E Roma torna in lizza per il 2012

E Roma torna in lizza per il 2012 E Roma torna in lizza per il 2012 Veltroni lancia la corsa, Petrucci aderisce: «Iniziativa seria» inviato a MOSCA Fatto un papa, se ne fa un altro. Da Pechino 2008 a Roma 2012. Il sindaco Veltroni, visto che l'Europa e Parigi non vincono, ha ricandidato l'urbe ad ospitare i Giochi olimpici, forse scegliendo per farlo il più sbagliato dei giorni. Ma andiamo per ordine. Il trionfo di Pechino. Franco Carraro, presidente della Lega calcio e membro Ciò: «Come al solito, Samaranch vede lontano. Tre settimane fa mi aveva detto: Pechino vincerà al primo turno. Si è sbagliato di poco. La Cina è il primo paese al mondo per abitanti. Mai aveva avuto un'Olimpiade. E poi, a furia di recapitarci lettere su lettere e fax su fax di proteste per i diritti civili, ci slam fatti l'idea che l'indignazione fosse pilotata. Di qui l'idea di non cadere nella provocazione e di fare di testa nostra. Il crollo di Parigi? Ha pagato le scelte europee di Atene 2004 e Torino 2006. Hanno mandato Jospin al massacro: proprio non li ho capiti, i francesi. Zidane? In campo è spesso decisivo, dal pulpito non sempre». Ottavio Cinquanta, membro del Ciò: «Dicono: e i diritti umani? Rispondo: 7 anni sotto i riflettori costringeranno i cinesi a non commettere strafalcioni democratici». Mario Pescante, capo della delegazione italiana: «Pechino l'ha strameritata. Ouando perse con Sydney, ostentò un fair play fuori del comune. Lo sport ha sempre aiutato la democrazia, penso a Mosca '80 e a Seul '88». Gianni Petrucci, presidente del Coni da Roma: «E' una vittoria, attesa e legittima, che dischiude scenari affascinanti. E quale miglior occasione per valutare la crescita dei diritti delle persone?». Evelina Christillin, di Torino 2006: «Non si può chiedere allo sport di farsi carico, sempre e comunque, delle storture dell'umanità. Forse che il sangue di Tienammen ha scoraggiato gli investimenti delle grandi aziende?». E adesso Roma 2012. Carraro: «Non credo più di tanto al teorema dei risarcimenti (Pechino dopo Sydney, Atene e Torino dopo Roma). Importanti, sono gli avversari: se Roma si candida, prevedo una battaglia molto aperta. La scelta dei Giochi del 2012 verrà effettuata nel 2005, a un anno da quelli di Torino. Perché dovrebbe essere uno svan¬ taggio? Fra i membri del Ciò, potrebbe anche scattare la molla di non fare un torto agli italiani padroni di casa: se sài di essere invitato a cena, magari cerchi di ingraziarti l'anfitrione». Pescante, presidente del Coni quando affondò Roma 2004 e, oggi, sottosegretario allo Sport: «Se Veltroni mi avvisava, era meglio, ma ciò premesso, se davvero l'operazione va avanti, farò di tutto per agevolarla. La disfatta di Parigi ci aiuta, il tracollo di Toronto no. L'America tornerà alla carica. Si rischia di non salire sul podio, e vi parla uno che di sconfitte se ne intende, ne ho collezionate già cinque, Aosta, Milano, Tarvisio, Cortina, Roma. Si vota nel 2005, e chissà quale sarà, allora, là fisionomia del Ciò. Veltroni è il sindaco di Roma. L'iniziativa non poteva che partire da lui. Ma, ripeto, sarebbe stato più opportuno che, prima di dame notizia alla stampa estera, si fosse confidato con il sottoscritto». Petrucci: «Sembra proprio un'iniziativa seria, mi risulta che ci siano già stati contatti con Palazzo Chigi. Personalmente, non posso che offrire il mio appoggio a Veltroni in attesa di sviluppare l'argomento nel Consiglio nazionale del Coni in programma il 10 agosto», (ro. be.l Carrara: si deciderà un anno prima dei Giochi di Torino e potrebbe essere un vantaggio. Pescante è più scettico: si rischia di non salire sul podio Il presidente del Coni: atteso e più che legittimo il successo dei cinesi LaChristillin:losport non può sempre farsi carico delle storture dell'umanità