SOLDATO Per vincere non dormirai

SOLDATO Per vincere non dormirai LO STUPiO iH AMERICA LA POSSiBiLITA' Pi LiBgfflARE il CORPO PAtLAMgCSSSiTAr PEL SONNO SOLDATO Per vincere non dormirai retroscena Amanda Onion ERANO le ultime settimane di lezione all'Università dell'Illinois quando Peggy Gatsinos, specializzanda in biologia, ebbe chiare avvisàglie che sta- . va dormendo troppo poco. Dopo colazione, racconta, «mettevo i cereali neLfrigorifero e il latte nell'armadietto». Per motivi che gli scienziati non sono ancora in grado di comprendere appieno, il sonno è un fattore cruciale per il corretto funzionamento del cervello umano. Se dormiamo troppo poco cominciamo a commettere errori, dal riporre i cerali nel frigorifero fino all'addormentarci mentre siamo al volante. Alla mancanza di sonno sono stati attribuiti numerosi terribili incidenti, dal disastro di Chemobyl a quello dello Shuttle. E' un problema che appassiona i responsabili dell'esercito perché la possibilità o meno che i soldati si facciano le loro ore di sonno può decidere le sorti di una battaglia. Escogitando mezzi sovrumani che permettano di restare svegli ventiquattr'ore su ventiquattro per sette giorni di fila, gli ufficiali sperano di dare ai soldati statunitensi un vantaggio strategico nei prossimi conflitti. «Eliminare la necessità di dormire durahte utì'òpérazione... imprimerà una svolta al modò'dibòmbattere e all'uso delle forze in campo», recita una recente dichiarazione della Darpa, la Defense Advanced Research Project Agency, la struttura militare americana che ha creato Internet. Per raggiungere questo obiettivo, Darpa ha avviato un progetto multilivello che spazia dall'esame del cervello dei soldati attraverso la risonanza magnetica all'analisi dei circuiti neuronali degli uccelli migratori, che possono volare ininterrottamente per giorni e giorni. La speranza è quella di riuscire a liberare, almeno temporaneamente, il corpo dalla necessità del sonno. «E' un programma davvero ambizioso», osserva John Carney, direttore del progetto per Darpa. «Vogliamo scoprire queste potenzialità in natura e sfruttarle in modi finora ritenuti impossibili». Una delle prime vie tentate dagli scienziati passa per l'osservazione delle altre specie. I delfini, ad esempio, vivono nell'acqua e hanno bisogno di essere sempre vigili per respirare. Si ritiene che riescano a mantenere sveglia una parte del cervello metnre il resto riposa e che questo permetta loro di salire regolarmente in superficie a fare scorta d'aria. Il «Programma mammiferi acquatici» della Marina, avviato principalmente per addestrare i delfini e i leoni marini alle ricerche subacquee, sta conducendo una serie di tomografie ad emissione di positroni su questi animali per cercare di scoprire il loro segreto. E sta anche effettuando studi comportamentali sulle orche perché, nelle prime settimane dopo il parto, puerpere e neonati sembrano non dormire mai. C'è anche il passero dalla corona bianca che, durante la sua duplice migrazione annuale, dall'Alaska alla California e viceversa, non dorme per giorni di fila. «Individuare queste capacità è soltanto il primo passo. Poi si può cominciare a pensare di applicarle agli esseri umani», dice Camey. Intanto Niels Rattenborg sta esaminando i cervelli dei passeri, in cerca di risposte. Anche costretto in cattività il passero, durante il periodo normalmente dedicato all'attività migratoria, non riposa. «Inizia a svolazzare in tondo nella gabbia e non si addormenta mai, anche se a volte sembra un po' stordito». Rattenborg, sotto la guida di Ruth Banca, entrambi dell'Università del Wisconsin, sta attaccando piccoli sensori ai cervelli dei passeri per monitorate la lóro attività cerebrale durante i sei-sette giorni della migrazione. E i due studiosi stanno anche saggiando le loro abilità cognitive in questo frangente. «Dai primi risultati pare che i passeri non soffrano di alcun calo di attenzione», spiega Rattenborg. Una parte del loro lavoro consiste nel capire come gli uccelli si preparino alla lunga veglia. E' stato osservato che sembrano mettere su peso prima dell'epoca della migrazione. Questo, secondo Rattenborg, «può avvenire in vista dello sforzo del volo ma può essere anche il segnale di un mutamento nel metabolismo». Scoprire come certi animali possano affrontare lunghi periodi senza sonno è un primo risultato, ma la vera sfida è riuscire ad applicare queste nozioni per trasferire l'abilità agli uomini. Una possibile via passa per la genetica. Come sottolinea Camey, il genoma umano è pieno di geni le cui funzioni rimangono ignote. C'è un dna cosiddetto «spazzatura» che sembra non avere alcuna utilità negli esseri umani. ma che potrebbe averla in altri animali. «Se riusciamo a capire quali sono questi geni - prosegue Camey - allora jiotremmo individuarli nel nostfò'genoma é attivarli». Le ricerche del Darpà si stanno indirizzando à questo scopo verso i topi e le mosche della frutta. Un altro approccio è migliorare un sistema già individuato da tempo, quello degli stimolanti chimici. Per decenni i militari per stare svegli si sono affidati alla caffeina e ad altre sostanze meno comuni. Dorante l'ultima guerra mondiale i soldati inglesi, tedeschi e giapponesi venivano rifomiti di anfetamine per sopportare più a lungo e con maggior resistenza la fatica. Il presidio medico dell'Aeronautica ha recentemente ammesso che questo occasionalmente avviene anche oggi. Uno stimolante di sintesi più recente, il modafinil (venduto con il nome di Provigli) è stato approvato dalla Federai Drug Administration nel 1999 e riesce a tenere una persona sveglia e vigile per due giomi interi. Attualmente lo usano oltre 250 mila persone, sebbene sia stato creato specificamente per combattere la narcolessia, un disturbo che provoca un impulso incoercibile a dormire. L'esercito ha provato il modafinil, ma Camey dice che si sta cercando un farmaco più efficace. «Molte droghe sono mirate a curare malattie - dice - ma qui non si tratta di una malattia, si tratta di un'esigenza e dobbiamo studiarne e metteme a punto gli effetti». Yaakov Stem e Sarah Lisanby della Columbia University credono invece che il sistema giusto potrebbe essere quel¬ lo di indagare il potenziale inutilizzato del cervello umano. «Stiamo scoprendo che alcuni hanno un minor bisogno di sonno rispetto ad altri. Conosco gente che può restare sveglia tutta la notte senza subirne conseguenze. Stiamo concentrando la nostra attenzione su questi casi», osserva Stern, che insegna neuropsicologia clinica al dipartimento di Sanità della Columbia University. Per le loro ricerche sul cervello Stem e Lisanby usano sistemi all'avanguardia. Stern «fotografa» con la risonanza magnetica le reazioni del cervello a uno sforzo di memorizzazione prima e dopo una notte insonne. Una volta identificate le aree-chiave Lisanby pianifica l'impiego della Tms, la stimolazione magnetica transcranica, per innescare una reazione neuronale nelle zone individuate. La Tms attiva un campo magnetico veloce e potente che invia impulsi elettrici al cervello. Altre ricerche hanno dimostrato che può essere efficace nel trattamento delle forme più gravi di depressione attraverso la stimolazione delle aree del cervello che hanno diminuito la loro attività. Secondo Lisanby, professore associato di Psichiatria clinica, si spera che, sollecitando le zone identificate come responsabili della migliore resistenza alla mancanza di sonno, gli scienziati possano aiutare le persone più vulnerabili agli effetti dell'insonnia a ottimizzare la loro risposta. Lisanby sta progettando di trattare con la Tms 75 soldati privati del sonno per studiarne le reazioni ai compiti quotidiani e a prove mnemoniche. Da sempre la Darpa persegue e consegue obiettivi ambiziosi. E' stata questa agenzia, ad esempio, a dare il maggior impulso alla tecnologia Stealth e a Intemet. Ma il sonno e i suoi meccanismi rimangono un mistero e nemmeno gli scienziati della Darpa si aspettano di riuscire a eliminarne completamente la necessità. «E' ovvio - conclude Stem - che abbiamo bisogno di dormire e, per quanto l'ipotesi di liberarci da questa schiavitù possa essere affascinante, probabilmente è troppo azzardata. Il massimo che possiamo fare è mettere la gente in condizione di rendere al massimo anche quando non ha dormito a sufficienza». Via via che la fine dei corsi si avvicina, Peggy Gatsinos trova l'idea di poter fare a meno di dormire senza risentirne, anche soltanto per pochi giomi, assolutamente attraente. «Le notti in bianco qui stanno diventando un'abitudine - dice e come specializzanda so che potrà solamente peggiorare». Copyright Abcnews.com Secondo l'agenzia che ha creato Internet, la Darpa, «eliminare quella necessità fisiologica durante un'operazione imprimerà una svolta al modo di combattere e alle strategie militari» L'osservazione di animali capaci di sopportare lunghi periodi di veglia senza soffrirne è il primo passo: la sfida è applicare queste nozioni per trasferire tale capacità agli esseri umani Un militare americano durante le esercitazioni in Kuwait Soldati Usa in alloggiamenti di fortuna'clurante un'esercitazione Il riposo era finora considerato essenziale per l'efficienza del soldato, ma le cose potrebbero cambiare

Persone citate: Amanda Onion, John Carney, Niels Rattenborg, Peggy Gatsinos, Ruth Banca, Sarah Lisanby, Stern, Yaakov

Luoghi citati: Alaska, California, Illinois, Kuwait, Wisconsin