. .conti per portare al potere a Pisa irptóitgjg; io. Scoperta la confraRFrof bandito, ma tornò a Pisa l'anno ■ seguente riacquistando potere. Dopo la sconfitta dei pisani; nella bàttagha dèlia Meloria nel 1284, assunse la sigÉoria del comune col titolo di podestà. Nel 1288, la parte ghibellina insorse sotto la guida dell'Arcivescovo Ruggieri degli Ubaldini e di alcune famiglie. Accusato di tradimento perché considerato responsabile della sconfitta della Meloria, fu rinchiùso senza processo insieme a due figli e due nipoti nella torre della Muda, poi detta della fame,- dove, dopo .alcuniniesidi prigionia, tutti e cinque furono lasciati morire di fame nel febbraio del 1289. Nell989ilpEtìe npivi celebra1 suggesti¬ va ricostruzii cainEi|^ za dèi CavalièW^l'ìsa, ef m quèiroccasiofte, il cónte fu assolto da tutti i capi di imputazione a suo carico. La scienza confermerà o ribalterà quella sentenza? Sotto il pavimento della chiesa di San Francesco dove furono sepolti nel 1902 Ora saranno sottoposti al test del Dna per accertare se vi fu davvero antropofagia Il prof. Francesco Mallegni, responsabile del dipartimento di Antropologia dell'Università di Pisa, con i discendenti diretti della Gherardesca, I conti Ugolino e Guelfo, durante i lavori di riapertura della tomba di famiglia nella chiesa di San Francesco a Pisa. A destra, un'incisione di Gustave Dorè che illustra l'episodiodel conte Ugolino nella «Divina Commedia» di Dante

Persone citate: Francesco Mallegni, Francesco Matteini, Guelfo Della Gherardesca, Gustave Dorè, Ugolini, Ugolino Della Gherardesca

Luoghi citati: Dante, Firenze, Pisa