Akihito: ho il cancro, sarò operato di Francesco Sisci

Akihito: ho il cancro, sarò operato L'IMPERATORE GIAPPONESE ROMPE CON LA TRADIZIONE-CHE IMPONE IL SILENZIO SUI SUOI MALANNI Akihito: ho il cancro, sarò operato Francesco Sisci PECHINO L'imperatore giapponese Akihito ha rivelato ieri di avere un cancro alla prostata e che il mese prossimo sarà operato. Resterà poi in ospedale per circa trenta giorni e in questo periodo sarà reggente il figlio Naruhito di 42 anni. È la prima volta che un sovrano giapponese annuncia una sua malattia. Akihito, che ha compiuto 69 anni lo scorso lunedì,'si era presentato per la cerimonia pubblica degli auguri, e ci si attende ancora la sua presenza per la tradizionale lettura di poesia del nuovo anno, il 15 gennaio a corte. La dichiarazione allora sembra un nuovo passo avanti per portare la più antica dinastia del mondo, che è anche la più tradizionalista, verso il mondo moderno, dove i re, almeno gli altri re, fanno parte del jet set e i loro scandali, le loro piccole o grandi debolezze dominano i rotocalchi di pettegolezzi quando non sono operazioni commerciali per attirare turisti. Senza scandali, ma con un velo di normalità, le agenzie da Tokyo sottolineano che Akihito è stato il primo sovrano giapponese a non sposare una nobile, ma una borghese, la signorina Shoda incontrata quasi per caso su un campo da tennis e portata ufficialmente a corte nel 1959. Il figlio Naruhito ne ha seguito l'esempio impalmando la dolce signorina Owada, poliglotta, figlia di un ambasciatore e così poco preparata alla rigida etichetta di corte da aver sfiorato, pare, la pazzia nei suoi primi anni di clausura quasi monacale a palazzo. Allora il trono del crisantemo perde un petalo alla volta? Un tempo, il cerimoniale era talmente rigido da richiedere anni d'addestramento ai sovrani e persino la lingua di corte era tanto involuta da essere incomprensibile alla gente comune. Del resto gli imperatori giapponesi, al di là di questi moderni sprazzi fuori dal riserbo, non sono come altri loro «colle¬ ghi». Hanno rinunciato sì. alla pretesa origine divina, come gli imposero quasi 60 anni fa gli americani alla fine della guerra, ma la regalità non l'hanno certo persa. Akihito indossa solo doppipetti o abiti con il panciotto tesi come se gli fossero cuciti sulla pelle. I suoi movimenti sono rigidi, il suo viso è una maschera attenta a. non far trapelare sentimenti. Il figlio è più gioviale, un po' capellone, con la zazzera appena sopra le orecchie, sorridente, apparentemente felice di essere sposato alla bella Owada e di dover fare, da grande, l'imperatore. Ma anche lui nei momenti solenni indossa, come divise da parata, kimono di seta copiati dai disegni della dinastia Tang cinese. E non solo per la felicità dei fotografi. Molti riti di corte rimangono segreti, avvolti nel mistero di una religione, lo shinto, che identifica l'anima del Giappone e vede nell'imperatore il suo supremo rappresentante. A questo pensano i tradizionalisti, i quali continuano volere un imperatore divino, discendente della dea Amataratsu, e poco gradiscono le concessioni borghesi della corte. Del resto proprio la storia dell'identificazione tra Giappone e imperatore riuscì convincere gli americani, alla fine della guerra, a non abolire la monarchia e a non processare come eliminale di guerra l'imperatore Hirohito, che certamente conosceva e aveva approvato molti degli orrori degli anni passati. Ed è proprio questo ruolo che viene attaccato dall'opposizione radicale interna e intemazionale, la quale dice: la difficoltà del Giappone a cambiare è anche nel potere di conservazione del potere imperiale. È un vecchio dibattito, sempre più attuale visto che da oltre dieci anni il Giappone si trascina in una crisi profondissima. Non sarà colpa anche dell'imperatore che algido e altero non si intromette nella pohtica e passeggia nel suo parco che occupa i terreni più costosi del Paese? Eppure la crisi passerà e la dinastia dovrà rimanere. L'imperatore giapponese Akihito

Persone citate: Akihito, Owada

Luoghi citati: Giappone, Pechino, Tokyo