Milosevic si presento solo davanti ai giudici di Enrico Singer

Milosevic si presento solo davanti ai giudici Milosevic si presento solo davanti ai giudici «Il vero genocidio lo ha fatto la Nato» Enrico Singer Inviato a L'AJA «Slobodan Milosevic ci sarà. E darà battagha. Da solo. Sta benissimo ed è convinto delle sue idee». L'avvocato Zdenko Tomanovic esce dal portone del carcere di Sche veningen pochi minuti prima delle 20 e scioglie i dubbi che avevano agitato tutta la giornata. L'ex Presidente jugoslavo non riconosce l'autorità del Tribunale intemazionale, che considera «un'emanazione della Nato che ha perpetrato il genocidio del popolo serbo», ma questa mattina sarà in aula. Ieri, per ore, l'interrogativo era stato proprio questo; quale forma avrebbe assunto la contestazione della Corte e molti pensavano che Milosevic avrebbe scelto di rimanere nella sua cella lasciando deserto il banco degli imputati. Invece ha deciso di affrontare il primo confronto e ha passato la notte a preparare la dichiarazione che leggerà davanti ai giudici. Ma si presenterà in aula senza avvocati. Zdenko Tomanovic spie¬ ga: «Ha detto che non vuole difensori perché non vuole sottostare alle regole di un processo che, secondo lui, non ha alcuna legittimità. Ho parlato quasi tre ore con lui e l'ho trovato molto determinato. Adesso è qui e vuole dire quello che pensa». L'avvocato Tomanovic ha anticipato altre affermazioni del suo cliente che intende rovesciare completamente l'accusa : «Gh assassini siete voi - dirà ai giudici -, io non riconosco neppure l'esistenza di questo Tribunale che è parte di un meccanismo voluto dalla Nato per mascherare il genocidio compiuto contro il popolo serbo». «Non ho nulla da rimproverarmi - dirà ancora l'imputato -: al popolo jugoslavo ho fatto solo del bene». Il legale ha anche spiegato che non sa se Mira Markovic, la moglie di Slobo, e sua figlia Marija potranno risolvere il problema di visto che le blocca a Belgrado. Dalla moglie, però, Milosevic ha ricevuto ima valigia con altri vestiti, compreso quello che indosserà oggi. Una vahgia blu con due cinghie color beige che l'awo- cato ha portato nel penitenziario di Scheveningen e che, come vuole il regolamento, è stata aperta e controllata dagli agenti dell'Onu che hanno in consegna l'ex presidente jugoslavo. Attorno a quella vahgia era scoppiato il primo giallo della giornata di ieri che è stata molto convulsa : degno prologo del grande scontro che è previsto per oggi nell'aula numero 1 del Tribunale penale. La vahgia, regolarmente imbarcata sul volo Jat delle 7 da Belgrado ad Amsterdam, è sparita all'arrivo nell'aeroporto di Schipol. Un misterioso contrattempo che ha fatto subito saltare i nervi all'avvocato Zdenko Tomanovic e al suo collega Dragan Krgovic, che speravano di essere all'Aja alle 10,30 per incontrare Milosevic in carcere già a mezzogiorno. La scomparsa della vahgia li ha bloccati quasi un'ora all'aeroporto e ha fatto slittare tutto il loro programma. Ma, soprattutto, ha scatenato un vortice di ipotesi, compresa quella del sabotaggio. La vahgia è stata ritrovata quando i due avvocati arrivati da Belgrado erano già alla seconda tappa della loro giornata all'Aja. L'incontro con l'ufficio istruzione del Tribunale intemazionale è stato teso perché i funzionari del Tpi hanno avvertito gh avvocati che, in assenza di un regolare mandato da parte di Milosevic, «non potevano essere considerati suoi difensori». Il modulo per la nomina del collegio di difesa era stato consegnato all'ex Presidente jugoslavo già sabato scorso. Ma Milosevic lo ha tenuto nella sua cella, senza compilarlo, né riconsegnarlo al Tribunale. «In questa situazione anche l'incontro chiesto dagli avvocati con il prigioniero potrà avvenire soltanto considerando i signori Tomano¬ vic e Krgovic dei visitatori», aveva detto il portavoce del Tpi, Jim Laudale. La trattativa procedurale è durata fino al pomeriggio e i due avvocati si sono presentati di fronte al portone del carcere di Scheveningen soltanto alle 17,15. Dragan Krgovic si è femato solo qualche minuto, allontanandosi poi in taxi. Zdenko Tomanovic invece si è fermato fino alle 20. Questa partita a scacchi procedurale ha un retroscena di fondo. La presenza di Milosevic in aula, solo, è l'occasione per lanciare il contrattacco. Per rendere esplicite e pubbliche quelle accuse di «rapimento» e di «processo politjico» che ha già lasciato filtrare con le sue ultime dichiarazioni al momento dell'estradizione e con le sue telefonate alla moghe a Belgrado dal carcere. Ma l'appuntamento, ormai, è arrivato: oggi alle 10 in punto il giudice Richard May, presidente del Tribunale, darà lettura deUe 41 pagine dell'atto di accusa per crimini di guerra e contro l'umanità. Poi la parola passerà a Milosevic, Una mossa per negare l'autorità del tribunale L'AULA DEL TRIBUNALE PATRICK RICHARD MUHAMED ROBINSON MAY FASI FIRI (GIAMAICANO) (INGLESE) (MAROCCHINO) pouaa SLOBODAN MILOSEVIC

Luoghi citati: Aja, Amsterdam, Belgrado, L'aja