«Non ci sarà mai una Ferrari di serie» di Giacomo Galeazzi

«Non ci sarà mai una Ferrari di serie» «Non ci sarà mai una Ferrari di serie» Montezemolo: la casa torinese può tornare protagonista Giacomo Galeazzi ROMA Il cavallino rampante non campeggerà mai su vetture di serie. Utilitarie col marchio Ferrari? «No, per il momento e mai», Il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, intervenendo (assieme al sottosegreiario alia presidenza del Consiglio Letta e al ministro delle Comunicazioni Gasparri) alla presentazione di «NéwspaperGame», l'iniziativa lanciata dagli editori per promuovere la lettura del quotidiano in classe e una maggiore collaborazione tra il mondo della scuola e quello dell'informazione, ha escluso una so'vrapposizianp di marchi e si è detto ottimista sulle prospettive della Fiat. «In questa azienda che fa parte della storia industriale d'Italia - spiega- ci sono i presupposti per fare ottime cose. Se si lavora presto e bene ai prodotti, ai mercati, ai veri problemi, è possibile un recupero e un rilancio. Non vorrei mai, però, che quanto sta accadendo alla casa madre potesse in qualche modo ribaltarsi su Ferrari e Maserati, simboli dell'industria automobilistica italiana, realtà che tutto il mondo ci invidia e nelle quali si è impegnati dalla mattina alla sera per produrre». Riguardo alle strategie future del gruppo torinese, dunque, ha ribadito che non ci saranno automobili di serie con marchio Ferrari: «la Fiat è una gran bella macchina e la gente si deve rendere conto che le auto italiane sono eccezionali». Nella speranza, appunto, che il senso di responsabilità di tutti prevalga e inizi l'uscita dal tunnel della crisi. «La Fiat - puntualizza il presidente della Ferrari - è un patrimonio di quésto Paese. Ci sono persone che adesso sono in grande difficoltà e senza lavoro. Da parte mia cerco di svolgere al meglio, come penso di aver fatto finora, il mio compito alla Maserati e alla Ferrari; che sono una componente importantissima e che hanno un grande futuro davanti». I problemi della Fiat, in ogni modo, devono restare separati dalle due aziende-modello nelle quali «siamo impegnati a lavorare». Montezemolo ha comunque aggiunto, a proposito di una Fiat/Ferrari, di prendere le osservazioni (tei presidente del Consiglio come uno stimolo a fare meglio tutti. «Noi - sottolinea - abbiamo già la Maserati e quindi ne abbiamo a sufficienza. Credo, che il grande tema sia quello di riuscire a portare avanti dei modelli che abbiano ancora più successo. Da parte nostra ce la stiamo mettendo tutta sulle piste e sulle stra¬ de. Sono convìnto che anche la Fiat potrà tornare a conseguire presto risultati soddisfacenti. Invece di una Cinquecento-Ferrari, mi sentirei di rifare subito una bella Cinquecento e credo ce ne sarebbe proprio bisogno. Ma sempre con un marchio Fiat che è glorioso ed è garanzia da sempre di macchine straordinarie». Guardando con grande trepidazione a quello che succede «in casa dei nostri azionisti e del nostro gruppo» e sempre sotto l'auspicio che le turbolenze del Lingotto non coinvolgano i gioielli Ferrari e Maserati. A margine del convegno di ieri a Palazzo Wedekind, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano se il «Corriere della Sera» corra il rischio di cambiare proprietà, Montezemolo ha assicurato che il quotidiano di via Solferino continuerà ad essere «ben condotto, autonomo, pluralista». In qualità di «numero uno» della Fieg, la federazione degli editori, Luca Cordero di Montezemolo ha pure evidenziato come i giornali siano molto cresciuti in questi anni, qualitativamente e tecnologicamente. «Vivendo dei propri bilanci e delle proprie attività imprenditoriali- osserva Montezemolo- sono, come ha sempre sostenuto il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, liberi e pluralisti. E questo è fondamentale per la libertà di stampa di un paese». i presidente del gruppo Ferrari-Maserati Luca Cordero di Montezemolo

Luoghi citati: Italia, Roma