Alassio e Laigueglia a ferro e fuoco: è arri\ato Pinketts
Alassio e Laigueglia a ferro e fuoco: è arri\ato Pinketts Alassio e Laigueglia a ferro e fuoco: è arri\ato Pinketts a ONESTA ' narrativa di Andrea mmm G. Pinketts consiste nella volontà di spremere tutto se stesso sulla pagina, virgole comprese. Per raccontarsi megho sarebbe disposto - crediamo - a immortalarsi nell'azione a suon di fotografie e didascalie osannanti, se non fosse che toglierebbero fiato alla narrazione. E ce ne vuole, di fiato, per rotolarsi lungo le sue odissee tanto dissennate quanto imprevedibili, come di uno che ogni mattina socchiude gli occhi tramortiti e decide la direzione da prendere, poco importa se è diversa da quella del giorno precedente. L'esempio che ci è sempre venuto in mente è quello di Pennac, che nel suo dilagante successo qualcuno ha voluto incasellare a forza nel collegio dei giallisti, solo perché le sue trame rutOanti contemplano vittime e colpevoli; Altrettanto si può dire, che lui lo voglia o no, del nostro granitico autore, che come lettori non riusciamo a disgiungere dal suo fumettistico, scanzonato eroe Lazzaro Santandrea: Pinketts è un cantore di se RECENSe RECENSIONE Sergio IONE io stesso e del mondo arlecchinesco di cui si circonda e l'accostamento con la geografìa popolar-periferica della corte dei miracoli di Pennac non ci sembra così causale. Come non lo è quello più elevato - qualcuno ovviamente sarà pronto a storcere il naso - con Queneau, o addirittura con il vecchio Campanile, che. dei giochi di parole furono maestri indiscussi. I giochi di parole costituiscono l'essenza primaria delle storie di Pinketts, a partire dalle sovraffollate introduzioni che si protraggono oltre il lecito in un tentativo di estrema comphcità col lettore. O ci stiamo o passiamo ad altra lettura. Noi ci stiamo sempre volentieri, anche perché il gioco ci diverte e riesce a condurre in porto - chissà come - una trama a tinte gialle anche credibile e convincente. Ma quanti slalom, anche questa volta, per arrivare al dunque: logorroico e disperato. Lazzaro sfugge a se stesso ma le birre lo raggiungono ovunque, anche ad Alassio e a LaiguegUa, dove si scontra con la disumanità del popolo vacanziero. Vaga alla ricerca del Fuggevole Turchese, quel lampo di luce innamorata che non ha un volto - ma un bel culo sì - e che si può celare ovunque, dalla barista di spiaggia Iside alla freccia sui rollerblades Azzurra detta Cochi, che esploderà insieme al suo zainetto e ai suoi amati pattini. Lazzaro beve e gioca di lingua - nel senso letterario del termine - e avverte l'onda d'urto di un complotto oscuro che lascia sul terreno altre vittime oltre alla graziosa Cochi, e sembra risalire all'albergo di Laigueglia in cui opera il vampiresco Alex Luino coi suoi strani Runarginati. Leggere per credere: il complotto c'è, e conduce all'epilogo gli amori mancati di Lazzaro e le sue bibliche scommesse di bevute senza ritegno, fino all'impressione che quel Fuggevole Turchese sia solo l'ultimo, leggiadro pensiero prima di chiudere gli occhi per sempre. Già perché alla fine della galoppata Pinketts uccide il suo eroe, che ora vagabonda in un asettico Aldilà alla ricerca di una bionda - nel senso della birra - e di un sigaro. Ma qualcosa ci dice che, fedele al suo nome, uscirà dal sepolcro e tornerà a riempirci la testa - e le pagine - coi suoi astratti furori di clown del thriller metropohtano. Intanto gli auguriamo buon riposo in quella specie di paradiso tutto alla Pinketts, a metà strada tra una reminescenza del catechismo e uno spot televisivo del caffè. La rutilante popolar periferica corte dei miracoli dei suoi personaggi abbandona Milano e si concede una «caldissima» estate al mare Andrea Pinketts. E' nella torrida estate ligure che si dipana la parte più alcolica di Lazzaro Sahtandrea, l'eroe di «Fuggevole Turchese» Andrea G. Pinketts, Fuggevole Turchese Mondadori, pp. 248. L 24.000 NERO METROPOL T A N O
Luoghi citati: Alassio, Laigueglia, Milano
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