Rispedito in Sìria, rischia la vita di Lirio Abbate
Rispedito in Sìria, rischia la vita UN OPPOSITORE DEL REGIME. NUOVO SBARCO DI CLANDESTINI IN SICILIA Rispedito in Sìria, rischia la vita La polizia: non aveva chiesto asilo politico Lirio Abbate PALERMO Un ingegnere siriano condannato a morte nel suo paese perché avrebbe fatto parte del gruppo che si opponeva al regime, è stato bloccato all'aeroporto di Malpensa e rispedito in Siria dove potrebbe essere giustiziato. La vicenda, denunciata dal presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Ccuso, in un dibattito, ha scatenato polemiche che hanno coinvolto il mondo politico. La responsabile Welfare della segreteria dei Ds, Livia Turco chiede al ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu di riferire «subito m Parlamento su quanto autorevolmente denunciato dal presidente del Cir, già presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Conso, circa l'espulsione di Mohamed Said Al-Shari e la sua famiglia». «Le istituzioni italiane - afferma - non possono essere complici di gravi violazioni dei diritti umani tutelati dalla Costituzione e dal diritto internazionale, come il diritto d'asilo nei confronti di pèrsone che rischiano la vita nei loro paesi d'origine». L'onorevole Turco ricostruisce la vicenda: «L'ingegnere siriano - spiega - oppositore al regime del suo paese, proveniente da Baghdad, dove viveva da molti anni, e fermato a Malpensa con la sua famiglia, non avrebbe avuto la possibilità di spiegare la posizione sua e quella della sua famiglia e sarebbe stato immediatamente espulso verso la Siria dove rischia la vita. Si tratta di una grave violazione del diritto d'asilo: il diritto di una persona di poter vedere la sua domanda analizzata in modo adeguato, il diritto a non essere respinto o espulso in un paese dove può essere sottoposto a persecuzioni personali e può rischiare la vita. Si tratta di un principio, previsto dal diritto internazionale, del "non refoulment"». Il Viminale precisa che l'ingegnere non avrebbe chiesto alcun asilo politico. Il dipartimento di pubblica sicurezza afferma: «La polizia di frontiera dell'aeroporto di Malpensa ha adottato tutte le misure previste dalla normativa in assenza di qualsiasi richiesta di asilo politico da parte del signor Mohamed Said Al-Shari e della sua famiglia». Il Dipartimento assicura anSe die «le procedure per la concessione dell'asilo polìtico sono state avviate ogni qualvolta uno straniero entrato in Italia abbia manifestato con qualsiasi mezzo la volontà di avvalersi di questo diritto». Il capo della polizia, Gianni De Gennaro, dopo aver sentito il ministro dell'Interno, ha inviato negli uffici di Malpensa il direttore di zona di polizia di frontiera «per ogni utile approfondimento dell'intera vicenda». L'espulsione dell'ingegnere si incrocia con lo sbarco record di clandestini avvenuto ieri all'alba sulle coste siciliane. Su un barcone di 18 metri hanno viaggiato 211 extracomunitari africani e mediorientali. Fra loro c'erano cinque donne. L'imbarcazione è stata individuata al largo delle spiagge agrigentine ed è stata trainata in porto dalle motovedette della guardia costiera, dei carabinieri e della Finanza. I cinque scafisti, individuati dagli investigatori, sono stati arrestati. La traversata sarebbe partita da un porto della Libia, paese nel cui compartimento marittimo è iscritto il barcone che è stato sequestrato. Solo due clandestini sono stati sottoposti a controlli medici. Gran parte delle persone sbarcate è stata trasferita in Calabria. I due centri di accoglienza di Agrigento e Lampedusa sono pieni e 'arrivo di questi altri 211 extracomunitari ha mandato in tilt il sistema d'accoglienza della zona.
Persone citate: Gianni De Gennaro, Giovanni Ccuso, Giovanni Conso, Giuseppe Pisanu, Livia Turco, Mohamed Said, Turco
Luoghi citati: Agrigento, Baghdad, Calabria, Italia, Lampedusa, Libia, Palermo, Sicilia, Siria
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