Sventato un attentato contro il premier Sharon di Aldo Baquis

Sventato un attentato contro il premier Sharon Sventato un attentato contro il premier Sharon Il mese scorso tre militanti della Jihad volevano far esplodere una bomba in strada e far cadere un elicottero sul Parlamento Aldo Baquis TEL AVIV Un attentato palestinese contro Ariel Sharon è stato sventato il mese scorso quando i servizi segreti israeliani hanno catturato tre arabi di Gerusalemme Est, militanti della Jihad islamica. Dal capo di accusa contro Omar e Ziad el Atrash e contro il loro compagno Hader Abu Hamed, reso noto solo ieri, è emerso che i tre progettavano di attentare alla vita del primo ministro israeliano nella centrale via Keren haYessod, a poche centinaia di metri dalla sua residenza ufficiale. La cellula islamica intendeva nascondere un gigantesco ordigno in un cassonetto dell'immondizia e attivarlo mediante un telefono cellulare al transito del convoglio del primo ministro. La deflagrazione doveva essere di una potenza tale da distruggere la limousine blindata di Sharon. Agli inquirenti dello Shin Bet, il servizio di sicurezza intemo, i tre hanno confessato di aver anche progettato di abbattere uno degli elicotteri in fase di atterraggio nell'ebporto della Knesset. L'obiettivo era di colpire il velivolo mentre rasentava i tetti della case della via Ussishkin (dove lavorava uno dei membri della cellula) e di farlo così precipitare sul tetto del Parlamento israeliano. Ma la difficoltà nel reperire il razzo terra-aria necessario per quell'azione aveva indotto i tre terroristi a desistere. Fonti della polizia hanno riferito che i tre sono stati catturati poche ore prima dell'attuazione di un attentato in un sobborgo ebraico a Nord di Gerusalemme. La mente della cellula della Jihad islamica, secondo i servizi segreti israeliani, era Muhammed Musalma, un mihtante residente a Betlemme. Data la relativa vicinanza a Gerusalemme costui era in grado di raccoghere informazioni dettaghate sugli spostamenti del premier e sulla routine dell'eliporto della Knesset. I ministri israeliani non sono rimasti dunque sorpresi quando il capo di stato maggiore Moshe Yaalon ha riferito ieri che per il momento il ritiro israeliano da Betlemme è da escludersi. La situazione in città, secondo Yaalon, resta incandescente. Proprio da Betlemme (distante pochi chilometri da Gerusalemme) era partito il mese scorso l'attentatore palestinese che compì un massacro fra i passeggeri di un autobus di linea. Da allora la città cisgiordana è rimasta interrottamente sotto occupazione militare. Di notte le perlustrazioni, le retate e gU arresti sono frequenti. Di giorno le strade sono presidiate dai mezzi corazzati israeliani. Yaalon ha detto al governo che per Natale Israele autorizzerà l'ingresso a Betlemme dei palestinesi cristiani, siano essi residenti in Israele o in Cisgiordania. Ma negherà al presidente palestinese Yasser Arafat il permesso di lasciare il suo quartier generale di Ramallah per assistere alla Messa di mezzanotte. Qualora Arafat dovesse eludere la sorveglianza dei militari israeliani - ha avvertito Sharon - il prezzo è già prestabilito. Israele penetrerà immediatamente nel Muqata, il suo quartier generale, e catturerà tutti i ricercati che si trovino dentro. Primo fra tutti, si ritiene, sarebbe il capo dell'intelligence in Cisgiordania Tawfik Tirawi. Per Israele si tratta di un ispiratore di numerosi attentati, amico d'infanzia di un dirigente palestinese legato all'Iraq, Abul Abbas. E i legami sotterranei fra Ramallah e Baghdad sono uno degli argomenti che più interessano in questi tempi i servizi di sicurezza israehani. Un sito israeliano specializzato in questioni di intelhgence - il controverso Debka - ha sostenuto ieri che il diplomatico di Usaid ucciso ad Amman il mese scorso è stato vittima non di due elementi di Al Qaeda (come afferma la Giordania) bensì da sicari inviati da Abul Abbas e dallo stesso Arafat. Debka - che dipinge Arafat come un terrorista molto più dotato e astuto di Osama bùi Laden - è uno dei siti intemet più invisi ai palestinesi. Il primo ministro israeliano Ariel Sharon