Luna Rossa senza speranza «Eliminata» anche dal vento

Luna Rossa senza speranza «Eliminata» anche dal vento LA VUITTON CUP ALLA SVOLTA DECISIVA Luna Rossa senza speranza «Eliminata» anche dal vento Slitta la partenza delle due ultime regate e il tempo stringe. One Word ha la vittoria in tasca Niente può essere rimproverato all'equipaggio che ha tentato tutto. Il progetto contestato reportage Giovanni Cerruti Inviato ad AUCKLAND CI giochiamo due anni di lavoro in una regata». «Ma pare non ci sia vento...». «Dovremmo spingere di più, rischiare, riuscire a partire in testa». «Loro in bolina vanno bene». «No, vanno meglio». «Avremmo bisogno di una barca più versatile». «Se dopo tre minuti li guardi sempre da dietro sei costretto a forzare». «E se forzi rischi l'errore». «Come ieri». «Cosi diranno che è colpa dell'equipaggio». «A questo punto non abbiamo più niente da perdere». «Se non si regata siamo spacciati, è persa». «Io non ho nessuna voglia di tornare a casa per Natale». «Con Gavin Brady al timone di partenza saremo più aggressivi, basterà?». «Se mi guardo attorno non vedo delle belle facce». «Però ti ricordi due anni fa contro Paul Cayard: ci davano per morti come adesso, e invece...». E invece adesso, quando Luna Rossa esce in mare, si porta addosso una gran paura. OneWorld è in cima alla classifica, 3 vittorie contro 1. Non sarebbe impossibile, ancora due regate e Luna Rossa potrebbe recuperare. Ma è dura, durissima. Le voci dei Lunarossa saltano come le raffiche di Auckland, dal flebile all'incattivito. Speranze poche, rabbia tanta: è pure martedì 17 e il vento quasi non c'è. Ieri, lunedì, la giornata davvero peggiore: due regate e due sconfitte, l'ultima per 2 minuti e 32 secondi, un distacco da Mascalzone Latino, da debuttante in Coppa America. E Luna Rossa era tornata per vincerla, questa dannata Coppa. Sconfitte che bruciano, compresi un'avaria al tangone e il gennaker caduto in acqua, che s'era portato via pure l'ultima speranza. E' che da lunedì erano già tornati i cattivi pensieri. Più che un'avventura, una disavventura continua. Rientrato dalla regata 5 il vecchio Renzo Guidi, 78 anni, l'albergatore di Castiglioncello che ha insegnato a Patrizio Bertelli ad andar per mare, il 17" uomo a bordo nella bellissima avventura, quella sì, del 2000, aveva gli occhi di chi ha già cominciato a piangere. Arrossati, teneri e disperati, rassegnati. Attorno, nella base Prada dove tutto è sempre così a modo, freddo, ordinato, quasi che l'assente Bertelli fosse sempre immanente, mogli e figli e morose dell'equipaggio applaudivano una barca carica di rimpianto. Non doveva andare così, non doveva finire così. Lunedì sera il tattico brasiliano Torben Grael aveva preparato "caipirinha" per tutti, e buonanotte. Mancavano due regate o forse una. E se non c'è stato vento nessuna, e in questo caso addio mia bella Auckland, Luna Rossa si è fermata qui, sul 3-1. Due anni fa avevano perso la finalissima di Coppa America e nemmeno la vittoria in Vuitton Cup aveva risparmiato una coda avvelenata: sconfitti per colpa della barca o dell'equipaggio? Francesco de Angelis e i suoi combattenti hanno mille e una attenuante: si sono fatti un mazzo così, addirittura notti e notti a scartavetrare le nuove e inutili prue di Luna Rossa. «La barca non mi deluderà», era sicuro Bertelli e i più delusi ora sembrano loro, i Lunarossa. In Italia era quasi l'una di notte quando la barca Prada ancora aspettava vento e via. Maledizione, senza regate il 3-1 sarà definitivo. Che finale triste. All'ultimo piano dell'Heritage Hotel, dove il Team Prada ha la sua confortevole mensa aziendale, l'altra sera De Angelis di "caipirinha" ne aveva bevuta poca. Se ne stava in disparte, racconta chi c'era, «pensieroso e preoccupato». Alla conferenza stampa aveva mandato Matteo Piazzi, il navigatore, un romagnolo che non riesce a fingere entusiasmo: «Loro hanno una barca più versatile». Come dire che Luna rossa purtroppo non lo è, come dire che cambiare le prue, mandare Luna Rossa in cantiere, licenziare il progetti- sta Doug Peterson il 3 ottobre, a due giorni dall'inizio della Vuitton Cup, è servito a niente. Quella mattina, unica conferenza stampa di Bertelli, il bel mondo della Coppa America aveva cominciato a capire e sfottere: «Ma arriverete in finale anche quest'anno?». In finale ha già messo le sue vele Alinghi, la barca svizzera dell'italiano Ernesto Bertarel- li e del timoniere di Auckland Russai Coutts. L'Europa e un poco di tricolore ci sono, consolarsi così. Luna Rossa li guarda con invidia, i nezelandesi del Black Magic con una certa preoccupazione e gli avvocati già al lavoro per trovare un cavillo che li possa mettere in difficoltà. Vincesse la Coppa America il tranquillo Bertarelli sarebbe il primo italiano a portarla nel Mediterraneo: non nel Belpaese, in Spagna, già deciso anche se non lo dichiara. Chissà se ci saranno ancora Luna Rossa e il gentiluomo De Angelis. Chissà se Bertelli avrà ancora voglia di spendere 95 milioni di euro. «Conosco le regole del gioco - diceva ad agosto - se sei ricco e perdi sei solo uno stronzo...». Il vecchio albergatore di Castiglioncello che ha insegnato a Bertelli ad andare per mare piange Gli applausi all'equipaggio sanno un po' di rimpianto De Angelis silenzioso e preoccupato Lunedì due sconfitte raggelanti contro gli americani. Alinghi è la favorita per la finale contro NewZealand. Ma la prossima Coppa non si disputerà in Italia: preferita la Spagna Luna Rossa contro OneWorld nelle sfortunate regate di lunedì.

Luoghi citati: America, Europa, Italia, Spagna