Fresco e Barberis al vertice del gruppo Fiat di Paolo Baroni

Fresco e Barberis al vertice del gruppo Fiat OGGI ALLE 13,30 RIUNIONE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DEL LINGOTTO Fresco e Barberis al vertice del gruppo Fiat Grande Stevens vicepresidente. Galateri rientra all'lfi come amministratore delegato Paolo Baroni TORINO Paolo Fresco presidente, Alessandro Barberis nuovo amministratore delegato, Franzo Grande Stevens vicepresidente. E' questo il nuovo vertice della Fiat che uscirà dalla riunione del consigho di amministrazione in programma per oggi al Lingotto. A tre giorni dalle dimissioni di Gabriele Galateri (che rientrerà all'lfi come ad) la soluzione individuata non solo è condivisa da tutti i soggetti interessati (azionisti, banche e management) ma soprattutto ha il pregio di garantire l'attuazione del piano di riassetto del gruppo da poco concordato col governo e quello di risanamento finanziario definito con gli istituti di credito. «Al gruppo, in questa fase, serve un manager di tipo industriale», aveva raccomandato martedì Galateri nel rassegnare l'incarico. E l'attuale direttore generale della Fiat Barberis che sarà proposto oggi al consigho anche come ad, in virtù di una vasta esperienza di manager, risponde proprio a questa esigenza. La soluzione, che consente alla Fiat di arrivare senza scossoni alla prossima assemblea di bilancio, ha preso coipo ieri pomeriggio ed in serata ha trovato autorevoli conferme riportando il sereno dopo un'altra convulsa giornata per il gruppo. Due le notizie che hanno interrotto la mattinata: i dati delle immatricolazioni di novembre, con la Fiat in calo del 210Zo contro il -60Zo della media di mercato, e soprattutto la voce - poi smentita - che le banche che sostengono finanziariamente la Fiat avevano deciso di interrompere la trattativa per rilevare il 510Zo di Fidis. La società che gestisce i finanziamenti all'acquisto del gruppo Fiat ha un valore di circa 800 milioni di euro e la sua uscita dall'orbita del Lingotto (che col 49l)4 ne avrebbe comunque conservato la gestione commerciale) avrebbe consentito di deconsolidare ben 8 miliardi di euro di debiti. Un contributo significativo, anzi decisivo, per conseguire quel taglio radicale all'indebitamento imposto da Capitalia, Intesa Bei, Unicredit e Sanpaolo Imi per erogare il maxiprestito da 3 miliardi di euro. Il combinato calo vendite-stop delle banche provocava due pericolose reazioni: quella della Borsa (dove a fine giornata il titolo Fiat ha chiuso a -4,90Zo dove aver perso quasi il 60Zo a quota 8,48 euro) e quella dell'agenzia di valutazione Standard S- Poor's che tornava a minacciare un declassamento del giudizio di affidabilità attribuito a Fiat. Nel primo pomeriggio, informale come l'annuncio della mattina, è poi arrivata la smenti- ta: nessuna interruzione della trattativa tra banche e Fiat, ma solo una pausa tecnica. Il confronto riprenderà il 18 dicembre e con ogni probabilità l'affare potrà andare in porto per la fine dell'anno consentendo alla Fiat di centrare sia l'obbiettivo di riduzione del debito lordo che quello relativo al debito netto. Dopo che le banche martedì si erano scaghate con violenza contro quello che avevano definito un «ribaltone» come interpretare questo annuncio se non come un segnale che creditori e azionisti Fiat erano riusciti a comporre le rispettive esigenze? La controprova si avrà oggi, ma già ieri sera ambienti finanziari confermavano via libera al ticket Fresco-Barberis. Il eda del Lingotto si riunirà in tarda mattinata per procedere alla sostituzione di Galateri. L'ordine del giorno della riunione ufficializzato giovedì lasciava aperta ogni possibilità ed ogni soluzione, mettendo in agenda sia le dimissioni e la nomina di consiglieri che la nomina di cariche sociali, come la convocazione dell'assenilea straordinaria e ordinaria. Oggi i 12 consiglieri del Lingotto Fiat si limiteranno a cooptare Barberis per poi nominarlo amministratore delegato. Contatti e mediazioni avviate in questi giorni hanno consentito, dopo giorni di tensione, di trovare un compromesso accettato da tutti. Il presidente Paolo Fresco resterà al suo posto per completare la trattativa avviata con gli americani della Gm e portare a regime il piano di ristrutturazione del gruppo preparato assieme a Galateri e condotto in porto in accordo col governo proprio da Barberis. Fresco lascerà la Fiat dopo l'approvazione del prossimo bilancio, a primavera o qualche settimana più avanti. «Al compimento dei 70 armi lascio», aveva anticipato da tempo il presidente indicando alla proprietà il giugno del 2003 come data di addio. E ieri, anche per ribadire che ora non intendeva assolutamente lasciare il gruppo prima del tempo, il presidente del Lin¬ gotto ha tenuto a smentire «nel modo più categorico di aver pattuito alcun compenso per la risoluzione del rapporto con la Fiat, naturalmente quando questa avverrà». Il riferimento era a notizie diffuse ieri da alcuni giornali relative a «un supposto accordo con l'azienda per quella che viene definita una maxiliquidazione» (la cifra ipotizzata era di 100 mihoni di euro). «Le notizie su questo argomento - sostiene Fresco - sono totalmente false e mi stupisco che voci, la cui infondatezza è confermata dalla assoluta enormità della cifra, siano accettate come vere, non solo dalla stampa, ma anche da alcuni pohtici». Dal consigho di oggi non dovrebbero arrivare altre novità in materia di nomine e incarichi. Non è detto che in futuro però il eda venga ampliato o integrato con muovi amministratori. Definita un'intesa all'insegna della continuità degli accordi stipulati con il governo e gli istituti di credito Per Fidis nuovo incontro entro l'anno la cessione 18

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