Scudo, un'altra tappa nel cielo del Pacifico di Maurizio Molinari

Scudo, un'altra tappa nel cielo del Pacifico Scudo, un'altra tappa nel cielo del Pacifico Quarto esperimento d'intercettazione, Powell rassicura il Cremlino Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK In coincidenza con il quarto test della difesa antimissile, avvenuto nella notte, l'Amministrazione Bush ha lanciato messaggi tranquillizanti rivolti al Cremlino nel tentativo di limitare i danni diplomatici del nuovo passo compiuto verso l'abbandono del trattato Abm del 1972. La prima a rivolgersi a Mosca è stata Condoleezza Rice, consigliere per la Sicurezza nazionale. «Abbiamo iniziato a lavorare insieme ai russi, c'è un dialogo in corso sugli assetti strategici - ha detto - ma noi guardiamo oltre il Trattato Abm». Poi è sceso in campo il Segretario di Stato, Colin Powell, rassicurando il Cremlino sul fatto che l'Amministrazione Bush vuole «un'intesa». «Abbiamo bisogno di un accordo, forse di un Trattato, che ci consenta di andare avanti», ha dichiarato Powell, assicurando di «non voler escludere nessuna strada» pur di raggiungere un'intesa con il presidente Vladimir Putin. «Non sarebbe meglio lavorare insieme e documentare le nostre intese?», si è domandato in un'intervista al «Washington Post» il capo della diplomazia Usa, secondo cui la disponibilità americana a ridurre il proprio arsenale nucleare dovrebbe rassicurare i russi. «Ognuno di noi - ha insistito ha una forza deterrente e non |-abbiamo - alcuna intenzione di attentare a questo equilibrio con t la difesa antimissile. (...) Siamo '•;imspòsfì-a ndùrrè lèThoStra forza deterrente, il che dovrebbe dare ai russi maggiore fiducia nella loro capacità di scoraggiare un'aggressione». Washington offre un taglio cospicuo degli arsenali strategici - dalle attuali 7000 testate a circa mille - per andare incontro alle difficoltà di bilancio di Mosca, ma il Cremlino resta su posizione rigide e minaccia di installare sui suoi missili intercontinentali testate multiple «Mirv» se gli Stati Uniti abbandoneranno il trattato Abm, che proibisce la difesa antimissile totale da parte di un Paese. Negli ultimi giorni i diplomatici russi a Washington hanno confermato che il dissenso sullo «Scudo» verrà sollevato dal presidente Putin durante i lavori del summit del G8 di Genova. L'offensiva diplomatica ha coinciso con gli ultimi preparativi del test avvenuto nella notte sui cieli dell'Oceano Pacifico. Dei tre già avvenuti, due sono falliti: l'ultimo passo falso, il 7 luglio del 2000, spinse l'allora presidente Bill Clinton a congelare la decisione sul dispiegamento dello «Scudo». Il generale Ronald Kadish, comandante della Difesa Balistica Nazionale, era convinto che questa volta sarebbe andata diversamente: «Se il test riuscirà i nostri sforzi saranno incoraggiati, se fallirà non rimarremo bloccati». Se fino ad ora il progetto di difesa antimissile è andato avanti a piccoli passi, il quarto test segna l'inizio di una nuova fase: il Pentagono ha in programma fra 8 e 10 esperimenti nei prossimi 12 mesi, con la contemporanea costruzione delle infrastrutture in Alaska sia dei centri di comando e controllo che dei silos per i missili intercettori. L'accelerazione ha l'obiettivo di rendere operativa una versione Umitata dello «Scudo» - ovvero una decina di missili intercettori in Alaska - entro il 2004, ultime anno del mandato presidenziale di Bush. Il test avvenuto nella notte ha mimato un possibile attacco missilistico intercontinentale da parte degli «Stati canaglia» - Nordcorea, Iraq e Iran - che il Pentagono considera impegnati nella corsa agli armamenti non convenzionali. Il ruolo del missile «nemico» è stato assegnato a un vettore intercontinentale «Minuteman-II», lanciato dalla base aerea di Vandenberg in California e dotato sia di una testata offensiva vera anche se disarmata - che di ima testata finta, costruita apposta per ingannare il missile intercettore. Il programma prevede che il radar «X-Band» del centro missihstico dell'atollo di Kwanjalein «illumini» il missile «canaglia» sin dalla partenza e quindi diriga contro di lui il missile intercettore, decollato dallo stesso atollo. Il compito del «veicolo-killer» è quello di distinguere la testata offensiva da quella fasulla e disintegrarla con uno scontro a velocità supersonica a oltre 22 mila metri di altezza sui cieli dell'Ocea- no Pacifico. Solo oggi sapremo se il generale Kadish è riuscito a riscattare il fallimento dello scorso anno, ma nella comunità scientifica americana i dubbi sull'efficacia dello «Scudo» restano radicati e il Senato - a maggioranza democratica - si sta preparando a un braccio di ferro di lungo termine con l'Amministrazione Bush sull'approvazione dei nuovi piani - strategia e costi - del Pentagono. Nella notte rincorsa nei cieli del Pacifico di un missile antimissile a un Minuteman-II lanciato dalla California II segretario di Stato: non vogliamo escludere alcuna strada per raggiungere un'intesa con il presidente Putin fra le 19 e le 23 ora del Pacifico (fra le 4 dì notte e le 8 del mattino p domenica ora italiana). Un missile intercontinentale disarmato tipo Minuteman-II viene lanciato dalla base dell'Us Air Force a Vandenberg, vicino a Lompoc, in California. Venti minuti dopo un missile intercettore viene lanciato a 7680 km di distanza dal centro balìstico «Ronald Reagan» dcH'atollo di Kwajalein, nelle ìsole Marshall, 8 gradì a Nord dell'Equatore, a metà strada fra le Hawaii e l'Australia. Il mìssile intercettore viaggia a 7200 km/h. Dal Minuteman-II sì staccano una testata disarmata e una falsa testata. Guidato dai radar del centro di comando e controllo basato nelle Marshall e dai propri sensori infrarossi il mìssile intercettore individua la testata disarmata colpendola a un'altezza di 224 km sopra i cieli dell'Oceano Pacifico Centrale. La forza dell'impatto distrugge il missile intercettore e testata disarmata del Minuteman-II in frammenti infinitesimali dì polvere spaziale.