Per cena scimmia

Per cena scimmia Per cena scimmia SECONDO IL WWF ANCHE IN ITALIA, IN ALCUNI RISTORANTI MÙLTIETNICI, SAREBBERO SERVITE, IN MENU' RISERVATI, CARNI CLANDESTINE DI ANTILOPE, ELEFANTE, LEOPARDO E DI PRIMATI Enrico Stella (*) SE non corriamo subito ai ripari, potremmo trovarci sul piatto una bistecca di gorilla...». Non è una battuta ma il preambolo di un comunicato stampa del Bioparco di Roma e del Wwf. E già in Italia, come in tanti paesi europei, esistono ristoranti multietnici che riarmo inserito in un menu riservato il cervello di scimmia: una prelibatezza per esigenti avventori di origine africana. Il commercio illegale di carne selvatica (bush-meat) di gorilla, scimpanzé e altri primati, parenti stretti dell'uomo, nonché di antilopi, elefanti e.leopardi, uccisi dai bracconieri nelle foreste dell'Africa tropicale e perfino all'interno dei parchi nazionali, produce un giro di affari di oltre 7,5 milioni di dollari; complessivamente la quantità di carne venduta nei mercati locali ed esportata ammonta ogni anno ad un milione di tonnellate! Un business che, per proporzioni e guadagni, è vicino al traffico di armi e di droga. L'operazione non è esente da rischi per la salute dell'uomo, data l'assenza di controlli veterinari, ma prelude anche a una grave crisi umanitaria: quando questa risorsa si esaurirà, se non saranno state adottate in tempo alternative valide, verrà a mancare ogni mezzo di sussistenza,.soprattutto per le comunità indigene che vivono nella foresta. In origine la càccia serviva a soddisfare soltanto le necessità alimentari della famiglia; il cacciatore doveva percorrere a piedi molti chilometri, anche tra la densa vegetazione, per procurarsi la selvaggina. La pratica venatoria, così limitata, non costituiva una minaccia per la sopravvivenza delle specie. L'enorme^ attuale, incremento di questa attività è strettamente legato alla deforestazione operata dalle compagnie per il commercio del legname e dalle industrie minerarie. Dove gli alberi sono stati abbattuti si aprono strade in cui transitano autocarri e perfino treni che trasportano non soltanto il legno da esportare, ma carcasse di ammali di qualsiasi dimensione. Anche le zone più impervie sono rese accessibih e non è escluso che tra le vittime cada qualche okapia, un raro, prezioso parente delle giraffe, scoperto agli inizi del Novecento nella foresta congolese ancora inesplorata, ma già noto alle tribù pigmee. La varietà delle specie animali e vegetali non è uniformemente distribuita su tutto il pianeta: almeno metà dogli esseri viventi conosciuti sono concentrati nelle foreste tropicali. Così la biodiversità è gravemente compromessa dall'uomo che utilizza in modo insostenibile le sue risorse, consumandole con un ritmo tale che la produzione naturale non riesce più a compensare. Le grandi scimmie antropoidi non sono prolifiche e le nuove nascite non potranno mai riparare le continue perdite demografiche causate da una caccia sproporzionatamente intensificata. Le femmine di questi nostri cugini (lo scimpanzé condivide con noi il 98 per cento del Dna) hanno gestazione e periodo di allattamento lunghi e danno alla luce ogni volta un solo piccolo, che fruirà per molto tempo delle cure materne. Il numero totale di gorilla di Diehl, una sottospecie che vive neUe foreste del Cross River, ai confini tra Camerun e Nigeria, è stimato tra 150 e 200 esemplari; così gli inevitabili accoppiamenti tra consanguinei impediscono la necessaria variabilità genetica, e il rischio di estinzione è altissimo. Anche i gorilla di montagna, la cui popolazione è ridotta a poche centinaia di individui sparsi su una brumosa catena di vulcani spenti nell'Africa equatoriale (Virunga National Park), potrebbero scomparire per sempre nel volgere di un decennio. Una scimmia vittima dei cacciatori di bush-meat, probabilmente già estinta, è il colobo rosso di Miss Waldron, scoperto appena 68 anni fa nel Ghana Occidentale; si sta organizzando un'ulteriore spedizione scientifica con la vaga speranza che qualche gruppo sia miracolosamente scampato allo sterminio nella parte sudorientale della Costa d'Avorio. Gli animali vivi nel loro ambiente assicure¬ rebbero agli Stati africani introiti sicuri e duraturi perché richiamerebbero un gran numero di turisti, come già avviene nelle zone protette. Le visite guidate a famiglie di gorilla di montagna, allenati alla presenza dell'uomo, 'avevano riscosso negli Anni Ottanta un successo mondiale, procurando considerevoli guadagni ai tour operator. Ma i sanguinosi conflitti tribali, iniziati nel 1990, hanno indotto i ruandesi hutu a rifugiarsi proprio in quel territorio, rendendo più insicura la foresta, in parte disboscata dai profughi e percorsa da banditi e bracconieri. Lo stesso Parco dei Virunga, istituito nel 1925 (il più antico del continente), è stato dichiarato «patrimonio mondiale in pericolo». Se l'Africa perderà le sue meraviglie naturali nessuno avrà più interesse a visitarla. Oggi i giardini zoologici hanno assunto un ruolo importante nella difesa della natura: molte di queste istituzioni si sono convertite in centri riproduttivi e di ricerca che adottano una strategia comune per la conservazione della biodiversità. Così l'Eaza (European association of zoos and aquaria), che comprende quasi trecento zoo, d'intesa con il «Fondo intemazionale per il benessere degli animali», ha promosso una campagna informativa, illustrando le disastrose conseguenze del bushmeat trade. Inoltre ha preparato una petizione rivolta al Parlamento europeo e ai Capi di Stato africani affinché questi ultimi pongano fine alla strage indiscriminata e garantiscano il rispetto delle leggi per la protezione delle specie in pericolo di estinzione. Ai nostri rappresentanti governativi (nazionali e dell'Unione europea) si chiede di incoraggiare con aiuti concreti gli sforzi di quei leader africani che si impegnino nella difesa della fauna selvatica e in una gestione razionale delle risorse naturali da tramandare alle generazioni future. La petizione corredata da almeno un milione di firme sarà presentata alla fine del 2001. Appassionata coordinatrice di questa campagna, per il nostro paese, è Gloria Svampa, presidente dell'Uiza (Unione italiana zoo ed acquari), che confida nell'efficacia di una mobilitazione intemazionale e nell'adesione dei singoli. Chi desidera sottoscrivere le schede o collaborare alla raccolta di firme può rivolgersi agli zoo o ai parchi zoologici di Roma, Bussolengo Pastrengo, Lignano Sabbiadoro, Pistoia e Falconara. (*)Università di Roma «La Sapienza»

Persone citate: Cross River, Diehl, Elefante, Enrico Stella, Gloria Svampa, Waldron