Unabomber, c'è un nuovo indagato

Unabomber, c'è un nuovo indagato IL SUO NOME ERA NOTO DA TEMPO. DETERMINANTE UNA MEZZA IMPRONTA DIGITALE Unabomber, c'è un nuovo indagato E' un uomo della zona del Piave, per lavoro s'è occupato d'esplosivi MILANO Abita nella zona del Piave vicino a Vittorio Veneto. Per lavoro si è occupato di esplosivi. Questo l'identikit dell' iltimo degli indagati della procara di Treviso per l'inchiesta su Unabomber, l'autore di oltre venti attentati esplosivi nel Triveneto. Il suo nome era noto da tempo agli investigatori, che da anni lavorano su un Database che incrocia migliaia di dati che portano ai sospettati degli attentati che fino ad oggi hanno provocato solo danni alle cose o lievi ferite alle persone. L'inchiesta che ha portato alla nuova iscrizione nel registro degli indagati è neUe mani di due magistrati di Treviso, Luisa Napolitano e Antonio De Lorenzi. L'avvocato dell'indagato, Giacomo Caldart, conferma l'iscrizione ma non vuole dire di più: «E' una vicenda delicatissima». Smentisce però che il suo assistito possa essere Unabomber: «Proveremo che non c'entra niente». All'uomo gli investigatori sono arrivati partendo dalle indagini su tre attentati: un lumino imbottito di esplosivo lasciato nel cimitero di Motta di Livenza il 2 novembre dell'anno scorso, un tubo di conserva di pomodoro farcito di esplosivo e lasciato in un supermercato di Portogruaro l'anno prima. E poi queUe su una bottiglia di birra, esplosa neUe mani di una cliente di un centro commerciale di Conegliano Veneto lo scorso luglio. «La sua firma sono le modalità con cui prepara gli ordigni», ripetono da anni polizia e carabinieri alle prese con un rompicapo che sembra non avere mai fine. Unabomber usa esplosivo facilmente reperibile tra i prodotti agricoli, fili elettrici e resistenze per creare l'innesco, tubi di ferro o sifoni del seltz per contenere il clorato di potassio miscelato allo zucchero. Unabomber sceglie sempre posti affollati, nel '94 una sagra di paese, poi un cimitero e i centri commerciali. «Sappiamo che odia la gente», ripetono gli esperti che di lui hanno tracciato un profilo psicologico, ancora troppo vago per arrivare al colpevole. Nelle indagini ci sono anche i frammenti di Dna e una mezza impronta digitale lasciate su un pezzo di nastro adesivo, utilizzato per confezionare i tubi bomba. E poi c'è il Database che incrocia migliaia di dati con tutti i possibili sospetti. Da dove spunta l'ultimo indagato. Da dove la procura di Treviso aveva trovato spunto per mettere sotto inchiesta l'estate scorsa un'altra persona, uno studente universitario fuori corso di Sacile. Ma né le perquisizioni né le indagini avevano fermato Unabomber, che all'inizio di settembre aveva colpito nuovamente a Pordenone, facendo esplodere dell'esplosivo nascosto in un tubo di bolle di sapone e ferendo un bambino di cinque anni. [r. m.l

Persone citate: Antonio De Lorenzi, Giacomo Caldart, Luisa Napolitano

Luoghi citati: Milano, Motta Di Livenza, Pordenone, Portogruaro, Sacile, Treviso, Vittorio Veneto