McDonald's si converte a pizza e sushi di Maurizio Molinari

McDonald's si converte a pizza e sushi McDonald's si converte a pizza e sushi Al fast food cibi tradizionali Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Alla soglia dei suoi 50 anni McDonald's si rende conto che hamburger, cheesburger e patatine fritte non hanno più il successo di una volta e per ringiovanire scommette su una ristrutturazione aziendale da miliardi di dollari alla base del finora odiato slow food ovvero menù vegetariani, pizze, caffè, sushi, piatti caldi e cibo tex-mex a volontà. A spingere il presidente Jack Greenberg ad una rivoluzione a tappe forzate è la legge del mercato: l'effetto della mucca pazza ha penalizzato le vendite in Europa e diffuso ulteriori possibili danni mentre a Wall Street negli ultimi tempi gli investimenti premiano sempre di più le ditte di cibo tradizionale. L'industria del fast food è in difficoltà. Conti alla mano gli hamburger di McDonald's - consumati da 45 milioni di persone all'anno in 29 mila punti vendita il 121 Paesi del mondo - restano una miniera d'oro ed hanno garantito nel 2000 entrate per 40 miliardi di dollari (quasi 90 mila miliardi di lire) ma Greenberg guarda al mercato che verrà e, preoccupato per i trend di consumatori ed investitori, ha cambiato rotta. La ristrutturazione ha preso piede in una triplice direzione: acquisto di marche di slow food negli Stati Uniti ed in Europa, inserimento di spazi per il cibo tradizionale in un primo gruppo di ristoranti McDonald's e nuovi menù per tutti i punti vendita. Le nuove marche entrate nel portafoglio dell'impero McDonald's coprono quasi ogni tipo di gusto: messicano, cinese, italiano, giapponese, vegetariano. Tutto è iniziato con «Chipote»: una catena di cibo tex-mex, di base a Denver, che per otto dollari -18 mila lire - offre cibo messicano «doc», a cominciare ovviamente dalle toitilla. In tre anni «Chipote» è passato da 14 ristoranti in Colorado a 140 in undici Stati americani. Il successo ha galvanizzato Greenberg che adesso punta a 1400 risoranti tex-mex dal Pacifico all'Atlantico. Più recente l'entrata in scuderia di «Donatos» ovvero pizza italiana per tutti i gusti più eventuale bruschettà. «Chi esce la sera per andarsi a ^rendere una pizza ed un Dicchiere di vino non va da McDonald's - ha spiegato Greenberg a "USA Today" - e sono questi i clienti che cerchiamo». Per sfidare l'incubo della Mucca Pazza in Europa la scelta è caduta invece sulla catena londinese «Pret à Manger»: pesce, cibo vegetariano e tanto sushi giapponese. L'obiettivo è il mercato del Vecchio Continente ma anche Manhattan, dove il sushi impera. Non poteva mancare il caffè: la scelta è caduta su «Aroma Caffè» e gli investimenti in calendario minacciano i giganti (anche italiani) del mercato. L'offensiva punta al cuore del consumo dello slow food. Sul fronte dei McDonald's già esistenti la scelta, invece, è quella della correzione di rotta, lenta, ma progressiva. Nel centro di Chicago un ristorante McDonald's ha inaugurato il suo «McCafè» registrando incassi da capogiro. AKokomo, nell'Indiana, vicino agli hamburger sono arrivate montagne di gelati. L'esperimento è riuscito e, a fine mese, verrà ripetuto a Houston, Texas. Neanche i menù tradizionali resteranno quelli che sono. Gli appassionati di hamburger davanti a loro avranno d'ora in poi, sempre e comun¬ que, l'altra possibile scelta: il sandwiches di verdure grigliate. Il tentativo di reinventarsi è iniziato, gli investimenti sono stati programmati e nel quartier generale dell'Arco Dorato c'è grande attesa per i profitti dei prossimi 36 mesi. La scelta della diversificazione va anche oltre il rilancio del finora tanto odiato slow food: a Zurigo per 120 dollari a notte - quasi 300 mila lire - si può dormire in una camera doppia del «Golden Arch Hotel», a due passi dall'aeroporto internazionale. Lenzuola, porte, tovaglioli e docce riprendono tutte il famoso logo. I ristoranti dentro l'albergo sono due: un tradizionale McDonald's e il piccolo, nuovo di zecca. Aroma Cafè. Ma, neanche a dirlo, è quest'ultimo ad attirare di più i passeggeri in transito: un segno dei tempi e del tramonto dell'era dell'hamburger. In declino l'hamburger Si punta su piatii italiani giapponesi e messicani Primo hotel a Zurigo Il marchio McDonald's ha 29 mila punti vendita in 121 paesi e nel 2000 gli incassi sono stati di quaranta miliardi di dollari

Persone citate: Arch, Donatos, Greenberg, Jack Greenberg