Ballate compagni, e sarete felici di Sergio Trombetta

Ballate compagni, e sarete felici Film, canzoni, mostre: Piretto studia la macchina della propaganda sovietica Ballate compagni, e sarete felici L'arma del musical sotto Stalin Sergio Trombetta «vi VERE è diventato più bello, compagni, vivere è diventato più allegro». Con questa frase pronunciata nel 1935 Stalin apre ufficialmente l'era della felicità di Stato in Unione Sovietica. Una forzata gioia di vivere che dagli anni più bui delle persecuzioni e delle purghe di massa avrebbe accompagnato i cittadini sovietici almeno fino alla soglia della seconda guerra mondiale, al '41 e all'invasione dei nazisti. Per promuovere e sostenere questa allegria sovietica lo Stato fece ricorso a tutto, anche al musical. Ne parla Giampiero Piretto in Il radioso avvenire. Mitologie culturali sovietiche, uno studio appena pubbhcato da Einaudi che ripercorre i settant'anni di vita sociale e politica sovietica anahzzando i miti, i luoghi e gli strumenti della propaganda, spesso paragonandoli a paralleli fenomeni della società americana. Così, a esempio, la metropolitana di Mosca o la Mostra delle reahzzazioni dell'economia popolare (la VDNCh) diventa una specie di Disneyland per il cittadino sovietico. O ancora: se le giovani occidentali degli anni 60 hanno i Beatles, le sovietiche si innamorano di Gagarin. Dunque ai musical di Busbey Berkley, a dive come Judy Garland o Esther Williams, i sovietici contrapponevano film in cui kolchoslane e giovani operai cantavano e ballavano? «E' un aspetto che si conosce meno di quello pittorico-iconografico. Quando si pensa al realismo socialista ci si immagina i grandi romanzi di quattrocento pagine con l'eroe positivo, oppure i quadri con kolchosiane bionde e abbronzate e operai muscolosi. Invece accanto a tutto questo c'è anche un aspetto molto più frivolo, più divertente, che nofl "'è déttamente ^Henfl^àt-' contenere grosse componenti ideologiche». Quale fu il primo musical? «Si intitolava Vesiolye Rebjata (i ragazzi allegri, in italiano fu ribattezzato Tutto il mondo ride) e lo realizzò Grigorij Aleksandrov, nel 1934, l'anno dell'assassinio di Kirov. Si era ancora abbastanza vicini alle sperimentazioni degli anni 20, c'erano ancora residui di passato, il jazz, la tecnica del montaggio alla Ejzenstein. Aleksandrov era stato il suo operatore, d'altra parte. Interprete maschile del film era Leonid Utiosov, pioniere deljazz». Che cosa raccontava il film? «La storia quasi demenziale e, proprio per questo, estremamente originale, divertente, di un kolchosiano che per una serie di equivoci viene scambiato per un famoso violinista, invitato nella villa di una ricca e ignorante signora, residuo della borghesia sovietica dei tempo della Nep. Lui si spaccia senza volerlo per violinista e si trascina dietro il suo gregge. Nella villa lavora come servetta una cameriera dalla voce argentina; la fighe della padrona, la cattiva, studia canto con risultati prevedibilmente scarsissimi; il finale, dopo una serie di peripezie, vede il gruppo dei musicisti capitanato dal pastore, a cui s'è affiancata la cameriera, approdare al Teatro Bolscioj di Mosca: grande successo». -Ungeneré'esente da Censura? «Al contrario. Il film fu criticato per l'esilità ideologica e nel successivo. Il Circo, Aleksandrov corre ai ripari e incomincia simbolicamente con un "attacchino" che copre il manifesto di Tutto il mondo ride e ci appiccica sopra quella del nuovo film. E' la storia di una stella del circo americana che trova rifugio, nel circo di Mosca. In America è perseguitata perché ha avuto un figlio da un nero. Qui invece sarà accettata e nella scena madre il pupo viene strappato dalle mani del cattivo, che vorrebbe riportarlo in Usa, ed è cullato dai rappresentanti di tutte le etnie dell'Unione Sovietica, mentre gli cantano una ninna nanna in sei o sette lingue deU'Urss». C'era soltanto Aleksandrov a fare musical? «No,-l'altro grande" regista e stato Ivan Pyriev. Insieme ne hanno realizzati una dozzina. I più importanti di Pyriev sono I trattonsti, Laporcara e ilpastore, T'cosacchi del Kuhan. Alek- sandrov invece ha girato anche Volga, Volga (che si dice fosse il preferito di Stalin), Il radioso cammino e Primavera». Come si diversificano i soggetti «Pyriev privilegia atmosfere rurali. I personaggi di Aleksandrov vanno a Mosca che è il faro luminoso a cui tutti i provinciali tendono. Nel Radioso cammino c'è addirittura una Cenerentola: una servetta con tanto di guance annerite dalla fuliggine diventa deputato del Soviet Supremo attraverso la sua carriera di tessitrice stachanoviste. Nei film di Pyriev la situazione è diversa: la campagna è già a un grado di sviluppo notevole, il kolchoz è già affermato, trionfano abbondanza, serenità, gioia di vivere...». Chi erano le eroine di questi film? «L'interprete femminile di Aleksandrov era Ljubov Orlova, che era anche sua moglie. Mentre Marina Ladynina era la moglie e prima attrice di Pyriev. Avevano voci argentine alla Jeanette MacDonald. Le loro canzoni divennero la colonna sonora dell'esistenza stessa dei cittadini russi. Alcune, per esempio la Canzone della patria, tratto dal Circo, o la «Marcia» di Tutto il mondo ride restarono nella tradizione e ancora oggi vengono citate. Si danzava anche in questi film? «Aleksandrov è hollywoodiano, quindi i numeri sono più pretenziosi, più articolati, coreograficamente più ricchi, più spettacolari. Per esempio i balletti del film Circo avevano le classiche fontane luminose con fanciulle che ballano fra giochi d'acqua, un po' alla Esther Williams. Nei film di Pyriev c'è più folklore, anche se nel balletto che apre il film La porcara e il pastore la danza della porcara che arriva saltellando è modellato sulla Judy Garland del Mago di Oz». Questo mondo finisce con la guerra? «Sì. Il radioso avvenire è uscito proprio nel '41, altrettanto La porcara e il pastore. Si era alle soghe della guerra e si decise di non' fermarli proprio 'perché,1' vista la difficoltà del momento, era necessario fornire ancora un messaggio di allegria, di gioia, di leggerezza, di felicità». Kolchosiane abbronzate e proletari allegri, tessitrici stachanoviste e musicisti pastori, cameriere al Bolscioj e canzoni in fabbrica: negli anni bui delle grandi purghe, lapropaganda trasformò il Paese in una enorme Disneyland della gioia forzata vi- '—tvmi Ww&iM ®®Snm Il manifesto del film Tutto il mondo ride di Aleksandrov; sopra, Stalin

Luoghi citati: America, Mosca, Unione Sovietica, Urss, Usa