Una difficile estate Anni 50 per una coppia al capolinea di Giovanni Tesio

Una difficile estate Anni 50 per una coppia al capolinea Una difficile estate Anni 50 per una coppia al capolinea RECENSIONE Giovanni Tesio M ETTERE una vita in una crisi, una crisi in una stagione. Romanzo postumo di Luce d'Eramo, Un estate difficile - stando al risvolto di copertina - è l'ultimo titolo che la scrittrice recentemente scomparsa aveva consegnato alla Mondadori poco prima di morire. Resterebbe se mai da stabilire se si tratti di un romanzo tutto nuovo o se sia piuttosto il frutto di un ritomo di scrittura, il rifacimento di un brogliaccio d'officina. Tali sono infatti la secchezza stilistica, l'aspra e ruvida concretezza delle cose raccontate (ma anche la nobile sprezzatura del tratto) che si pensa all'energia di un narrare di stampo neorealista, anche se di un neorealismo del tutto estraneo alla letterarietà cui faceva riferimento Calvino nella Prefazione ( 1964) alla seconda edi¬ zione de II sentiero dei nidi di ragno («... mai si videro formalisti così accaniti come quei contenutisti che erav amo, mai lirici così effusivi come quegli oggettivi che passavamo per essere»). Leggendo Un'estate difficile accade se mai di pensare, per una qualche affinità di sguardo, a certi romanzi di Enzo Striano e in particolare al Giornale di adolescenza uscito anch'esso postumo RECENGioT da Mondadori qualche tempo fa. L'osservazione vale solo a dire che per Luce d'Eramo - proprio perché la sua è una voce inconfondibile - è sempre difficile trovare una pronta possibilità di catalogazione. La sua capacità di riflessione su tempi troppo facilmente liquidati, su nodi troppo frettolosamente rimossi, su passaggi troppo disinvoltamente scavalcati, ne fa una scrittrice che non esiterei a definire «civile» se non fosse dell' equivoco che il termine porta quasi sempre con sé. Non «messaggi» sovrapposti, non buone intenzioni, non lieti finali, ma un'attenzione lenticolare e spregiudicata allo svolgersi della vita, al dolore del mondo e, nonostante SIONE nni o tutto, alla necessaria speranza che lo muove. Oui c'è una donna alle prese con la sua ostinazione, ma c'è anche un uomo alle prese con la sua sfrontatezza: una coppia borghese di quarant'anni con quattro figli e una posizione economica più che discreta, ma di fatto distante per molte ragioni psicologiche e mentali. Siamo negli Anni Cinquanta e precisamente in un' estate del '58. Lui maschio imperioso abbarbicato (senza che mai venga detto se non attraverso l'esile spia di un «voi» sintomatico) alla sua formazione fascista, lei aperta e indipendente come sanno esserlo le donne in cerca di identità meno prevedibili e di soluzioni più adatte alla ricchezza e alle discordanze della realtà in movimento. Lui noioso e petulante, lei idealista e sognatrice. Lui arido e conformista, lei piena di trasporti e di generosità (ma anche di illusioni). Lui burocratico e crudele, lei libera e benigna. Lui ambiguo e infedele, lei onesta e trasparente. Tra la donna e l'uomo scoppia una crisi da tempo latente. Lei va ad un convegno che la tiene per due settimane lontana, lui va in vacanza con i figli al mare insieme con la serva cui è legato da una torbida relazio- Al suo ritomo, ciò che è sempre aleggiato come un'insidia si mostra come un'offesa e da qui in poi la vacanza comune diventa un viaggio dentro il tunnel di un rapporto che mette a prova due mondi diversi, due diversi modi di comunicare e di esistere. La sofferenza arriva al cuore e alla gola di lei tanto da far temere la deriva e il naufragio. Ma poi è ancora lei a raddrizzare la barra del timone, prendendo la decisione forte di separarsi da lui e di condurre la sua vita in modo indipendente, di dedicarsi al lavoro con rinnovata vitalità e di crescere i quattro figli, cui il romanzo destina alcune tra le pagine più indovinate. Una storia a suo modo esemplare che, concentrandosi nel tempo di un'estate, con gli anni difficili di una vita attraversa i difficili anni di un periodo della nostra storia solo apparentemente remota. Piccoli tocchi di sentimenti e di cose che aspirano a diventare i simboli di una condizione umana: a mostrare senza moralismi, attraverso il coraggio di ima donna, la dignità con cui la vita merita di essere vissuta. L'ULTIMO ROMANZO DI LUCE D'ERAMO, UNA SCRITTRICE «CIVILE» CHE HA DATO VOCE AL CORAGGIO DELLE DONNE, ATTENTA AL DOLORE DEL MONDO, APERTA ALLA SPERANZA Luce d'Eramo Un'estate difficile Mondadori, pp. 260, L 30.000 ROMANZO Luce d'Eramo

Persone citate: Calvino, Delle Donne, Enzo Striano, Luce D'eramo