«É lui Kussassino del piccolo nomade» di Massimo Numa
«É lui Kussassino del piccolo nomade» Fermato un ragazzo di 27 anni. La vittima aveva otto anni e stava dormendo nella roulotte É «É lui Kussassino del piccolo nomade» Unarrestòper lasparatoria nel campo vicino a Cuneo Massimo Numa TORINO Preso. Il 18 giugno avrebbe fatto parte del commando che ha sparato alle roulotte del campo nomadi di Villafalletto, uccidendo un bambino rom: ieri è stato arrestato dai carabinieri. L'identità è ancora sconosciuta, ieri notte erano in corso gli ultimi accertamenti e si cercano gli altri complici, già identificati. L'indiziato è un nomade di 27 anni, residente in una delle comunità del Torinese. Avrebbe sparato otto colpi di revolver calibro 9. Uno dei proiettili aveva ucciso un bimbo di otto anni. Il piccolo dormiva nella roulotte con padre, madre e fratello: uno dei proiettili gli aveva trapassato la tempia, era morto in serata all'ospedale Regina Margherita di Torino, col cervello devastato. I killer si erano presentati poco dopo l'alba. Era già chiaro quando la grossa Audi grigia si era fermata nell'area centrale' del campo. Ne scesero due uomini, forse tre. Uno solo, con un grosso revolver, apriva il fuoco. Forse il.bersaglio era il padre del bimbo, Giacomo Argenta, 29 anni, nomade nato a Carmagnola, nel Torinese, agli arresti domiciliari nel campo, in attesa di scontare una condanna per reati contro il patrimonio. Nella rou otte c'erano anche la sua compagna, madre di M. e di un suo fratellino. Il rumore degli spari aveva svegliato la famiglia e gli altri nomadi che, forse, erano riusciti a intravedere i rivali e a tracciarne un primo identikit. Il bambino sembrava ancora addormentato ma sul cuscino si era allargata una grande macchia di sangue. Il tempo di dare l'allarme, di prenderlo in braccio e di portarlo in ospedale. Il gruppo di fuoco si allontanava indisturbato. Ma attorno a loro si era già creato un vuoto. Nessuno, neppure nella loro comunità era disposto a dare rifugio agli assassini che fuggivano. A Brescia rubavano un'Audi S8 blindata e torna¬ vano a Torino. Una pattuglia della Stradale li intercettava a Settimo, al casello dell'autostrada, mentre stavano cercando di impadronirsi di una vettura pulita. La fuga riprendeva, e loro cercavano di speronare la Marea della Polstrada, aprendo il fuoco. Ancora una volta riuscivano ad allontanarsi. Una corsa interminabile, sino a Bergamo. Riuscivano a «bucare» altri due posti di blocco. Poi il cerchio si chiudeva e i carabinieri individuavano e arrestavano uno del commando. Per gli altri, forse, è questione di ore. E' l'atto finale di una faida sanguinosa. Il 21 febbraio, in via Torino a Saluzzo, alla rotonda con via Pinerolo una Lancia Delta HF aveva volontariamente tamponato una Seat Ibiza, finita contro la vetrina di una palestra di culturismo. Il conducente dell'Ibiza era sceso dall'auto e aveva iniziato a sparare contro i due giovani usciti dalla Delta: questi ultimi avevano risposto al fuoco. Nel campo sulle rive del Maira vivono ufficialmente 23 nuclei familiari, tra 60 e 70 persone. Molte sono stabili in paese ormai da anni. Fra queste il clan degli Argenta, uno dei più rappresentati tra quelli «stanziali» nel Cuneese, presenti in forte numero anche nel campo del capoluogo provinciale. Il campo nomadi di Villafalletto, nel Cuneese
Persone citate: Giacomo Argenta, Maira
Luoghi citati: Bergamo, Brescia, Carmagnola, Ibiza, Torino, Villafalletto
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