Allargare a Ed sema dimenticare il Sud di Enrico Singer
Allargare a Ed sema dimenticare il Sud Buttiglione: «Bisogna rinegoziare le politiche di coesione in Europa» Allargare a Ed sema dimenticare il Sud Tremonti consegna un memorandum italiano allVe Enrico Singer corrispondente da BRUXELLES Conciliare la necessità dell'apertura ai Paesi dell'Est europeo con il mantenimento degli interventi a sostegno delle regioni meno sviluppate degli attuali Stati membri della Uè, come il Sud dell'Italia. E' il senso di un «memorandum sulla coesione economica e sociale» che il governo Berlusconi ha elaborato e consegnato ieri alla Commissione europea. Un documento che a Bruxelles è stato subito definito «equilibrato» è che archivia le voci, che si erano sparse alla vigilia delle elezioni, di un possibile cambiamento di rotta italiano sul delicato capitolo dell'allagamento dell'Unione. Al centro del memorandum c'è il problema dei fondi strutturali. Sono proprio questi aiuti alle zone meno ricche della Uè che, una volta realizzato l'allargamento, finiranno in grande parte ai nuovi Paesi membri le cui economie sono più deboli di quelle dei Quindici. Ancora non si sa quali «candidati» riusciranno ad entrare nell'Unione a partire dal 2004, ma tutto lascia prevedere che tra i primi ci saranno Polonia, Estonia, Ungheria e Slovenia che hanno un reddito pro-capite più basso di quello degli abitanti di quasi tutte le regioni - come quelle del Mezzogiorno - che oggi hanno accesso ai fondi strutturali. L'attuale sistema di ripartizione dei fondi resterà in vigore fino al 2006, ma la trattativa per ridiscutere il meccanismo è già cominciata e il memorandum itatìano è il primo contributo concreto in questo senso. «Il necessario sostegno finanziario alla crescita dei nuovi Paesi membri deve essere assicurato garantendo, allo stesso tempo, interventi altamente concentrati nelle regioni meno favorite dell'attuale Uè» è scritto nel documento che è stato discusso a Roma dal ministro del Tesoro, Giulio Tremonti, e dal commissario europeo, Michel Bamier, e che è stato consegnato anche a Bruxelles dall'am¬ basciatore italiano, Roberto Nigido, alla Commissione guidata da Romano Prodi. Nel memorandum si suggerisce di migliorare «qualità, semplificazione e sussidiarietà delle politiche di coesione» in modo da aumentare l'imlatto positivo sulla competitività dele regioni mono sviluppate. E si sottolineala necessità di «individuare robusti indicatori alternativi per compensare le distorsioni che l'ingresso dei nuovi Paesi membri determinerà». Uno di questi indicatori dovrebbe essere il tasso di disoccupazione nelle regioni meno sviluppate. Nel memorandum si richiede anche un «opportuno periodo transitorio» che dovrà accompagnare l'introduzione del nuovo sistema. «La qualità, la credibilità e il consenso - è scritto nel documento - sono per l'Italia le tre caratteristiche che devono essere alla base di una politica di coesione più efficace che tenga conto dell'allargamento e dei risultati insoddisfacenti del passato». Il riferimento è alla enorme quantità di fondi strutturali che non sono stati assegnati per mancanza di piani ade¬ guati, ma anche per gli intralci burocratici del meccanismo attuale. Nell'incontro con Tremonti, comunque, il commissario Barnier ha notato come l'Italia abbia recuperato negli ultimi tempi il nap accumulato nell'utilizzo dei soldi europei. Un nuovo finanziamento per quattromila miliardi sarà accordato proprio nei prossimi giorni. Ma quello che più conta è il futuro. E' il sistema che sarà messo in atto a partire dal 2006, quando scadrà l'attuale «pacchetto» dei fondi strutturali. La ricetta proposta dall'Italia punta a creare «opportunità aggiuntive di competitività, di profitto e di investimento» lasciando da parte il vecchio sistema dell'assistenzialismo. Sulla stessa linea si è mosso ieri, al meeting dei giovani del centrodestra a Vallombrosa, il ministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione. Il ministro si è detto favorevole all'ingresso nella Uè di Polonia, Slovenia e altri candidati dell'Est, ricordando però che «occorre rinegoziare completamente le politiche di coesione».
Persone citate: Barnier, Berlusconi, Buttiglione, Giulio Tremonti, Michel Bamier, Roberto Nigido, Rocco Buttiglione, Romano Prodi, Tremonti
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