Saddam consegna il dossier e si scusa col Kuwait di Maurizio Molinari

Saddam consegna il dossier e si scusa col Kuwait LA TRADUZIONE DELLE OLTRE 11 MILA PAGINE DI DOCUMENTI RICHIEDERÀ' SETTIMANE Saddam consegna il dossier e si scusa col Kuwait «Fu uno sbaglio invadervi, ora unitevi con noi contro gli Usa infedeli» Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Con documenti all'Onu e scuse al Kuwait. Saddam tenta di rompere l'assedio: sono 11.807 le pagine della dichiarazione con cui l'Iraq nega il possesso di armi di distruzione di massa e Baghdad le ha consegnate agli ispettori dell'Onu poco prima dell'invio di un messaggio del Raiss al popolo del Kuwait nel quale si scusa per l'invasione del 1990 e lo invita ad non allearsi con Washington e Londra unendosi piuttosto all'Iraq nella «Jihad contro le armate degli infedeli». La risposta irachena all'ultimatum Onu per l'S dicembre è arrivata con 24 ore di anticipo: 2363 pagine sugli armamenti nucleari, 1334 su quelli batte¬ riologici, 1823 su quelli chimici e 6287 sulla parte missilistica. Il tutto unito a 352 «pagine supplementari» ed una dozzina di cd-rom, con 529 megabytes di informazioni. Il materiale è in lingua araba, tranne alcune parti in inglese. Consegnato agli ispettori nel pomeriggio di ieri a Baghdad è stato trasportato a Cipro da dove raggiungerà oggi la sede dell' Onu a New York e dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica a Vienna. Al Palazzo di Vetro sarà Hans Blix, capo degli ispettori, a prenderlo in consegna per affidarlo al team di esperti Onu che dovranno tradurlo - in inglese, francese, russo e cinese - ed analizzarlo con un lavoro che prenderà settimane per rispondere agli interrogativi pendenti da quan¬ do, nel 1998, ebbero fine gli ultimi controlli: la sorte di 15-20 Scud, 25 ogive batteriologiche e migliaia di armi chimiche. Baghdad ha già riassunto il contenuto della dichiarazione al momento della consegna: «In Iraq non vi sono armi di distruzione di massa» ha affermato Hussam Mohammed Amin, capo del comitato di monitoraggio interfaccia degli ispettori. Le novità della dichiarazione riguardano invece «dettagli di attività a "doppio uso"» tanto civile che militare. I giornalisti a Baghdad non hanno potuto leggere il materiale ma solo riprenderlo con le telecamere in ragione dei «rischi di fughe di notizie a vantaggio di maleintenzionati». Per lo stesso motivo Blix non lo consegnerà ai Paesi membri del Consi- glio di Sicurezza fino a studio ultimato. Mosca non ha fretta: «Gli esperti si prendano tutto il tempo che serve» ha detto il ministro degli Esteri Igor Ivanov. Assai più scettico il premier britannico, Tony Blair: «Spero Saddam sia sincero ma in ragione di cosa so di lui lo dubito fortemente». Il discorso al «popolo del Kuwait» è stato letto in tv dal ministro dell'Informazione Mohammad Said al-Sahhaf. Il passaggio centrale è il mea-culpa per l'invasione del 2 agosto del 1990: «Ci scusiamo di fronte a Dio per ogni azione che lo addolora e alla stessa maniera ci scusiamo con voi se nel passato è avvenuta un'azione di cui siamo responsabili». E' la prima volta che Saddam esprime rincrescimento per quell'in¬ tervento militare ed ha voluto precisare che ciò avviene «non per debolezza ma per mettere e cose a posto». Ciò è servito ad introdurre un appello all' Emirato: «I fedeli, i devoti ed i sacri combattenti del Kuwait si uniscano non agli americani, ai britannici ed all'Entità sionista ma all'Iraq sotto gli auspici del Creatore al fine di discutere di argomenti in cima ai quali c'è la Jihad contro l'occupazione e le armate degli infedeli». Per giustificare la necessità di un'alleanza fra Iraq e Kuwait Saddam ha fatto riferimento al «disegno del controllo del petrolio» da parte degli Stati Uniti..Riferendosi sempre e solo al «popolo del Kuwait» Saddam ha apertamente sfidato l'Emiro Jaber al-Ahmed al-Sahaf, 76 anni, contro il quale ha rilan¬ ciato le accuse del passato:«Nel 1989 tentai di raggiungere una compromesso con il Kuwait ma alcuni leader non lo resero possibile, il Kuwait estraeva greggio a danno dell' Iraq in violazione degli impegni Opec». E ancora. «Abbiamo trovato documenti che provano che l'Emiro e gli Stati Uniti nel 1990 complottavamo un'aggressione contro di noi, non avevamo altra scelta che difenderci». Nelle ispezioni condotte ieri gli uomini di Blix hanno visitato due dei siti più noti: i centri di ricerche di al-Tuwahita e di Al Quds. Nessun comunicato ha fatto seguito ai controlli ma Blix ha rinnovato la richiesta a Washington di «rendere disponibili le informazioni di intelligence necessarie per il lavoro». Le carte consegnate alle Nazioni Unite negano che l'Iraq possieda armi di distruzione di massa Nell'appello al popolo vicino, letto in tv accuse all'Emiro di essere «in combutta con gli americani»

Persone citate: Blix, Consi, Hans Blix, Hussam Mohammed Amin, Igor Ivanov, Mohammad Said Al-sahhaf, Tony Blair