I conti pubblici all'esame della Bce di Lepri
I conti pubblici all'esame della Bce Il buco si ridimensiona. In aprile le cifre dello scostamento erano state annunciate da Monorchio I conti pubblici all'esame della Bce Baldassarri tranquillo: non ci chiederanno manovre Stetano Lepri ROMA Germania e Italia sono sotto esame per i conti pubblici, ha confermato il presidente della Banca centrale europea Wim Duisenberg. «Ne abbiamo discusso in questa seduta» ha detto ieri nella conferenza stampa al termine del consiglio Bce (dove siedono i 6 membri del direttorio di Francoforte e i 12 governatori nazionali). E' imminente uno scontro tra governi e banca centrale? «Non credo che l'Europa ci chiederà una manovra correttiva» rasserena il viceministro dell'Economia Mario Baldassarri. E, secondo le ultime notizie, la vicenda del «buco» si va sdrammatizzando. Per farla breve, il «buco» sarebbe piccolo se contato in un modo, grande se contato in un altro. Ma questa ultima non è affatto una novità, era stata scritta dalla ragioneria generale dello Stato tre mesi fa, prima delle elezioni quindi. Secondo i criteri europei, quelli che sono materia del «patto di stabilità» al cui rispetto Duisenberg richiama, lo sforamento non sarebbe gravissimo, 12-18.000 miliardi (non molti di più dei 10.000 ammessi dal governo uscente). Secondo indiscrezioni raccolte dall'agenzia Radiocor, invocando la minor crescita economica rispetto alle previsioni, la Bce potrebbe condonarne circa cinquemila; la stretta già in corso sulle uscite di cassa potrebbe recuperarne altri diecimila. E' invece assai ampio il «buco» se misurato secondo la tradizionale contabilità di Stato italiana. Ma questo, come Baldassarri ha notato ieri, lo si sapeva già dal 4 aprile, quando la «relazione di cassa del Tesoro» stesa dal ragioniere generale Andrea Monorchio per il governo Amato, stimò in 74.800 miliardi di lire il fabbisogno di cassa del Tesoro nel 2001. Gli esatti motivi della divergenza fra i due tipi di conteggio restano a tutt'oggi un mistero anche per i tecnici. Così è, se vi pare? Nonostante questi sviluppi farseschi, la si¬ tuazione resta seria; ma sotto un altro aspetto. Non è il 2001 che conta. Ciò che la Banca centrale vuole, dall'Italia come dalla Germania come dalla Francia e da tutti gli altri Stati dell'area euro, è che i rispettivi «patti di stabilità» non vengano rivisti. In altre parole, l'Italia potrebbe sgarrare un poco sul 2001 se mantenesse l'obiettivo, fissato dal precedente governo, di arrivare al palleggio di bilancio nel 2003. Ma è proprio la misteriosa differenza tra i due conteggi che fa temere al governatore della Banca d'Italia Antonio Fa?io (e anche al governo, pur se non l'ha affermato con chiarezza), che il pareggio nel 2003 sia un obiettivo irrealistico e troppo severo. Spiega ancora Baldassarri: «quando questi due valori torneranno ad essere vicini, lo faranno verso il basso o verso l'alto?». Ovvero: quelle decine di mighaia di miliardi in più che sono apparse nel 2000 prima, nel 2001 poi, nel conteggio all'italiana, riemergeranno più in là nel conteggio all'europea? Fazio teme che riemergeranno per intero; l'ex ministro Vincenzo Visco continua a insistere che i due conteggi sono completamente differenti e che non riemergeranno mai. Quanto a una revisione del patto di stabilità, «la stanno chiedendo altri Paesi come la Germania e, forse, anche la Francia» dice il ministro delle Attività produttive Antonio Marzano; mentre «l'Italia cercherà di portare avanti obiettivi di finanza pubbhca ragionevoh». Interpretazione possibile: è megho che si espongano prima gli altri Paesi. Anche per questo il governo ha rinviato al 16 luglio la presentazione del Dpef, il documento pluriennale che imposterà la politica economica per tutta la legislatura. E l'ex presidente del Consiglio Giuliano Amato ha replicato duramente: «Emerga il Dpef,siete in ritardo». Del Dpef Baldassarri annuncia che mirerà a «portare il tasso di crescita annuo dell'economia sopra il 3(}() nell'arco del quinquennio». Nella foto (da destra). Fini, Berlusconi, Pera, Casini e ì ministri economici all'assemblea di Confcommercio
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