L' epidemia di spagnola

L' epidemia di spagnola L' epidemia di spagnola «Chissà che fine ha fatto 'I bailot che mia mamma allattò nel 1917?» M A foto risale al 1917 ff B scrive la signora Valen*^ ■Btina Scandalitta D'Iorio di Nichelino. - E' appena finita la tragica epidemìa di spagnola che ha mietuto a Torino e in tutto il mondo tante vittime. Mia madre Maddalena è la donna seduta con in grembo il bimbo che, orfano di madre proprio per l'influenza, era allattato da lei. La copertina su cui è adagiato il piccolo era ricamata dalle mani di fata della mamma e la conservo ancora gelosamente. Il bimbo è ritratto senza fasce, perchè allora si usava mettere in mostra il sesso dei bimbi, specialmente se maschi. La bambina vestita da crocerossina è la sorellina del bimbo; sono entrambi figli del farmacista che ha la farmacia nella casa dove abita anche la mia famiglia in piazza Carducci. Ora la farmacia non c'è più, ma la casa c'è ancora. La bimba in alto è mia sorella Francesca; le tre signore forse erano zie dei due bimbi. Mia mamma non solo tenne a ■balia quel bambino, ma contemporaneamente a me, nel 1931, nutrì il mio secondo cugino Guido Accomero. Negli ultimi anni di vita la mia mamma rivedeva sovente le sue foto vecchie, e guardando questa con malinconia diceva di aver dimenticato il nome del bimbo che chiamava affettuosamente "me bailot". Non ho mai pensato di rintracciarlo, forse a mamma avrebbe fatto piacere. Mia madre era nata a Caresana (Ve) nel 1891, a due anni era morta sua madre di parto, lasciando orfani sette figli. La vita di mamma è stata segnata dal non aver avuto l'affetto di madre, e per la cattiva matrigna che le diceva "Non chiamarmi mamma che non lo sono", nell'adolescenza l'aveva ferita, ma maturata presto. Il carattere ottimista, però, e il suo cuore generoso elargirono affetto matemo a tutti quelli che la conobbero: dal 1915, quando sposa era emigrata a Torino dalla cascina Isola dove aveva conosciuto mio padre, abitò in piazza Carducci e poi in via Petitti. Si trasferì a Nichelino con me quando ormai anziana non riusciva più da sola a badare a papà malato grave, rimpiangendo sempre il suo Sacro Cuore, il santuario di via Nizza. Negli ultimi anni che abitava a Torino faceva parte della Compagnia delle Umiliate, anzi un anno era stata eletta priora. La Compagnia delle Umiliate accompagnava i funerali dalle abitazioni alla chiesa, l'obitorio era vicino a via Nizza e mamma infaticabile portando a volte la Croce non ne perdeva uno. Queste compagnie ora non esistono più, ricordo che dopo la guerra non avevano più l'abito giallo come prima, ma soltanto un nastro viola con una medaglia di bronzo al collo. L'originale di questa foto appartiene a mia sorella, vive ad Orbassano e sta abbastanza bene, in agosto compirà ottantacinque anni, chissà se il "bailot" è ancora vivo: avrebbe la bella età di Francesca, forse non gli avranno mai ricordato che era stato nutrito da una bella bruna con gli occhi vivacissimi e che oltre al latte gli aveva dato amore». 1917. La fotografia della famiglia di Valentina Scandalitta D'Iorio

Persone citate: Scandalitta D'iorio, Valentina Scandalitta

Luoghi citati: Caresana, Nichelino, Orbassano, Torino