«Una vicenda molto imbarazzante per gli Usa» di Maurizio Molinari

«Una vicenda molto imbarazzante per gli Usa» L'AMBASCIATORE AMERICANO Di REAGAN A RIAD, ESPERTO Di MEDIO ORIENTE AL COUNCIL OF FOREIGN RELATIONS «Una vicenda molto imbarazzante per gli Usa» Richard Murphy: Sanaa è un nostro alleato nella guerra al terrorismo internazionale intervista Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK .-^ DESTA nave piena di mis"^f sili Scud è una vicenda davvero molto imbarazzante per gli Stati Uniti». Ad affermarlo senza troppe remore è Richard Murphy, ex ambasciatore Usa in Arabia Saudita durante l'amministrazione Reagan e ora esperto di penisola arabica e Medio Oriente al «Council of Foreign Relations» di New York. Perché parla di imbarazzo? «Perché a quanto sappiamo oggi un Paese sotto stretta osservazione da parte di intelligence e satelliti come la Corea del Nord ha venduto legalmente missili, ovvero mezzi di distruzione di massa, alla Repubblica dello Yemen, ovvero un allealo degli Stati Uniti nella guerra contro il terrorismo». Ritiene che il governo dì Sanaa abbia tentato di in- gannare l'alleato americano? «Il fatto che un Paese nostro alleato nella lotta al terrorismo compri nel bel mezzo della crisi irachena dalla Corea del Nord 15 missili Scud dice chiaramente che la coalizione è composta di partner molto differenti. Ai tempi della Guerra Fredda gli alleati che avevamo erano ben diversi, assai più affidabili». Perché l'acquisto degli Scud da parte dello Yemen? Contro chi potrebbe usarli? «Le ipotesi sul comportamento di Sanaa sono due: o lo Yemen li ha acquistati per il proprio esercito senza informare gli Stati Uniti e per motivi ancora non chiari, oppure sono stati acquistati per conto di un altro committente». Chi avrebbe potuto avere interesse ad acquistare degli Scud attraverso lo Yemen? «Non possiamo affatto escludere che un intermediario yemenita abbia tentato in qualche maniera di ottenere gli Scud per poi farli arrivare in un secondo momento,, in una maniera o nell'altra, in Iraq oppure nelle mani di Al Qaeda, o di altri ancora. Certo, se queste ipotesi fossero confermate un giorno o l'altro, potrebbe essere molto, molto imbarazzante per lo Yemen». Quali lezioni trarre da chiesta vicenda in termini di politica di contrasto della proliferazione missilistica? «Non basta certo un discorso pubblico del presidente degli Stati Uniti per combattere la proliferazione delle armi non convenzionah su scala globale. Si tratta di una battaglia molto complessa, direi quasi senza fine nel mondo in cui oggi viviamo. Una volta che la si inizia, se l'intento è quello di vincerla davvero, occorre cementare una cooperazione intemazionale molto vasta, senza esclusioni di sorta. Solo con la collaborazione di tutti i Paesi e di tutte le organizzazioni internazionali si può tentare di fer- mare il commercio di queste nuove armi. Dividere fra buoni e cattivi non è poi così semplice come potrebbe apparire». Come spiega il fatto che la Corea del Nord continui nonostante tutto ad esportare missili in giro per il mondo? «La Corea del Nord continua semplicemente a fare i propri affari alla ricerca di facili e rapidi guadagni. Se qualcuno pensava che bastavano delle pressioni politiche, sia pure forti, per imbrigliare il regime di Pyongyang adesso deve ammettere l'errore. Fra le poche cose che i nordcoreani sanno fare bene c'è la costruzione di missili, che poi vengono venduti per far fronte a una terribile crisi economica. Ci troviamo di fronte a una sfida aperta agli Stati Uniti e a chiunque si oppone alla proliferazione. Ma per Kim Jong n conta di più ottenere valuta pregiata, e il leader nordcoreano dimostra di essere in grado di muoversi con grande agilità. Prima ammette lo sviluppo dell'atomo militare, poi spedisce su una nave senza insegne missili verso le acque del Medio Oriente». Sono stati però intercettati... «Questo è senza dùbbio vero. L'operazione "Enduring Freedom" agli ordini del generale Tommy Franks ha colto un successo importante con il blocco della nave da parte delle due unità spagnole. Pensata dopo gli attacchi dell'I 1 settembre 2001 per intercettare il traffico di terroristi è armi di distruzione di massa, "Enduring Freedom" è riuscita a individuare la spedizione di 15 Scud e di un'ancora imprecisata quantità di sostanze chimiche. E' un successo della coalizione. L'opera di prevenzione funziona, senza alcun dubbio». «Ai tempi della Guerra Fredda i partner degli Stati Uniti erano ben diversi e molto più affidabili» «Gli yemeniti possono aver comprato quelle armi per il proprio esercito ma anche per conto di un altro committente» Richard S. Murphy

Persone citate: Freedom, Kim Jong, Richard Murphy, Richard S. Murphy, Tommy Franks